Festival della Lentezza alla Reggia di Colorno, tre giornate dense tutte da...

Festival della Lentezza alla Reggia di Colorno, tre giornate dense tutte da vivere

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La Reggia di Colorno sarà la location ideale per il Festival della Lentezza, che dal 15 al 17 giugno proporrà un percorso di incontri, laboratori, spettacoli, documentari e libri, una filosofia di vita che mette al centro la qualità dei rapporti umani, nel rispetto del territorio e delle sue risorse naturali (Programma 2018). Il sindaco di Colorno Michela Canova ha posto l’accento sul progetto Bosco del Tempo, il cui primo seme sarà gettato domenica 17 giugno, al quale partecipa anche l’Azienda Agraria Sperimentale Stuard di Parma: un frutteto di frutti dimenticati realizzato in un’area messa a disposizione del Comune, per il quale nei mesi scorsi sono stati raccolti circa 20.000 euro con l’adozione di alberi da tutta Italia. Tra qualche anno, i frutti raccolti saranno parte della dieta dei bambini nel servizio mensa e protagonisti di percorsi di educazione ambientale sul campo.

Gli alberi da frutto saranno espressione di piante autoctone – ha spiegato Roberto Reggiani del Podere Stuard – e della varietà che va oltre l’omogeneità imposta dagli scaffali dei supermercati. Sarà un luogo di interazione, di svago, il posto in cui passare il tempo, ma anche dove aiutare, coltivare con il coinvolgimento della comunità. La lentezza è alla base della biodiversità. È la velocità che ci porta a standardizzare i prodotti”.

Marco Boschini, direttore artistico del Festival e coordinatore dell’Associazione Comuni Virtuosi che organizza l’evento, ha posto l’accento sul tema della manifestazione: “coltivare”, un concetto che connette contenuti di varia natura e che è inteso in tutte le sue accezioni, dal coltivare la terra, al coltivare cultura, passioni, relazioni. “Le tante attività del ricco programma del Festival della Lentezza sono per la maggior parte gratuite e ad ingresso libero – ha sottolineato Boschini -. Per ogni evento c’è la possibilità di registrarsi e prenotarsi sul sito internet https://lentezza.org/. Da non perdere, la cena anti-spreco di venerdì 15 giugno, che racchiude aspetti cruciali del festival, cioè il tema del cibo legato allo spreco alimentare, un problema etico, economico ed ambientale”.

Appuntamento alle 20 nel giardino della Reggia con lo chef Cristian Broglia e il prete di strada don Fabio Corazzina. In Italia c’è una legge anti-spreco alimentare, ma si stima che a livello nazionale ogni anno circa 2,2 milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura, per un costo complessivo di 8,5 miliardi euro. Per sensibilizzare sul valore di ciò che si porta in tavola, la prima serata del Festival della Lentezza comincia con “La cucina degli avanzi”, una cena anti-spreco, nel giardino della Reggia. Lo chef Broglia preparerà un menu recuperando materie prime e prodotti in buono stato, ma pronti per essere gettati. Ad aiutarlo, ci saranno le ragazze e i ragazzi della Cooperativa Fiorente di Parma, giovani con diverse abilità, che si occuperanno anche del servizio a tavola. Ad accompagnare i commensali nella degustazione delle diverse portate, tra i bagliori delle candele, la musica barocca delle musiciste del trio “Le vipere gentili”. Il ricavato della cena andrà alle famiglie bisognose del territorio. Il menu fisso è al prezzo di 35 euro a persona, i bambini fino a 4 anni non pagano, dai 4 ai 10 anni pagano 15 euro.

Circa 30 volontari saranno a lavoro per dare supporto nell’organizzazione e nella logistica della manifestazione. Ad entrare nei dettagli del programma, Alberto Monteverdi, organizzatore del Festival della Lentezza, il quale ha ricordato i nomi di richiamo che saranno presenti, come il filosofo e psicologo Umberto Galimberti, lo scienziato Stefano Mancuso, il musicista Samuele Bersani, lo scrittore Erri De Luca, la filantropa Cecilia Strada, il trombettista Paolo Fresu. “Non solo grandi nomi – ha aggiunto Monteverdi – ma una moltitudine di incontri ed attività laboratoriali, non solo per ascoltare, ma anche per fare. D’altronde, le relazioni si coltivano nel fare”.

I laboratori saranno suddivisi a seconda delle fasce di età. Tante anche le esposizioni, tra cui lo spazio alla lettura con le Librerie Coop, il mercato contadino con i produttori locali a filiera corta (domenica 17 giugno), arte e artigianato. Particolarmente importante è la mostra fotografica incentrata sulla condizione femminile, come illustrato da Fabrizia Dalcò di Coop Alleanza 3.0, che ha collaborato all’organizzazione. La mostra dal titolo “Cento giorni di solitudine”, che sarà inaugurata il 16 giugno alle 10, è realizzata dalla fotografa dalla cittadinanza palestinese Nidaa Badwan, nota per la sua protesta artistica e pacifica riguardante la condizione del suo popolo e quella delle donne, in particolare. “Dietro al coltivare vi è il seminare – ha detto Fabrizia Dalcòe il legame con il proprio territorio in cui si seminano e si vendono i prodotti. Coltivare è correlato anche alla cultura attraverso i libri che tramite le librerie Coop saranno presenti al festival”.

Da non perdere il concerto itinerante di arpe tenuto dagli allievi di Alice Caradente. Sabato 16 giugno c’è inoltre la presentazione del libro “Plant Revolution” dello scienziato Stefano Mancuso. Un altro momento speciale sarà quello dell’intervista a Samuele Bersani e lo spettacolo “Il coltivato e il raccolto” di Erri De Luca. Lo spazio dell’Aranciaia della Reggia di Colorno sarà dedicato ai documentari sui temi dell’agricoltura: il 16 con la proiezione di “Con i piedi per terra” di Andrea Perdicca e il 17 giugno con “Hunger for Bees” per la regia di Silvia Luciani. Domenica 17 tra le iniziative da non perdere la conferenza con Cecilia Strada di Emergency e il concerto di Paolo Fresu che con la lentezza della tromba accompagnato dal pianista-bandoneonista Daniele Di Buonaventura chiuderà il festival.

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