Miracolo a Milano: il Parma batte l’Inter 1-0

Miracolo a Milano: il Parma batte l’Inter 1-0

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Al minuto 80′, Federico Dimarco nato a Milano 21 anni fa, decide di prendersi la platea di San Siro durante un Inter-Parma che passerà alla storia. Un sinistro da 30 metri che si infila sotto la traversa di Handanovic, incolpevole, e che regala ai crociati tre punti insperati alla vigilia. Ha avuto ragione D’Aversa a non voler firmare per il pareggio ventiquattro ore prima di una gara che sembrava impossibile anche solo da giocare e che certifica una cosa: nel calcio non c’è nulla di impossibile.

Il Parma torna a San Siro dopo tre anni e non sfigura affatto. Quelli che si aspettavano una goleada come contro la Juventus, si sono dovuti ricredere ancora perché la squadra di D’Aversa ha tenuto in maniera convinta soprattutto nel primo tempo, quando ha costretto i nerazzurri a rimanere lontano dall’area di rigore. Senza Icardi, il Parma rischia poco fino a quando la squadra di Spalletti si ostina a giocare sugli esterni e a buttare palloni che Bruno Alves e Gagliolo leggono agilmente. I due centrali hanno gioco facile su Keita che non punge e ha solamente un’occasione per graffiare: la sciupa con un sinistro innocente che non può preoccupare Sepe, maldestro in alcuni interventi  minacciosi per la sua porta. Qualche difficoltà nelle uscite, un paio di palle smanacciate con grande imbarazzo. Lo graziano Perisic e un’Inter non lucida, stanca che si trascina pensando al Tottenham e credendo di poter far male in qualsiasi momento. Quando attacca, in effetti, la squadra di Spalletti dà l’impressione di avere gioco facile, fino ai venti metri. Perché il Parma fa scudo e densità in mezzo, chiude le linee di passaggio e costringe i nerazzurri ad agire lontano dall’area con traversoni che non fanno paura. E nel primo tempo il Parma ha anche qualche occasione di passare in vantaggio con un paio di contropiede sciupati. Si va negli spogliatoi con un risultato che ai crociati sta benissimo e che, tutto sommato, hanno anche meritato, costringendo Spalletti ad affidarsi subito ad Icardi.

L’argentino rileva un Keita che sembra un fantasma – per fortuna del Parma che, intanto, assorbe i colpi e si porta avanti. Fortunata, la squadra di D’Aversa si prende il merito di crederci, di lavorare benissimo in fase difensiva e di concedersi anche qualche lusso in ripartenza che può fare male. Attutito l’inizio sprint dell’Inter che va vicinissima al gol in almeno tre o quattro situazioni (fondamentale Dimarco entrato al posto di Gobbi al 46 che salva sulla linea a inizio secondo tempo) la squadra crociata respira e, con ordine, si difende preparandosi al contrattacco. In una situazione gestita male dall’Inter, Gervinho detta il contropiede che Dimarco – proprio lui – finalizza con un mancino da paura a conclusione di una settimana di gloria. Un gol che neanche nei sogni del ragazzo cresciuto nell’Inter si era materializzato. E forse neanche lui ci crede quando vede il pallone infilarsi sotto il sette e sente il boato dei 600 tifosi giunti da Parma per accompagnare il suo ‘spogliarello’ che si consuma davanti ai 60000 di San Siro attoniti per la prestazione dell’Inter e per la bellezza di un gesto tecnico che condanna Spalletti e i suoi per la seconda volta in quattro partite e che dà al Parma lo slancio giusto per sperare nella salvezza.

 

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