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A Cibus un Parmigiano che salva le api e un burro no Ogm: tutto made in Parma

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Prende sempre più piede anche nel Parmense l’agricoltura sostenibile, in grado di produrre alimenti di eccellenza riducendo l’impatto ambientale. Meno utilizzo di acqua e di agrofarmaci, più spazio alle energie rinnovabili e a produzioni che salvaguardano l’ecosistema. È stato questo il tema del primo giorno del Cibus, salone internazionale dell’alimentazione, presso lo stand di Coldiretti Emilia Romagna, padiglione 7 stand C060 dove sono stati presentati il primo Parmigiano Reggiano con il marchio “Ape” dell’azienda agricola Sangonelli-Del Bono di Montechiarugolo, ottenuto utilizzando per l’alimentazione del bestiame il mais-salva api, un progetto promosso da Sis, la Società italiana Sementi in collaborazione con Coldiretti, che prevede di fornire alle aziende, insieme con il seme di mais anche il seme di Facelia, una pianta utile ad alimentare le api nel periodo di fine primavera, in cui per loro non è facile trovare piante in fiore alla fine delle grandi fioriture degli alberi da frutta. Il Parmigiano così ottenuto viene contraddistinto dal marchio di un’ape, con la scritta “Salviamo le api per salvare il mondo”. Se l’azienda Sangonelli-Del Bono è stata la prima a produrre questo Parmigiano Reggiano, altre ne stanno seguendo l’esempio e otterranno presto il marchio.

A fianco del Parmigiano, al Cibus è stato presentato il burro Valparma No Ogm, ottenuto da panna di latte selezionato e garantito dai rigorosi disciplinari di produzione del Parmigano Reggiano. La riscossa del burro, con l’aumento del 12,5% della spesa nel carrello delle famiglie italiane nel 2017 è dovuta anche al riconoscimento di positive proprietà da parte di recenti studi scientifici che hanno fatto cadere pregiudizi nei confronti di un prodotto che viene oggi percepito come più naturale e salutare di altri. Il burro sta riacquistando popolarità ed è tornato ad essere uno dei grassi più usati in cucina per i suoi molti punti di forza: a differenza delle margarine non è un prodotto chimico, è meno calorico degli oli, non è idrogenato ed è ricco di nutrienti come il calcio, sali minerali, proteine del latte e la vitamina A, senza contare che è un prodotto del tutto naturale e senza conservanti. A spingere la domanda del burro è anche la scelta di un numero crescente di industrie alimentari di orientarsi verso prodotti “olio di palma free”, che hanno avuto un incremento record delle vendite del 17,6% nel 2017 sulla base delle elaborazioni Coldiretti sui dati dell’Osservatorio Immagino.

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