Consiglieri di Quartiere, metà estratti a sorte dal Comune

Consiglieri di Quartiere, metà estratti a sorte dal Comune

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Signor Direttore,

il nuovo Testo del Regolamento sugli Organismi di Partecipazione sottoposto alla Commissione Affari Costituzionali del Comune di Parma il 30 giugno 2016 all’articolo 8 si occupa delle modalità di elezione dei Consigli dei Cittadini Volontari (CCV) e al comma 6b così recita: “Individuazione tramite sorteggio di un campione della popolazione a cui proporre l’accettazione alla candidatura fino al massimo del 50%”. Col precedente regolamento era il 30% scelto per sorteggio.

Detto in poche parole le candidature per le elezioni dei CCV del Quartiere saranno scelte metà per autocandidatura con la presentazione delle relative firme di minimo 25 cittadini residenti nel territorio di competenza e l’altra metà invece scelti, non per autocandidatura, bensì per sorteggio!

La motivazione addotta dal Comune, negli incontri coi CCV, è che col sistema a sorteggio si dà modo anche ai cittadini normalmente lontani dal mondo della amministrazione della città di essere incentivati a dare il loro contributo, cioè avrebbe un ruolo “educativo” all’impegno civico.

La cosa però non mi convince affatto. I modi per incentivare i cittadini all’impegno sociale sono tanti e non tutti necessariamente devono fare i consiglieri di Quartiere.

In realtà credo che l’intenzione del Comune di Parma di limitare le autocandidature sia ben altra e abbia come obiettivo, che è tipicamente di matrice grillina, di limitare il peso dei cosiddetti “corpi Intermedi”. Detto in poche parole le autocandidature con la presentazione di un minimo di 25 firme riconoscono la realtà di soggetti che sono già autorevoli sul territorio ed hanno già seguito e rappresentanza, magari in gruppi organizzati o associazioni, sono cioè “soggetti forti” e non facilmente controllabili dal Sindaco, mentre coloro che sono stati scelti per sorteggio è probabile che non abbiano un loro seguito sul territorio, sono isolati, con poca esperienza e quindi più facilmente manipolabili dal potere di turno.

Detto in poche parole con questo nuovo stratagemma si cerca di creare una rappresentanza dei cittadini “debole”  che mina già alla radice i presupposti di una volontà popolare reale, ma mira invece alla creazione di Consigli di Quartiere compiacenti al “principe” di turno, il quale sarà estremamente felice di poter sostituire la democrazia, con questa nuova forma di “lotteria”. La dinamica a sorteggio avrebbe il compito di frantumare i corpi intermedi. Dalla democrazia perciò alla “lotteria”.

Glauco Santi

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