A Parma la coca arrivava dall’Olanda, smantellata organizzazione di marocchini e albanesi

A Parma la coca arrivava dall’Olanda, smantellata organizzazione di marocchini e albanesi

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Due anni di indagini accurate conclusa all’alba con un’operazione antidroga che ha impegnato 140 carabinieri, tre unità cinofile e un elicottero per dare esecuzione a 22 arresti ordinati dal Gip del Tribunale di Bologna su richiesta del capo della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Amato. Questi i numeri dell’operazione “Sottobosco” avviata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ferrara e arrivata fino a Parma, oltre che in Toscana, Lombardia e Sicilia. Smantellata una vasta organizzazione dedita allo spaccio di fiumi cocaina, in grado di far arrivare la droga direttamente dall’Olanda.

L’attività investigativa è iniziata il 13 marzo 2016 quando, presso la Stazione Carabinieri di Bondeno (Fe) si è presentata una coppia per denunciare il danneggiamento della propria auto, mediante il taglio dei pneumatici. Il pianto improvviso della moglie ha poi sollevato il velo sull’inferno che la famiglia stava vivendo a causa delle numerose minacce subite da parte dei creditori del loro figlio, vittima degli spacciatori di droga. La donna temeva addirittura per la propria vita. A causa del comportamento violento e minaccioso del figlio tossicomane, inoltre, la coppia ha chiesto l’intervento dei Carabinieri di Bondeno in ben quattro occasioni tra il 17 e il 20 marzo 2016. In una di queste occasioni, i Carabinieri hanno scoperto che i pusher avevano trattenuto persino la carta di circolazione della loro auto, in uso al figlio, restituendola solo dopo il saldo del debito da parte del padre del ragazzo.

Le indagini avviate su questo caso, tassello dopo tassello, hanno permesso di svelare una fitta ed organizzata rete di spaccio di sostanze stupefacenti. Il primo a finire nei guai è stato il marocchino Mohamed Jarmouni, il fornitore di cocaina destinata ai referenti del gruppo operanti in Bondeno. Risalendo poi la struttura organizzativa – di “tipo piramidale” e caratterizzata da una spiccata propensione alla violenza – si è arrivati a 5 cittadini albanesi ritenuti anch’essi alla guida dell’organizzazione: Defrim Dervishi, Enver Dervishi, Ihaxhi Dervishi, Besnik Dervishi e Klodian Alushku, operanti tra le province di Pisa e Firenze, che curavano l’approvvigionamento di cospicui quantitativi di cocaina dall’Olanda, servendosi di una rete di corrieri, tra i quali Olsi Ivziku, e immettevano la droga sui mercati emiliano-romagnoli tra cui, appunto, la provincia di Parma.

Klodian Alushku, operante nella provincia di Firenze, avvalendosi di altri due connazionali (Sphetim Fili e Shkelzen Cani), pur gestendo una rete distributiva autonoma, evidenziava contatti rilevanti con il gruppo Dervishi, al quale era legato sotto il profilo dell’approvvigionamento.

Una vera e propria organizzazione criminale, secondo i Carabinieri e la Dda di Bologna, la cui mente indiscussa era proprio il marocchino Mohamed Jarmouni. È lui, infatti, che reggeva le fila, conducendo personalmente le trattative per gli acquisti con il gruppo degli albanesi che facevano capo ai Dervishi, ma anche impartendo precise istruzioni sul da farsi nelle singole operazioni illecite e disponendo dei concorrenti quali sottoposti, chiamati a intervenire singolarmente o in raccordo, secondo prestabilite modalità e relative all’utilizzo dei veicoli, all’occultamento dello stupefacente e alla gestione del danaro.

Piuttosto basso il costo d’acquisto per ogni chilogrammo di cocaina: al di sotto di 35.000 euro, mentre sulla piazza veniva spacciata tra gli 80 e i 120 euro al grammo. Tenendo conto del contenuto medio di principio attivo nelle singole dosi sequestrate, è emerso che da un chilo di cocaina ben tagliata se ne ottenevano quattro chili e mezzo. I conti sono quindi presto fatti: anche se la piazzavano al prezzo minimo, 80 euro, facendo così concorrenza ad eventuali rivali, l’incasso era di ben 360 mila curo.

Durante l’operazione sono stati effettuati diversi sequestri di polvere bianca per un totale di 7 chilogrammi. Recuperati complessivamente anche 28.000 mila euro in contanti.

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