Parmalat, nel primo semestre conti positivi nonostante la crisi

Parmalat, nel primo semestre conti positivi nonostante la crisi

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Parmalat Spa chiude il primo semestre dell’anno con un fatturato netto di 2.991,1 milioni di euro, in aumento di 28,6 milioni (+1%) rispetto allo stesso periodo del 2015. I conti sono stati approvati oggi a Milano dal Cda presieduto da Gabriella Chersicla. I primi sei mesi del 2016 sono stati caratterizzati da crescita modesta ed un andamento incerto dell’economica globale e il gruppo di Collecchio non poteva non risentirne. Nello stesso periodo si è assistito ad un eccesso globale nell’offerta di latte, riconducibile anche alla cessazione del sistema delle quote nell’Unione Europea, che ha comportato prezzi di acquisto relativamente bassi, pur con significative differenze regionali.

Il margine operativo lordo è pari a 171,6 milioni di euro, in aumento di 2,2 milioni (+1,3%) rispetto ai 169,4 milioni del primo semestre 2015, nonostante l’effetto negativo determinato dalla svalutazione della valuta venezuelana nei confronti dell’euro. A cambi e perimetro costanti ed escludendo il Venezuela, la variazione risulta in aumento di 19,5 milioni (+12%) grazie soprattutto al miglioramento registrato negli Stati Uniti e in Europa.

“Grazie al continuo focus sulla gestione industriale, nei primi sei mesi dell’anno Parmalat ha registrato una significativa crescita dei principali risultati economico-finanziari, nonostante un contesto economico difficile a livello globale e con tassi di cambio volatili – commenta Yvon Guérin, CEO del Gruppo Parmalat – . L’area nord americana, grazie in particolare a LAG, ha contribuito in modo importante all’ottima performance: la consociata americana ha chiuso il primo semestre con un significativo miglioramento sia del fatturato che del MOL, che in termini percentuali è  il più elevato per il Gruppo e il secondo in termini assoluti, e riteniamo che anche in futuro continuerà a rappresentare un asset molto importante per Parmalat. Per l’intero anno confermiamo la guidance che prevede, a tassi di cambio costanti ed escludendo la consociata venezuelana, una stima di crescita del fatturato netto di circa il 5% e del MOL di circa il 10%, considerato che le società recentemente acquisite potranno esprimere appieno le proprie potenzialità dopo aver completato i processi di riorganizzazione”.

In Europa – dove si contano aziende in Italia, Russia, Portogallo e Romania – il fatturato netto si attesta a 532,1 milioni di euro e il margine operativo lordo è pari a 54,8 milioni di euro nel primo semestre del 2016. La significativa svalutazione del rublo nei confronti dell’euro ha comportato un impatto negativo sul fatturato e sul margine operativo lordo dell’area, pari rispettivamente a circa 8,3 milioni di euro e 0,5 milioni di euro. A cambi costanti, il fatturato è in lieve calo, mentre il margine operativo lordo aumenta del 3,8% rispetto all’anno precedente. In Italia – il cui peso sull’Europa è pari a circa il 90% del fatturato netto e del margine operativo lordo – i mercati in cui Parmalat opera registrano una contrazione dei consumi. Nonostante il difficile contesto, la consociata mantiene la leadership nel settore latte rafforzando la propria quota di mercato soprattutto grazie alla performance del marchio Zymil. Nella categoria panna UHT rafforza la prima posizione competitiva grazie all’ottima performance del marchio Chef.

Nel Nord America nei primi sei mesi del 2016 il fatturato netto ammonta a 1.144,3 milioni di euro e il margine operativo lordo è pari a 111,8 milioni di euro. La svalutazione del dollaro canadese nei confronti dell’euro ha comportato un impatto negativo sul fatturato e sul margine operativo lordo dell’area pari rispettivamente a circa 55 milioni di euro e 4,5 milioni di euro. A cambi costanti, il fatturato netto risulta in aumento del 2,2% e il margine operativo lordo cresce del 21,2% rispetto all’anno precedente, grazie in particolare al buon andamento della consociata americana. Negli Stati Uniti il mercato dei formaggi, considerando il perimetro in cui la consociata opera, conferma il trend di crescita positivo. In tale contesto, Parmalat rafforza la propria leadership nei segmenti mozzarella da cucina, formaggi a crosta bianca e ricotta e conferma le proprie posizioni competitive negli altri comparti in cui è presente (mozzarella fresca, formaggi snack, feta, cheddar d’alta gamma e spalmabili di alta gamma). La redditività della consociata americana risulta in forte crescita rispetto al 2015, grazie alle favorevoli condizioni di approvvigionamento della materia prima latte e all’aumento dei volumi di vendita. In termini percentuali il MOL generato da LAG è il più elevato per il Gruppo Parmalat. In Canada, Parmalat conferma la seconda posizione competitiva nel comparto formaggi, categoria a più alto valore aggiunto, registrando volumi di vendita in aumento rispetto all’anno precedente. Parmalat mantiene, inoltre, inalterate le proprie posizioni di mercato nel latte e nello yogurt.

In America Latina il Gruppo ha rafforzato la propria presenza in Brasile – attraverso l’acquisizione di LBR (gennaio 2015) e di Elebat (luglio 2015) – ed in Messico, Uruguay ed Argentina con l’acquisizione del Gruppo Esmeralda nel corso del secondo trimestre del 2015. Nel primo semestre 2016, escludendo l’effetto dell’iperinflazione del Venezuela, il fatturato netto dell’area è pari a 628,9 milioni di euro e il margine operativo lordo si attesta a 10,1 milioni di euro. A cambi costanti e perimetro omogeneo (escludendo Elebat, Esmeralda e il contributo del Venezuela), il fatturato netto è in aumento del 13,5% e il margine operativo lordo è in crescita del 26,6% rispetto al primo semestre 2015.

In Africa nei primi sei mesi del 2016 il fatturato netto si attesta a 173,6 milioni di euro e il margine operativo lordo è pari a 10,7 milioni di euro. La svalutazione di tutte le valute locali dell’area, in particolare rand sudafricano, nei confronti dell’euro ha comportato un effetto cambio negativo pari a circa 54 milioni di euro sul fatturato netto e 3,1 milioni di euro sul margine operativo lordo. A cambi costanti, il fatturato dell’area è in aumento del 4,7%, mentre il margine operativo lordo diminuisce del 17,1% rispetto all’anno precedente. In Sud Africa la consociata si conferma leader nel mercato del latte aromatizzato, con il brand Steri Stumpie, e nel comparto dei formaggi, grazie alla buona performance del marchio Parmalat. Nei segmenti del latte UHT e dello yogurt conferma per entrambi la seconda posizione competitiva.

In Oceania il fatturato netto è pari a 496,1 milioni di euro e il margine operativo lordo si attesta a 10,9 milioni di euro nel primo semestre 2016. La svalutazione del dollaro australiano nei confronti dell’euro ha comportato un effetto cambio negativo sul fatturato netto pari a circa 31 milioni di euro e sul margine operativo lordo pari a 0,8 milioni di euro. A cambi e perimetro omogenei – escludendo Longwarry, acquisita nel corso del primo trimestre 2015, e le attività relative a yogurt e dairy dessert acquisite attraverso la controllata Parmalat Australia YD nel primo trimestre 2016 – il fatturato netto risulta in crescita dell’1,1%, mentre il margine operativo lordo è in calo del 15,8% rispetto all’anno precedente. Da segnalare che in Australia è in atto un processo di riorganizzazione delle attività; in particolare il Gruppo ha intrapreso un programma di acquisizioni con l’obiettivo di espandere la presenza nei mercati di riferimento, migliorare l’acquisto dei fattori produttivi e ottenere una maggiore efficienza e razionalizzazione dei siti produttivi. Parmalat è leader di categoria nel latte pastorizzato e si conferma secondo player sia del mercato del latte aromatizzato che del latte UHT. Le nuove attività acquisite hanno permesso alla consociata di rafforzare la seconda posizione competitiva nel mercato dello yogurt e di consolidare la leadership nel mercato dei dessert. L’utile del periodo è pari a 45,4 milioni di euro, in aumento di 6,9 milioni rispetto ai 38,5 milioni del primo semestre 2015 (+17,9%). Tale incremento è principalmente riconducibile al miglioramento della gestione operativa, a minori oneri finanziari netti e a minori imposte sul reddito. A perimetro e cambi costanti ed escludendo le controllate venezuelane, l’utile risulta in aumento del 59,3% rispetto al primo semestre 2015. Le disponibilità finanziarie nette sono pari a 183,2 milioni, in diminuzione di 127,6 milioni rispetto ai 310,8 milioni del 31 dicembre 2015. Le cause principali di tale variazione sono: l’assorbimento di cassa da attività operative per 52,1 milioni, essenzialmente riconducibile a fattori di stagionalità; l’assorbimento di cassa da attività straordinarie per 40,6 milioni, principalmente a seguito dell’acquisizione delle attività relative a yogurt e dairy dessert in Australia e al pagamento a BRF S.A. dell’aggiustamento prezzo sulla posizione finanziaria netta e sul working capital di Elebat Alimentos S.A.; il pagamento di dividendi per 33 milioni e l’effetto cambio negativo per 7,1 milioni. Tale diminuzione è stata in parte compensata dalla generazione di cassa della gestione finanziaria per 5,4 milioni.

Per quanto riguarda Parmalat Spa, l’utile del periodo è pari a 22 milioni di euro, in diminuzione di 5,5 milioni rispetto ai 27,5 milioni di euro del primo semestre 2015. La variazione è principalmente determinata dal decremento dei proventi finanziari netti (meno 1 milione di euro rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno) e dai minori dividendi e proventi da partecipate (5,7 milioni di euro, contro 11,3 milioni di euro del primo semestre del 2015), in parte compensati dal miglioramento dell’utile operativo netto. Le disponibilità finanziarie nette sono passate da 136,8 milioni di euro al 31 dicembre 2015 a 102,4 milioni di euro del 30 giugno 2016, con una diminuzione di 34,4 milioni di euro, principalmente dovuta al pagamento del dividendo sull’utile 2015.

Per il prossimo futuro Parmalat conferma la stima di una crescita del fatturato netto nel 2016 di circa il 5% e del margine operativo lordo di circa il 10%. La crescita è attesa nel secondo semestre, quando si potranno inoltre cogliere gli effetti dei processi riorganizzativi delle nuove acquisizioni e i risultati del piano di efficienze in corso.

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