Processo Aemilia, prosciolto Bernini. Condanne per i “parmigiani”

Processo Aemilia, prosciolto Bernini. Condanne per i “parmigiani”

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Giovanni Paolo Bernini non ha nulla a che fare con la ‘ndrangheta. L’ex assessore parmigiano della giunta di Pietro Vignali è stato assolto nell’udienza preliminare in corso a Bologna a carico della cosca Grande Aracri. L’accusa aveva chiesto 6 anni di reclusione per Bernini, accusato di voto di scambio politico mafioso. Ma il gup Francesca Zavaglia ha invece optato per il proscioglimento per intervenuta prescrizione del reato di voto di scambio semplice relativo alle elezioni del 2007. Quando Bernini avrebbe ricevuto, secondo l’accusa, un pacchetto di 200-300 voti da soggetti vicini alla ‘ndrangheta.

Il giudice ha invece disposto un risarcimento di 150mila euro immediatamente esecutivo a favore del Comune di Sala Baganza, dove era emerso un interesse delle cosche volto a controllare il voto del 2011.

Oltre a Bernini, il giudice ha letto la sentenza per altri 70 imputati che hanno scelto di ricorrere al rito abbreviato. Condanne inferiori rispetto alle richieste dell’accusa rappresentata dai pm della Dda di Bologna Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, ma anche assoluzioni eccellenti. Oltre all’ex assessore Bernini, sono stati scagionati anche il consigliere comunale di Forza Italia a Reggio Emilia, Giuseppe Pagliani e l’avvocato Alessandro Palermo. Assolti anche Michele Colacino e Floro Vito Selvino, per i quali l’accusa aveva chiesto 12 anni.

Per wquanto riguarda i “parmigiani”, il gup Zavaglia ha inflitto 9 anni ad Alfonso Martino, 5 anni e 10 mesi a Giuseppe Pallone, 3 anni e 8 mesi a Domenico Amato, 1 anno e 8 mesi ad Antonio Marzano, 1 anno e 2 mesi a Gaetano Caputo. Assolti Francesco Lepera e Francesco Pellegri. Rigettato il patteggiamento di Francesco Falbo.

Per quanto riguarda gli altri principali imputati, il giudice ha deciso la condanna a 6 anni per il boss Nicolino Grande Aracri, 12 anni e 6 mesi al pentito Giuseppe Giglio, 14 anni ad Alfonso Diletto e ad Antonio Silipo, 9 anni e 4 mesi al giornalista reggiano Marco Gibertini, 8 anni e 6 mesi all’ex autista del questore, Domenico Mesiano, 2 anni e 4 mesi a Giulio Gerrini, 1 anno e 8 mesi ad Antonio Muto.

Inoltre, sono stati inflitti 4 anni e 10 mesi a Patrizia Patricelli, moglie di Giovanni Vecchi della Save Group, che ha invece avuto una condanna a 10 anni e 4 mesi. Inflitti 10 anni a Giuseppe Richichi, 15 anni a Nicolino Sarcone, 8 anni e 8 mesi alla commercialista bolognese Roberta Tattini, 9 anni e 8 mesi a Roberto Turrà, 8 anni e 6 mesi al poliziotto Antonio Cianflone.

Rigettati invece due patteggiamenti per Francesco Falbo, come già detto, e per Salvatore Ruggiero.

Nel processo ordinario che si celebra a Reggio Emilia sono invece 147 gli imputati rimasti sotto giudizio e tra questi c’è anche Michele Bolognino, l’imprenditore che secondo l’accusa sarebbe stato il referente della ‘ndrina a Parma e nella Bassa Reggiana. Tra gli altri “parmigiani” in attesa di giudizio con rito ordinario anche l’ingegnere Salvatore Gerace, originario di Cutro ma con un passato di consigliere di quartiere in Oltretorrente e una candidatura al consiglio comunale non andata a buon fine, Pietro Aldo Ferrari che avrebbe chiesto l’aiuto della cosca per farsi restituire un’auto, Rosario Adamo e Giuseppe Manzoni.

1 COMMENTO

  1. Giuseppe Pagliani assolto, Giovanni Paolo Bernini prosciolto: il reato di mafia non sussisteva. La decisione del gup di Bologna mi fa molto piacere.
    La sentenza spazza via tutto il fango che, anche a Fidenza, è stato gettato da una certa parte politica, che si ritiene moralmente superiore, prima di arrivare ad un pronunciamento del tribunale. Quella però che non potrà essere cancellata è la sofferenza causata inutilmente a Giuseppe, Giovanni e ai loro cari.
    Coloro che hanno, senza rispetto, gettato fango si interroghino sul problema della mafia in Emilia Romagna, A partire da cosa è successo a Brescello, primo comune emiliano sciolto per mafia e che non era certo guidato dal centrodestra. Detto questo, invito la magistratura ad andare avanti e ad approfondire i tanti episodi in odore di mafia emersi dalle indagini di Aemilia. Indagini che hanno visto come baricentro il reggiano ma che ci hanno parlato, per esempio, di interi quartieri costruiti dalla ‘ndrangheta anche nel parmense.

    Francesca Gambarini
    Capogruppo Forza Italia Fidenza

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