Sgombero immobile Borgo del Naviglio, i chiarimenti del Comune. Ma Rete diritti...

Sgombero immobile Borgo del Naviglio, i chiarimenti del Comune. Ma Rete diritti in casa non ci sta

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“Il Comune di Parma ha avuto in essere, fino ad ora, una convenzione con la cooperativa Parma 80 per la disponibilità di posti letto per lavoratori stranieri. Le persone fanno domanda ad Informastranieri e i contratti sono poi gestiti da Parma 80. Non esiste quindi né un progetto sociale né una presa in carico da parte dei Servizi, per le persone che vi abitano, se non in casi particolari dove il Comune sostiene anche economicamente la persona – spiega l’Assessore al welfare Laura Rossi”.

“Parma 80, inoltre – prosegue l’Assessore – ha comunicato e ampiamente condiviso con il Comune la necessità di chiudere il luogo e di ristrutturare ed ha espresso la volontà (assolutamente legittima per qualsiasi privato) di realizzare altro servizio. Al momento ci sono 7 persone che, da oltre 6 mesi, sapevano che alla scadenza dei contratti e che comunque entro fine anno avrebbero dovuto cercare un’altra soluzione abitativa. Pertanto la loro situazione non è assimilabile a quella dello sfratto, né si tratta di sgombero”- .

Per l’Assessore, poi, vi è la disponibilità del Comune a trattare una piccola proroga e a concordare, eventualmente, la possibilità di offrire un posto in dormitorio, nel caso in cui qualcuno degli interessati non abbia trovato una soluzione in autonomia. “Nessuna soluzione – precisa l’Assessore Rossi – può essere proposta senza una conoscenza precisa della storia delle persone e senza la costruzione di un progetto personalizzato. In emergenza proponiamo un posto in dormitorio per consentire agli operatori un’eventuale presa in carico e la costruzione di progetti ad hoc. Stiamo, inoltre, lavorando ad un progetto di seconda accoglienza che, nei prossimi mesi, si concretizzerà con l’uscita di un avviso pubblico grazie ad un finanziamento ministeriale che siamo riusciti ad intercettare”.

L’Assessore Rossi ricorda, in risposta alle comunicazioni uscite durante il Consiglio Comunale di oggi,  che il Comune di Parma ha sempre gestito, tramite i Servizi Sociali, le drammatiche conseguenze abitative relative a tutte le emergenze legate a sgomberi e occupazioni. “Ho incontrato e conosciuto personalmente le persone sfrattate ed evacuate da via Cagliari, dal Cinema Lux, da via Bixio e via Zarotto. Con tutte le difficoltà di queste situazioni complesse e drammatiche ritengo di poter dire che mai, negli ultimi anni, ci siamo sottratti alle nostre responsabilità,anche se non sempre è possibile trovare soluzioni per tutti”.   E conclude: “Nel caso specifico delle persone inserite in Borgo del Naviglio mi auguro che i percorsi possano proseguire in autonomia proprio perché si tratta di lavoratori. Le nostre politiche, anche facendo salti ad ostacoli con le normative in essere, vanno nella direzione di sostenere i percorsi di integrazione non certo di interromperli, quindi ribadisco la presenza dei Servizi in caso di difficoltà”.

La replica di Rete Diritti in Casa – “In questi giorni governo e parlamento hanno definitivamente bocciato le timide ipotesi di proroga di blocco degli sfratti avanzate da alcuni parlamentari.

Il blocco delle esecuzioni era stato disposto dal mese di marzo 2020 per impedire che in piena pandemia da Covid19 le persone con difficoltà nel pagare l’affitto potessero essere cacciate di casa. Il provvedimento era poi stato procrastinato al 31/12/2020. Oggi ci troviamo con le stesse drammatiche condizioni sanitarie di quando il provvedimento fu inizialmente preso: consentire le esecuzioni immobiliari in questa situazione è un atto di grave irresponsabilità che può avere conseguenze drammatiche. Oltre ai rischi sanitari occorre considerare anche le gravi conseguenze sociali. Gli sfratti vengono eseguiti in un contesto di pesante arretratezza degli interventi pubblici per contenere l’emergenza abitativa.

Le poche strutture esistenti sono sature. Le case popolari o a canone contenuto sono troppo poche a fronte delle domande. Le persone che saranno sfrattate a partire da gennaio 2021 non potranno effettuare il passaggio da casa a casa e per tanti si presenta la drammatica prospettiva di dover rimanere per strada in piena epidemia.

Chi ne risponde? Occorre poi considerare che agli sfratti già arrivati alla fase esecutiva occorre aggiungere quelli che derivano dalle morosità accumulate in fase di lockdown per mancanza di lavoro o reddito da parte delle famiglie in affitto. In tutti questi mesi le istituzioni non hanno preso in considerazione nessuno strumento per affrontare una emergenza che evidentemente stanno completamente ignorando. Governo e parlamento sono stati ben più sensibili alle lamentele della lobby del partito del mattone rappresentato da Confedilizia sempre pronta a piangere miseria per i detentori della rendita immobiliare, che hanno fatto la fortuna con la liberalizzazione degli affitti e con la speculazione, lobby che trova il suo rappresentante istituzionale più importante nella figura di Matteo Renzi e di Italia Viva.

A Parma la situazione abitativa è grave: sono circa 2000 i nuclei che hanno fatto richiesta di un alloggio ERP, tantissimi quelli che hanno fatto domanda per il contributo affitti. Si tratta di cifre record che si innestano in una situazione completamente bloccata dal punto di vista della disponibilità di alloggi a canone contenuto. Siamo al corrente di decine di esecuzioni di sfratti fissati già da gennaio.

Tante persone sono già fuori casa. Come se non bastasse a Parma viene chiuso il centro di accoglienza di Borgo del Naviglio e il Comune di Langhirano ha la brillante idea di chiudere 8 alloggi nella ex caserma di Via Micheli.

Naturalmente senza predisporre strutture alternative. Il quadro è drammatico. Il 23 dicembre dalle 11 saremo sotto la Prefettura per chiedere che il Prefetto intervenga direttamente o presso il governo per misure d’urgenza di sospensione degli sfratti. In alternativa si predispongano requisizioni di alloggi per accogliere i nuclei sotto sfratto in attesa della realizzazione di un piano straordinario di interventi di edilizia sociale che può trovare riscontro nell’enorme disponibilità di edifici e alloggi non utilizzati.

I fondi per questo piano possono essere trovati tassando il patrimonio edilizio non utilizzato e con l’introduzione di una tassa che vada a gravare su chi detiene redditi e patrimoni più elevati”.

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