Piatti etnici nelle scuole? Un flop

Piatti etnici nelle scuole? Un flop

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Nemmeno quindici giorni e il grande progetto a 5 stelle dei menu etnici nelle scuole è già gambe all’aria. Le proteste dei genitori ancora una volta coprono le idee di questa amministrazione che ha annunciato che l’integrazione si fa a tavola. Come sempre, si tratta di abbozzi di progetti e idee a metà. A quanto emerso nelle cucine di asili e scuole non vengono preparati veri piatti etnici, con ottimi ingredienti ma con la semplice introduzione di qualche sapore diverso dalla tradizione italiana. Leggo per esempio che viene preparato riso alla cantonese ma non secondo la tradizione, semplicemente unendo frittata, piselli e altri ingredienti al riso. A Parma la chiameremmo insalata di riso mentre nella tradizione cinese non verrebbe nemmeno tenuta in conto visto che il riso alla cantonese ha una preparazione ben più complessa e deve essere saltato nella salsa di soja, al contrario di quanto si fa nelle mense scolastiche. E’ un po’ come cercare anolini in brodo a Shangai e pretendere che siano buoni come quelli di casa.

Sia nei nidi che alle materne, oltre alle elementari e medie, sono stati somministrati gli stessi pasti etnici come il cous cous e anche in quel caso sono stati gettati.

I genitori dicono che la pizza spesso è cruda, le frittate umide, quindi indigeste. Intere teglie di cibo cucinato con ingredienti di alta qualità vengono buttate così come per altri alimenti. E’ vero che bambini e ragazzi spesso sono difficili da accontentare ma, come per i ristoranti, il successo non è forse decretato dal livello di soddisfazione dei clienti?

Parlo di clienti perché i genitori pagano fior di quattrini per le mense, la copertura ricade sui privati perché il Comune ci mette veramente poco. Lo ammette il vicesindaco Paci, chi ha un Isee attorno ai 12mila euro all’anno, paga 6 euro al giorno. Si tratta di famiglie che non navigano nell’oro con guadagni attorno ai mille euro al mese obbligati a spendere ben oltre 100 euro al mese per la mensa.

Non dovevano forse essere i 5 stelle – è scritto nel loro programma elettorale – a favore dei valori parmigiani? Perché ora si guarda a piatti della tradizione dei Balcani, mediorientale o di altri posti? Non dovrebbe essere loro compito nutrire bambini e ragazzi per la miglior crescita possibile anziché mandarli a casa affamati? E’ quanto riferiscono i genitori.

Perché non si riesce a farne una giusta? In un colpo solo questa amministrazione è riuscita a rendere scontenti sia parmigiani e italiani che gli stranieri offrendo un’idea di bassa qualità come i pasti. Un altro insuccesso e un altro problema caricato sulle spalle dei cittadini che non verrà dimenticato così facilmente.

Giuseppe Pellacini
Capogruppo Consiglio Comunale Unione di Centro

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