Il sindaco Pizzarotti: ecco perché Parma non è una città immobile

Il sindaco Pizzarotti: ecco perché Parma non è una città immobile

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Parma non è una città immobile da cinque anni“. Il sindaco Federico Pizzarotti lo afferma in una lettera aperta pubblicata oggi da Gazzetta di Parma, in cui il primo cittadino – in risposta a un editoriale dello stesso quotidiano – fa il punto su quanto realizzao dalla sua amministrazione e su quanto ancora resta da fare.

Tra i punti a favore della sua gestione Pizzarotti ricorda che “quest’anno la città è diventata la quinta smart city d’Italia, superando addirittura Trento nel ranking finale, attestandosi come prima città italiana per medie dimensioni. Fuori dagli inglesismi, significa che è salita nella classifica del Paese per la qualità dei servizi, per la mobilità, l’innovazione, la raccolta differenziata, l’attrattività, il turismo e i progetti per il futuro“.

Insomma, secondo Pizzarotti “Parma non si è mai arresa al pessimismo, né ai profeti di sventura“. E tra questi è facile ipotizzare che il sindaco includa anche le opposizioni consiliari, tanto da ricordare che “durante uno dei primi Consigli Comunali l’opposizione chiese di attivare la procedura di pre-dissesto economico“, cosa che secondo il primo cittadino avrebbe lasciato Parma, come altre città, senza soldi neppure per riparare le buche. Invece oggi, secondo Pizzarotti, “Parma non solo vanta un debito ridotto del 45% – scenderà ancora -, ma si conferma una delle città con la più alta stabilità economica“.

A proposito del fatto che “una città ha bisogno di visione, prospettiva, futuro“, temi rilanciati di recente anche dal consigliere di opposizione Giuseppe Pellacini, Pizzarotti ribadisce che “non c’è un singolo aspetto della vita di Parma che sia stato trascurato“. A cominciare dal turismo che “da ormai tre anni ha messo il segno più, ed è il miglior risultato registrato in Emilia Romagna” e dal riconoscimento Unesco. Per poi passare al “pacchetto scuola“, con il quale “Parma non solo ha eliminato tutto l’amianto dai suoi plessi, ma è già avanti con gli interventi di adeguamento sismico ed energetico“. Sul fronte cultura il sindaco cita “il Teatro Regio ha finalmente un bilancio in positivo e già da quest’anno farà il doppio delle aperture di sipario, mentre è in fase di progetto un tour di promozione nel mondo“.

Tra i cantieri fermi nel 2012, Pizzarotti ricorda che “la stazione è stata sbloccata, la Scuola Europea pure (anche se, ahimè, ci è voluto diverso tempo); la scuola Racagni è in dirittura di arrivo, l’Ospedale Vecchio e il complesso di San Paolo verranno rivitalizzati, infine il Ponte Romano tornerà alla luce dopo anni di degrado“.

Federico Pizzarotti riconosce tuttavia che sono ancora “molte le cose da fare per una città che merita attenzione, cura e amore“, ricordando anche che “non passa giorno in cui le istituzioni internazionali che vengono a farci visita non ci parlino con ammirazione e rispetto della città“. E solletica anche la parmigianità, sottolineanco che “essendo parmigiani, abbiamo nel sangue la forza e la volontà di reagire ad ogni difficoltà con grande passione e determinazione“.

Oggi possiamo competere – e competeremo – con le più autorevoli città italiane, ma – conclude il sindaco Pizzarotti – dobbiamo essere noi cittadini, noi istituzioni, noi imprenditori, noi associazioni, noi artigiani i primi a convincerci delle enormi potenzialità di Parma, non rassegnandoci al declino o al pessimismo dei profeti del no, per i quali tutto è storto e tutto è sempre sbagliato. Parma ha ancora molto da fare e da raccontare, ma lasciatemi dire che ha imboccato la strada giusta“.

1 COMMENTO

  1. “Bisogna ristabilire la verità”

    Dopo aver letto la lettera del sindaco Pizzarotti, ci sembra doveroso intervenire per ristabilire la verità delle cose. Lui, infatti, ne racconta solo una parte, dimenticando che i progetti di cui si vanta sono stati pensati e finanziati da chi lo ha preceduto. Mettiamo, quindi, un po’ di ordine.
    Primo: la stazione è un fiore all’occhiello di Parma (lui non poteva neanche immaginare un progetto così). E’ la porta della città ed è stata terminata con i soldi della metro. Lo stop alla metro ha comportato un beneficio per le casse comunali di 200 milioni di euro, mentre lui non è riuscito a fermare il suo cavallo di battaglia durante la campagna elettorale, il forno inceneritore. Se poi i treni fermano a Reggio è colpa del centro sinistra di allora (di Truffelli, Lavagetto e Prodi) cosa risaputa da tutti e al sindaco va la colpa di non aver ottenuto più fermate dell’alta velocità. Poi, l’accordo sui centri commerciali è stato sottoscritto da Ubaldi e Bernazzoli e comunque quell’accordo ha portato come contropartita la complanare costata più di 20 milioni (senza la quale non ci sarebbe più Cibus a Parma perché Federalimentare sarebbe andata a Milano a Tuttofood), la riqualificazione della scuola Cocconi, la riqualificazione del palazzo del Governatore, il “Duchino” e il centro congressi interrato. Ancora: il ponte Nord è stato finanziato nel 2004 con la legge 164 e poi avviato da Ubaldi. La precedente amministrazione ha trovato tutti i contratti già firmati. Poi se questa amministrazione non lo ha voluto completare non è colpa nostra ed è più probabilmente una carenza di progettualità sua e della sua giunta. Pizzarotti in questi giorni continua a farsi bello perché Parma è 5^ nella graduatoria delle Smart City, ma dimentica che nell’ultimo anno di amministrazione del centrodestra eravamo la seconda Smart City in Italia.
    Passiamo al teatro Regio. Se oggi esiste il Festival Verdi è perché altri hanno realizzato la prima edizione nell’autunno del 2007. Il teatro, prima dell’arrivo di Pizzarotti, aveva una programmazione artistica imponente: stagione lirica, Festival Verdi, Parma Danza, la rassegna estiva, serate speciali come il concerto di Abbado al Teatro Farnese. E inoltre era un vero e proprio Festival che coinvolgeva tutta la città con decine di eventi collaterali, mostre, vetrine dei negozi addobbate, musica di Verdi in filodiffusione nelle strade, trasmissione delle opere sotto i portici del Municipio e il coro del Teatro che andava nelle case di riposo e negli ospedali. In quel periodo, il Teatro aveva già una situazione deficitaria dal punto di vista finanziario (non economico), aggravata dal fatto che il Governo con la crisi del 2008 ha interrotto il finanziamento Arcus.
    Parlando di via Reggio, stranamente si dimentica di opere importanti (che la sua giunta nemmeno si sarebbe sognata) realizzate come la sede dell’Efsa (costata più di 30 milioni e realizzata in tre anni) con la riqualificazione di viale Piacenza e la realizzazione dello stadio del baseball e la cittadella del rugby in altre parti della città. E grazie ai nuovi impianti sportivi (fra cui anche il centro polisportivo al Campus, la riqualificazione dell’ex Coni, la riqualificazione dell’impianto di atletica Lauro Grossi) e ai 330 eventi di Parma capitale europea dello sport, nel 2011 secondo la classifica del Sole 24 Ore eravamo la prima città in Italia e la 2′ come Smart City.
    Se loro passeranno alla storia per aver tolto qualche tetto di eternit nelle scuole, crediamo che un amministratore di condominio avrebbe fatto comunque meglio.

    Paolo Buzzi,capogruppo Forza Italia Parma
    Francesca Gambarini, capogruppo Forza Italia Fidenza

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