Polizia municipale Pedemontana parmense, il sindacato lancia l’allarme

Polizia municipale Pedemontana parmense, il sindacato lancia l’allarme

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La segreteria regionale del Csa (Coordinamento Sindacale Autonomo) lancia l’allarme sulla gestione della Polizia municipale nel territorio dell’Unione Pedemontana Parmense. A far drizzare le antenne al sindacato, l’annuncio della “prossima sottoscrizione di una non meglio definita Convenzione sulla Polizia municipale con l’Unione Montana Appennino Parma Est”.

Un appello esteso anche alle altre organizzazioni sindacali di categoria, in attesa che venga fatta chiarezza su alcuni punti sollevati dal Csa. Innanzitutto ci si chiede – si legge in una nota del sindacato regionale – perché una decisione su una funzione strategica come la Polizia municipale, con decorrenza prevista per il 1° luglio 2016, sia stata presa dalle “vecchie Amministrazioni” prima delle elezioni amministrative che riguarderanno ben 3 Comuni dell’Unione Pedemontana (Traversetolo, Sala Baganza e Felino) il 5 giugno prossimo. Dopo di che, ci domandiamo perché, nonostante la grave carenza di organico presente in entrambe le strutture di Polizia municipale dell’Unione Montana e dell’Unione Pedemontana, sia singolarmente che complessivamente, si voglia estendere ulteriormente il territorio di competenza peggiorando la già precaria efficienza ed efficacia del servizio aumentandone i relativi costi. Non può certo dirsi, infatti, che due zoppi “insieme” facciano un corridore! La storia dell’incremento dell’efficienza e del risparmio di spesa del servizio per i cittadini per giustificare l’adozione di modelli di gestione associata sempre più vasti, infatti, non ci convince”.

Il Csa ricorda che la stessa legge regionale – la 24 del 2003 – prevede degli “standard essenziali di servizio” relativi al rapporto tra popolazione residente e numero di operatori sul territorio per determinare l’organico dei Corpi di Polizia locale”. Secondo il sindacato, infatti, “nell’ambito di una gestione associata sempre più vasta in termini di popolazione e di estensione territoriale è evidente che in mancanza di un numero adeguato di Operatori di Polizia municipale l’efficienza del servizio per il cittadino subirebbe ulteriori contraccolpi in termini di costo con grave dispersione di forze ed energie su distanze sempre maggiori. In merito all’ulteriore costo delle figure apicali a capo del servizio, da oltre un anno e mezzo, il Csa ha denunciato, agli uffici preposti, non solo l’illegittimità del “Corpo” di Polizia municipale dell’Unione Montana per violazione degli standard essenziali di organico ma, altresì, la presenza di “due figure di responsabili” (anziché una) in violazione della normativa sul risparmio di spesa del personale in materia di convenzioni ed Unioni”.

La Convenzione, inoltre, sempre secondo il Csa regionale, “con la grave carenza di organico in essere, significherebbe riversare un carico di lavoro e di richieste per Operatore oggettivamente insostenibile esponendo i lavoratori al rischio da stress lavoro correlato. Allora, se tutte le Istituzioni coinvolte, ivi compresa la Regione Emilia Romagna, sembrano non preoccuparsi della violazione degli standard essenziali di servizio a garanzia e tutela di un servizio efficiente ed economico per il cittadino, del benessere e della sicurezza degli Operatori di Polizia municipale, ci chiediamo a chi realmente giova questa scelta. Da ultimo ci chiediamo se sarà sufficiente la firma della Convenzione per destinare i contributi regionali ad una simile struttura che, per la grave carenza di organico, non potrà che essere scarsamente operativa, diseconomica ed inadeguata a rispondere alle esigenze dei cittadini”.

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