Elezioni a Traversetolo, il Pd espelle Pedretti e altri 3. Partito in...

Elezioni a Traversetolo, il Pd espelle Pedretti e altri 3. Partito in fibrillazione

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Che il Partito democratico – almeno a partire dalla “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto (allora si chiamava ancora Pds) – sia un esperto nel perdere le elezioni, è ormai un dato di fatto che anima persino la satira, ma non era ancora capitato che i “responsabili” venissero messi alla porta. E’ accaduto a Traversetolo, dove a pochi giorni dalla sconfitta elettorale, la Direzione provinciale del partito ha espulso per il 2016 e il 2017 il candidato sindaco della lista “Traversetolo Domani”, Gian Domenico Pedretti, e tre candidati al consiglio comunale Alberto Albertini, Gian Carlo Amuro e Tiziana Fusina. L’accusa per tutti – mossa dal segretario Pd di Traversetolo, Enrico Mari, e condivisa dai vertici provinciali – è quella di aver dato vita a una lista alternativa a quella presentata dal Pd alle amministrative del 5 giugno. Una spaccatura che ha portato alla vittoria del centrodestra e del sindaco Simone Dall’Orto.

Strano però che il Partito del premier Matteo Renzi si ricordi di applicare il regolamento solo dopo aver perso le elezioni e forse non solo quelle, mentre si scorda di applicare lo statuto che impone le primarie quando queste vengono chieste. Come nel caso di Traversetolo con 33 firme in calce. Pedretti – che fa (pardon, faceva) parte anche della Direzione provinciale del partito – alla Gazzetta dichiara che “il Pd di Parma rispolvera gli arnesi rugginosi dello stalinismo preoccupato di nascondere le responsabilità dei suoi dirigenti, locali e provinciali”. E ricorda come il Pd di Traversetolo sia stato bocciato non da una lista concorrente, ma dal 73% degli elettori che sono andati a votare.

Dunque che nel Partito democratico di Parma ci siano problemi da affrontare e più anime da far convivere, è cosa ormai ovvia e scontata. E le amministrative di Busseto e di Traversetolo non solo lo confermano, ma lo mettono drammaticamente a nudo. A un anno scarso dalle elezioni di Parma, quindi, c’è già chi – come il capogruppo in consiglio comunale Nicola Dall’Olio – mette le mani avanti e lancia precisi avvisi ai naviganti (pardon, ai compagni), invocando la necessità di primarie per ritrovare l’unità indispensabile a scongiurare altre figuracce. Come quella della “gioiosa macchina da guerra” che ha portato fuori strada Vincenzo Bernazzoli.

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