La Pokèmonmania conquista Parma, i consigli degli “esperti” per catturare i mostriciattoli...

La Pokèmonmania conquista Parma, i consigli degli “esperti” per catturare i mostriciattoli in città

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Pikachu, Bulbasaur, Squirtle, Venusaur… Una vera e propria febbre, quella che sta contagiando l’intero globo e che ha raggiunto anche Parma. Il sintomo principale sembra essere quello di una seria dipendenza da gioco, tanto forte da aver addirittura mietuto le sue prime vittime, l’ultima una diciottenne incinta travolta da un minivan in Missouri perché distratta dal proprio cellulare.

Pokemon-goPokémon Go – il gioco digitale distribuito da Nintendo – ha come obiettivo principale quello di “catturare” i tanto amati mostriciattoli, protagonisti dell’anime giapponese dall’omonimo titolo.

“L’ho scaricato dall’App Store appena è uscito. Lo aspettavo da tanto, come tutti i miei amici, perché è da quando sono piccolo che gioco con i videogiochi, ma avere la possibilità di provare una modalità basata sulla realtà aumentata è una vera ‘figata’”, confida Lorenzo, un giovane parmigiano sulla trentina, insospettabile dietro la sua scrivania di serio impiegato di uno studio professionale.

Per catturarli, il tragitto casa-lavoro sembra non bastare: la base – e forse anche la novità del gioco – è proprio quella di “vagare” per la città, cercare gli animaletti e “acchiapparli” con la Pokè Ball.

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“Ogni tanto ci attrezziamo, io e i miei amici, per fare un’uscita in centro e trovarne un po’, visto che più è alta la concentrazione di persone che hanno il gioco sul proprio cellulare, più Pokèmon si trovano. I luoghi comunque non sono casuali ma relativi alla tipologia del personaggio, ad esempio, quelli d’acqua si trovano vicino a fiumi o al mare.. Io, comunque, la vedo come un’occasione per uscire e stare con i miei amici, tanto più che a breve ci sarà un aggiornamento con scambi e lotte fra membri della stessa squadra”, conclude Lorenzo, che ad oggi “vanta” ben 325 catture differenti.

Il principale motivo che ha spinto diversi parmigiani a scaricare il gioco sembra essere, per tutti, lo stesso: “Sono passati 16 anni da quando vidi per la prima volta il cartone in tv, ero solo un ragazzino e sognavo anche io di possedere un Pokèmon tutto mio. Oggi la Nintendo ci ha fatto questo regalo, rendendo quasi reale la cattura per mezzo del sistema di geolocalizzazione e della videocamera del proprio smartphone”, conferma Alessio, anche lui sulla trentina e impiegato in un grande negozio specializzato.

Ma, fra le vie di Parma, è possibile incontrare anche veri e propri esperti, capaci di spiegare tutte le potenzialità del gioco. Secondo Elisa, 25 anni, che saltuariamente lavora a fianco dei bambini, “la cosa più divertente è che, attivando la videocamera, puoi vedere i Pokèmon dentro casa tua… Poi c’è da considerare l’aspetto innovativo: non basta, come per gli altri videogiochi, starsene seduti a casa, ma bisogna muoversi per poter giocare”.

Le dinamiche di gioco sembrano essere addirittura complesse, occorre realmente dimostrarsi veri esperti per riuscire nell’intento di possedere tutti i Pokèmon ed essere un campione. “L’obiettivo non è solo di conquistare i mostriciattoli ma anche le “palestre” che si trovano solitamente nei punti di interesse, come le chiese o i monumenti della città – sottolinea Elisa, con il piglio di chi ne sa davvero tanto in materia -. A Parma ci sono, ad esempio, anche al Centro Torri o all’EuroTorri. Si possono trovare gli strumenti per catturare i Pokèmon nei cosiddetti “PokeStop” che si trovano per la maggior parte al Barilla Center oppure in centro città (uno ogni due metri). Qui è possibile ottenere, oltre alle Pokè Ball anche delle uova da cui nascono i Pokèmon, ma per ottenerle occorre camminare diversi chilometri: ci sono uova da 2 da 5 e da 10 chilometri”, spiega Elisa.

Non preoccupatevi dunque se tra piazza Duomo e la Pilotta, oppure tra barriera Repubblica e l’Oltretorrente vi ritroverete circondati da tanti insospettabili cacciatori armati di smartphone. La caccia spietata all’ultimo Pokèmon è già iniziata, ma forse sono proprio i Pokèmon che hanno catturato noi…

Katiuscia Fornari

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