I giochi della tradizione parmense

I giochi della tradizione parmense

492
0
CONDIVIDI

L’Italia è un Paese che pullula di tradizioni. Arte, cucina, costume, ma anche intrattenimento. In ogni regione è possibile imbattersi infatti in qualche gioco tipico e l’Emilia-Romagna non fa eccezione, per quanto in questo caso molti dei principali passatempi vengano individuati nei giochi di carte. Che ci si trovi seduti in spiaggia, al bar o di fronte a un casinò online con un croupier dal vivo, le carte non vengono mai destituite del loro potere aggregante ed è così anche per Parma e dintorni. Come noto, esistono diversi tipi di mazzi regionali, ognuno dei quali tende ad omaggiare le città locali con simboli o riferimenti vari. Le carte sono forse più diffuse nel meridione che al nord, ma anche dalle parti di Parma in tanti si dilettano con giochi specifici, di quelli che non vengono mai praticati con i soliti mazzi francesi.

I mazzi più comuni in Emilia-Romagna sono in stile spagnolo e contano pertanto 40 carte, ma stranamente a Parma vengono preferite altre carte, ossia quelle del mazzo della Primiera Bolognese, che si avvicina di più agli altri mazzi utilizzati al nord. Il MarafoneBeccacino è il gioco più conosciuto da queste parti e condivide parecchie regole con il Tressette. Ne esistono 2 versioni, una delle quali è il Trionfo, che viene giocato anche in Inghilterra. Il Trionfo sembrerebbe aver avuto origine a Ferrara e può coinvolgere anche 5 giocatori, mentre l’altra variante, vale a dire il Tri sett con taj’, è pensata per un massimo di 4 persone. Nel Trionfo ogni giocatore riceve all’inizio 8 carte, nel Tri sett con taj’ 10. Lo scopo è quello di ottenere per primi 41 punti.

Anche la Petrangola rientra tra i giochi tipici di Parma. Questo gioco può annoverare anche 24 partecipanti, utilizzando molteplici mazzi. La Petrangola è gettonata principalmente nel periodo natalizio, proprio perché richiede la presenza di un elevato numero di giocatori, come nella tombola. Per farla breve, si tratta di un gioco ad eliminazione, nel quale i partecipanti hanno a disposizione un preciso numero di vite. L’obiettivo è quindi quello di rimanere con almeno una vita fino alla fine, quando si verificherà lo scontro tra gli ultimi 2 giocatori rimasti.

Un classico dei classici è il Sette e mezzo. Certo, non sarà di origine prettamente romagnola, ma rimane comunque uno dei giochi più apprezzati a Parma. A turno, i giocatori devono decidere se tirare carta o accontentarsi di quella ricevuta dal mazziere, che agisce sempre per secondo. A vincere una mano è chi tra i due ottiene il punteggio superiore, ma a parità di condizioni è il banco ad avere la meglio. Totalizzando con precisione 7 punti e mezzo, avvalendocisi delle figure, si è tenuti a rivelare in tempo reale il proprio punteggio. La “matta” è il jolly di questo gioco ed è rappresentato dal re di denari.

Oltre ai giochi di carte, però, bisogna prendere in considerazione anche i giochi da tavola che fanno utilizzo di proprie carte specifiche. Indubbiamente meritevole di menzione in questo senso è il gioco tipicamente parmigiano noto come “Nàdor, nel quale, dopo aver pescato una carta e averne seguito le relative istruzioni, bisogna cercare di conquistarne 5. Il “Nàdor” è nato proprio dall’idea di alcuni ragazzi di Parma ed è stato commercializzato grazie all’operato di una casa editrice ligure. Per cogliere i significati delle carte, però, bisogna prima studiare un po’ di dialetto…

Nessun commetno

Lascia una risposta: