Villa Alba, una delle tre operatrici arrestate era pregiudicata. Interrogazione in Regione...

Villa Alba, una delle tre operatrici arrestate era pregiudicata. Interrogazione in Regione sulla carenza di controlli

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E’ la beffa nella beffa, il passato che riemerge, inquietante. Ombre che gettano ancora più polvere e tristezza sulla questione della casa famiglia lager, Villa Alba.

Una delle tre operatrici arrestate e rinchiusa ai domiciliari, Concetta Elia, 58 anni, madre della titolare della casa di riposo, Maria Teresa Neri, e della sorella Caterina, ha due precedenti penali alle spalle: uno del 1993 per assegni a vuoto, l’altro, del 1997, per oltraggio a pubblico ufficiale.

Condanne lievi. E che ovviamente non devono impedire a una persona di rifarsi una vita, un mestiere, ma rendono ancora più agghiacciante lo scenario di violenze e brutalità cui erano sottoposti quegli anziani. E fanno riecheggiare nella mente i lamenti, le grida, la disperazione.

E passano sotto gli occhi le immagini dei rotoli di nastro adesivo, degli anziani legati a letti con le sponde troppo alte, sporchi di vomito con nessuno a pulirli, con delle mascherine per respirare nonostante l’abilitazione del pensionato fosse solo per anziani autosufficienti o con sindromi non troppo invalidanti.

E la domanda risuona: ma un controllo sui requisiti morali di chi fa un lavoro così difficile, così bisognoso di umanità, mai?

23 CASE DI RIPOSO SI COSTITUIRANNO PARTE CIVILE – Intanto 23 case di riposo si costituiranno parte civile nel processo contro chi, in Via Emilia Ovest, trattava gli anziani come merce da mungere. Come carne da 1800 euro al mese. Lo faranno per affermare che per loro gli anziani vengono prima di tutto, che non tutti gli “ospizi” sono lager, che ci sono ancora posti a cui affidare i propri anziani, persone buone che si prendano cura di loro.

INTERROGAZIONE REGIONALE – Il consigliere Fabio Rainieri (Ln) ha intanto rivolto un’interrogazione alla Giunta regionale per conoscere quando sia stata avviata l’attività della struttura e se le procedure espletate per la comunicazione di inizio attività siano state regolari e soddisfacenti, in particolare sui requisiti di professionalità e correttezza del personale, anche in riferimento all’assenza di precedenti penali, visto che, afferma il consigliere, “sarebbe emerso che una delle operatrici arrestate aveva precedenti penali”.

Rainieri ricorda che la normativa regionale che disciplina, fra le varie strutture, anche le Case famiglia, “pur essendo oltre che datata anche molto carente soprattutto dal punto di vista dei controlli, prevede comunque che l’attività di vigilanza sulle strutture spetti principalmente ai Comuni, a cui è stata data comunicazione di inizio attività, e che questi possano avvalersi dei servizi della Ausl”.

Di qui, la richiesta di conoscere se, successivamente all’inizio dell’attività, siano stati effettuati controlli a ‘Villa Alba’ da parte del Comune, se l’Ausl di Parma sia stata coinvolta e se li avesse giudicati adeguati.

Rainieri invita quindi l’esecutivo regionale ad aggiornare al più preso la normativa sulle strutture residenziali e semiresidenziali per anziani, con l’obiettivo di migliorarla soprattutto dal punto di vista della vigilanza sulla loro gestione e attività.

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