Morto don Luciano Scaccaglia, venerdì i funerali in Santa Cristina. Il pensiero...

Morto don Luciano Scaccaglia, venerdì i funerali in Santa Cristina. Il pensiero del “pretaccio” in un video

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Don Luciano ScaccagliaDon Luciano Scaccaglia non ce l’ha fatta. Nonostante il suo carattere tenace, il tumore contro il quale ha combattuto a lungo ha avuto il sopravvento. Don Luciano, il “pretaccio” di strada Repubblica, il sacerdote controcorrente che ha aperto Santa Cristina ai poveri, ai profughi, agli emarginati e che si è battuto per i diritti di tutti, si è spento all’età di 79 anni. A giugno scorso era stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico per l’asportazione del tumore, ma non è bastato.

Parma ha fatto appena in tempo a ringraziarlo per il suo infaticabile lavoro a Santa Cristina, conferendogli il premio Sant’Ilario che, nonostante la malattia, ha ritirato personalmente. Soltanto da pochi mesi aveva lasciato la sua Santa Cristina, sovrastato dalla malattia.

Don Scaccaglia, che ha avuto uno spazio anche nel libro di Candido Cannavò dedicato ai “pretacci”, era nato a Felino e già nell’ottobre del 1960 era sacerdote. Prima cappellano a Noceto, poi alla parrocchia di Cristo Risorto, quindi alla chiesa di Marzolara. Trentacinque anni fa è arrivato a Santa Cristina e non si è vergognato degli ultimi, ai quali ha spalancato le porte della chiesa vestita d’arcobaleno e le braccia. Adesso don Luciano è lassù e Parma lo piange.

I funerali saranno celebrati venerdì mattina alle 10 nella chiesa di Santa Cristina. Mercoledì e giovedì, con inizio alle 21, due veglie di preghiera per il sacerdote scomparso.

3 COMMENTI

  1. Il ricordo del sindaco Federico Pizzarotti

    Don Luciano era uomo di fede profonda, capace di assumersi le sue responsabilità e di fare quello che riteneva giusto, anche se la sua verità poteva a volte sembrare scomoda, lontana dalle luci del potere. Lui ha sempre saputo stare dalla parte degli ultimi, e lo ha fatto senza fermasi davanti a nessun ostacolo.

    La “sua”chiesa era la casa di tutti: passare davanti a santa Cristina era per noi un motivo per riflettere, per chiederci se davvero siamo capaci di fare la nostra parte, come quel prete sapeva fare.

    Credo quindi di interpretare i sentimenti di tutti, giunta, consiglieri e cittadini di Parma nell’esprimere il sincero e profondo cordoglio per la scomparsa di un uomo che tanto ha dato alla nostra città, soprattutto per i valori che ha saputo trasmettere a chi gli si è avvicinato.

    Per questo è motivo di orgoglio il fatto di avergli conferito l’ onorificenza della città, proprio il 13 gennaio scorso in occasione della celebrazione del Santo Patrono.

    L’ovazione che ha accolto la consegna dell’attestato di civica benemerenza è stata l’ultimo gesto di affetto di Parma verso questo suo figlio non sempre “comodo”, ma sempre tanto generoso.

    Federico Pizzarotti

  2. La Città e la Chiesa di Parma perdono una persona forte, autorevole, che ha impegnato tutta la propria vita nella difesa dei poveri, degli immigrati, delle persone sole e abbandonate ai margini della società. Ho condiviso con lui molte occasioni di dibattito e confronto aperto sui temi che più lo vedevano impegnato e in prima linea. La forza inesauribile con cui conduceva le sue battaglie, alcune delle quali condotte insieme, mi ha sempre colpito e impressionato. Spero che l’esempio di impegno civile e di fede che ci ha dato, intatto anche durante la malattia, rimarrà d’esempio per tutti noi e per la nostra Città.

    Patrizia Maestri

  3. Sempre dalla parte degli ultimi: era questo l’impegno di don Luciano e il grande insegnamento che lascia a noi tutti e a Parma. Un uomo dalla personalità dirompente, capace di far interrogare Parma e i parmigiani sulle questioni più difficili e controverse. Un prete dalla grande umanità che ha dedicato la vita alle persone emarginate, ai rifugiati, ai senzatetto, a coloro che spesso, anche nella nostra quotidianità, fingiamo di non vedere o dimenticare. Nonostante la malattia, con grande determinazione, è rimasto vicino alla sua comunità e alla sua Chiesa, alle persone per cui ha combattuto durante tutta la vita. Ci ha purtroppo lasciati proprio nel momento in cui, grazie al Papa della Misericordia e nel solco dell’enciclica Laudato si’, alcune delle sue battagli avrebbero potuto trovare maggiore attenzione, ascolto e conforto. Parma gli deve molto e non lo dimenticherà.

    Giuseppe Romanini

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