Spaccio di droga, i carabinieri smantellano piccola “impresa familiare” in via Bologna....

Spaccio di droga, i carabinieri smantellano piccola “impresa familiare” in via Bologna. Quattro in manette, individuati anche i clienti parmigiani

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Nigeriani via BolognaDue fratelli, la moglie di uno di loro e un amico, tutti nigeriani, sono finiti in manette con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo i carabinieri della Compagnia di Parma, che dal 31 gennaio scorso li tenevano d’occhio, i quattro farebbero parte di una banda che nel centro di Parma si è conquistata un certo spazio nel mercato dello spaccio di droga.

I militari hanno subito proceduto, sulla base di tre ordini di custodia cautelare emessi su richiesta della Procura di Parma, all’arresto di A.E., 28 anni, della moglie U.E., 21, e del fratello dell’uomo, il 20enne A.L. Nel corso dell’operazione, è stato arrestato un altro nigeriano Y.O., 25 anni, che si sarebbe opposto in maniera violenta, aggredendo i carabinieri, alla perquisizione domiciliare.

Tutto comincia il 31 gennaio scorso, quando una pattuglia del nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Parma, ha notato in via Bologna un cittadino extracomunitario, che alla vista della pattuglia, entrava all’interno del portone per eludere il controllo (leggi). I militari, insospettiti dall’atteggiamento, lo hanno fermato all’interno del condominio, dove è però seguita una breve colluttazione e l’uomo (si ritiene A.E.), supportato dalla moglie U.E. e dal fratello A.L. nel frattempo sopraggiunti, è riuscito a scappare. A quel punto i militari hanno deciso che c’erano tutti gli estremi per perquisire l’abitazione dell’uomo sfuggito al controllo, nel corso della quale sono stati poi sequestrati oltre ad una piccola quantità di marijuana, numerose buste in cellophane, ritagliate in modo circolare per il successivo confezionamento dello stupefacente e la somma contante di 7.960 euro di cui gli indagati non sapevano giustificare il possesso.

Inoltre, nascosto in una cassaforte, è stato trovato un manoscritto con una serie di numeri di telefono associati a delle sigle o comunque a dei soprannomi. Un libro mastro dell’attività di spaccio che, per certi versi, può essere ritenuto ancora più prezioso dello stesso stupefacente sequestrato. I carabinieri, infatti, intuito che quelle sigle altro non erano che i riferimenti ai potenziali acquirenti di droga, hanno prima analizzato i tabulati telefonici e gli intestatari delle utenze, molti dei quali sono stati poi rintracciati e interrogati. Dinanzi all’evidenzaì, molti hanno confessato di essere clienti storici della banda di via Bologna, tanto da aver acquistato, dal 2012 al 2016, cocaina e maijuana.

Secondo quanto raccontato dai clienti diventati così testimoni, sarebbe bastata una semplice telefonata per prenotare la droga desiderata, che poteva anche essere consegnata a domicilio da almeno uno dei tre arrestati legati da un vincolo di parentela. Gli accertamenti effettuati hanno quindi permesso di accertare che la piccola impresa familiare, specializzate nella vendita al dettaglio di sostanza stupefacente, tra il 2012 e il 2016 ha smerciato oltre 3,5 chilogrammi di cocaina e 2,5 chilogrammi di marijuana, con un volume d’affari superiore ai 250.000 euro.

Durante l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare per i tre nigeriani, con l’impiego di numerosi carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Parma, è finito nei guai anche l’altro giovane, Y.O., 25 anni, amico dei tre, il quale, per impedire la perquisizione domiciliare, non ha proprio esitato a scagliarsi con veemenza – quanto con un eccesso di temerarietà – contro i militari che lo hanno comunque subito bloccato. Nella casa, per la cronaca, sono stati trovati poi altri 30 grammi di cocaina. Per i tre uomini, quindi, si sono aperte le porte del carcere di via Burla, mentre la donna ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari nella casa di via Bologna.

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