Parla lo Sherlock Holmes parmigiano. Gazza: “Infedeltà, dipendenti infedeli e figli a...

Parla lo Sherlock Holmes parmigiano. Gazza: “Infedeltà, dipendenti infedeli e figli a rischio le principali indagini in città”

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imgImpermeabile, borsalino, lente di ingrandimento e una nube di mistero ad avvolgerlo. Da Sherlock Holmes a Nero Woolf, da Philip Marlowe a James Bond, l’investigatore privato, da sempre, va a caccia di “colpevoli”. Una figura “da film” per molti, un lavoro piuttosto attivo nella realtà.

Donne che sospettano il tradimento da parte dei rispettivi uomini, datori di lavoro che temono che i loro dipendenti usufruiscano della malattia anche se non realmente ammalati. I motivi per ingaggiare un detective sono oggi i più svariati, e Parma non fa eccezione. Ma chi sono i parmigiani che si rivolgono ad un’agenzia investigativa? E soprattutto cosa vogliono scoprire?

“Circa il 60% dei nostri clienti – spiega Maurizio Gazza, proprietario dell’agenzia Parma Investigazioni e investigatore privato da ben 18 anni –  sono donne dai 40 ai 65 anni, che temono un tradimento da parte del marito. Il sospetto di infedeltà coniugale è in assoluto il fattore che più spinge la gente a rivolgersi ad un investigatore privato, e nella maggior parte dei casi quello che si scopre è una tresca tra uomini dai 50 ai 65 anni e ragazze molto più giovani, anche 25enni, soprattutto straniere. Il 50% dei casi trattati riguarda proprio l’infedeltà”. Numerosi anche i sospetti di tradimento prematrimoniale, che spingono giovani fidanzati o conviventi ad accertarsi sulle abitudini del rispettivo compagno prima di fare il grande passo. Nei più diversi casi quello che l’investigatore cerca di portare a casa sono foto o video che possano incastrare il sospettato e ufficializzarne la colpevolezza.

L’agenzia Parma Investigazioni lavora nel settore sin dal 1981 e nel corso degli anni ha potuto constatare che, dall’operaio all’avvocato, tutti per un motivo o per un altro possono aver bisogno di un investigatore privato. Non tutti, però, hanno la possibilità economica di pagare indagini complesse. Queste, infatti, possono avere i costi più diversi, da un minimo di 200 euro fino ad arrivare anche a decine di migliaia di euro. “Il nostro lavoro è tutto in divenire. – continua Gazza – Quello che si cerca può venire a galla in poche ore come in numerosi mesi, la durata e le modalità dell’indagine sono i fattori da cui dipende il prezzo”. Più costose risultano essere le indagini con fini legali. Una donna a cui basta una foto che dimostri che il marito la tradisce, per potergli fare una scenata, dunque, si troverà ad affrontare una spesa molto inferiore rispetto alla donna che necessita di maggiori prove per poter portare l’interessato dinanzi ad un giudice. A spendere parecchio anche le signore dai 50 ai 65 anni – nella maggior parte dei casi non economicamente autonome – che dinanzi ad una scoperta di tradimento cercano di far qualcosa per rimettere l’uomo sulla retta via. Non mirano al divorzio quanto più a riconquistare il proprio uomo e tenerselo, perciò dopo mesi tornano a rivolgersi all’investigatore per verificare se il loro operato ha ottenuto i risultati sperati.

investigatore privatoOltre a dare la caccia ai traditori, però, gli attuali Sherlock Holmes si dedicano anche ad altro. Tra le indagine commissionate da privati, un ruolo piuttosto rilevante ha il controllo dei minori. “In questo caso sono i genitori che si rivolgono all’agenzia per tenere sotto controllo i figli, generalmente dai 15 ai 17 anni, scoprire che gente o che posti frequentano, e venire a sapere, soprattutto, se hanno a che fare col mondo della droga” – spiega ancora Maurizio Gazza. Frequenti anche i casi di carattere ereditario, per cui un membro di una data famiglia assolda un investigatore spinto dal sospetto che un fratello, sorella o altro parente abbia influenzato a proprio vantaggio le volontà di un familiare defunto.

Diverse, poi, in città e non solo, le aziende che necessitano di tenere sotto controllo un dipendente. Dal sospetto di furto a quello di falso infortunio. “Molta gente usufruisce della malattia, sta in casa nelle ore a rischio di controlli mentre si scopre poi svolgere un secondo lavoro. – dice Gazza – Circa il 30% dei nostri clienti sono aziende che per un qualche motivo maturano dei sospetti nei confronti dei dipendenti e devo dire che non sono pochi i lavoratori che alla fine dell’indagine risultano colpevoli di furto o di falsa malattia. Diverse, poi, anche le aziende che fanno tenere sotto controllo soci, dirigenti o dipendenti per verificare che non ci siano accordi o fughe di notizie nei confronti della concorrenza”.

Quella dell’uomo che si apposta sotto casa e spia, dunque, non è un’immagine solo letteraria o filmica. “L’investigatore privato – spiega Gazza – fa degli appostamenti che possono durare anche delle ore. L’agenzia cambia macchine e uomini per mantenere la copertura necessaria e il detective per legge è autorizzato a seguire il sospettato e tenerlo sott’occhio”. Uomini che non vanno in giro con impermeabile e lente di ingrandimento, ma che dei piccoli mascheramenti per non farsi scoprire li usano. Ebbene sì, l’investigatore che oggi è biondo e con i baffi domani potrebbe avere barba lunga e capelli scuri. “Talvolta usiamo degli accessori che cambiano il nostro aspetto e ci rendono irriconoscibili. Baffi finti, occhiali, parrucche. Soprattutto quando lavoriamo fuori casa e non abbiamo la possibilità di cambiare persona ogni giorno”.

Un grosso vantaggio per il mondo dell’investigazione risultano poi essere le nuove tecnologie, dai gps alle microcamere. “La tecnologia moderna è un vantaggio sia per noi che per i clienti. Grazie all’uso di microcamere o rilevatori gps possiamo evitare di stare ore ed ore appostati sotto casa del sospettato e si riduce pure il rischio che la gente a loro volta sospetti di noi. Inoltre usare questi strumenti costa meno e di conseguenza anche la spesa che il cliente dovrà affrontare diminuirà”, spiega ancora Maurizio Gazza. Anche l’avvento dei social network, poi, sembra giovare alle agenzie investigative. Oggigiorno si spende molto tempo sui social, condividendo foto o chattando, e tale comportamento porta ad un aumento dei sospetti. Dall’uomo che crede che la moglie si scambi messaggi con l’amante quando invece risulta essere solamente un amico, a persone che chattando chattando superano realmente i limiti dell’amicizia. In entrambi i casi chi deve scoprire il vero è sempre l’investigatore privato.

Un investigatore, inoltre, che talvolta è anche “investigatrice”. Non solo uomini, infatti, ma anche molte donne si dedicano oggi a questo tipo di attività. “L’investigatore è uomo – dice ridendo Maurizio Gazza – ma la ragazza è molto d’aiuto. E’ un accompagnamento utile e intelligente. Se si deve pedinare una coppia che si imbosca non lo si può fare da soli, si finirebbe per esser creduti dei guardoni. E’ in casi come questo che l’investigatrice donna risulta essere indispensabile. Io stesso lavoro spesso con delle donne”. Anche a Parma, dunque, investigatore e investigatrice vanno a braccetto. E se un uomo fotografa la sua donna non è da escludere che in realtà sia interessato ad immortalare più il traditore sullo sfondo.

In città quindi gli investigatori privati sembrano proprio non aver tempo di girarsi i pollici, e come detto da Maurizio Gazza l’offerta è perfettamente proporzionata alla domanda. Il lavoro c’è per tutti e la concorrenza non è eccessiva, c’è un giusto equilibrio. Noi riusciamo a seguire anche 5-6 indagini in 15 giorni”.  Dai libri ai film ai cartoni animati dunque fino ad approdare alla realtà, l’investigatore privato non è un personaggio fantastico ma un lavoratore in carne ed ossa. Un mestiere curioso ma anche molto ricercato. Che porti un cappello, dei baffi, sia biondo o moro, non si sa mai che un qualche Sharlock Holmes ci stia seguendo.

Giovanna Triolo

 

 

 

 

 

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