Licenziamento collettivo alla Lampogas, la solidarietà di LeU e Potere al Popolo

Licenziamento collettivo alla Lampogas, la solidarietà di LeU e Potere al Popolo

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A conclusione della fase sindacale della procedura di licenziamento collettivo della Lampogas srl, non è stato possibile trovare un’intesa con l’azienda, poiché la soluzione prospettata – dicono le parti sociali – prevede come unica possibilità il licenziamento collettivo dei lavoratori comunicato lo scorso 18 dicembre. Decisione “sconcertante e particolarmente immotivata”, sottolinea la Cgil, visto che tra il 2014 e il 2016 una decina di lavoratori tra impiegati ed operai ha già lasciato l’azienda. Il sospetto è quindi che il fondo di investimento azionista di maggioranza abbia imposto un ulteriore contenimento dei costi, attraverso l’esternalizzazione di interi settori e la precarizzazione del maggior numero possibile di forza lavoro. I sindacatri reagiscono con 16 ore di sciopero e il blocco degli straordinari, in attesa di tornare al tavolo delle trattative su basi di partenza diverse.

Intanto entra in campo anche la politica, con la presa di posizione di Liberi e Uguali con Grasso e di Potere al Popolo.

Liberi e Uguali esprime piena solidarietà ai lavoratori della Lampogas di Fontevivo, colpiti da un licenziamento collettivo  senza giustificazioni. Ancora una volta, come già con la Froneri di Parma, i lavoratori sono lasciati senza lavoro e  senza tutele, grazie al Jobs act”. Così Alessandro Grossi, candidato di LeU alla Camera, nel collegio uninominale che comprende Parma, lui stesso vittima della stessa situazione: stagionale dal 1981 all’Italgel – Nestlé – Froneri, dipendente a tempo indeterminato dal 1986, licenziato dal 28 dicembre 2017.

La formazione di Liberi e Uguali è nata per ridare dignità al lavoro – afferma ancora Alessandro GrossiNegli ultimi anni nel nostro Paese il lavoro è  diventato sempre meno tutelato e sempre più precario. Sono continue anche le notizie degli infortuni sul lavoro, come l’esplosione di ieri all’Ecosfera del Comasco,con 9 operai feriti, l’ultimo di una lunga serie. E’ ora di cambiare strada: cancelliamo il Jobs act, che ha fatto tanti danni, cancelliamo l’attuale jungla di forme contrattuali precarie, torniamo a considerare il contratto a tempo indeterminato a piene tutele come la forma prevalente di assunzione, e ripristiniamo l’art.18 per tutti. È questa la sicurezza che manca: la sicurezza sul posto di lavoro e la sicurezza che deriva da un’ occupazione con tutele certe e retribuzioni eque. Sicurezza che le imprese , multinazionali e non, sempre meno sono disposte a garantire in spregio alla responsabilità sociale a cui vengono richiamate dalla Costituzione Italiana. Di tale deriva – conclude Grossi – è fortemente impegnata anche su questo  fronte.ne fanno le spese i lavoratori e i territori che, assieme alle istituzioni, non riescono a fermare questo stillicidio di posti di lavoro, di competenze e di siti produttivi. Urge pertanto una legislazione che riporti al centro il lavoro e restituisca sicurezza, quella vera, ai lavoratori, cioè ai cittadini. Liberi e Uguali è fortemente impegnata anche su questo  fronte.

Al fianco dei lavoratori Lampogas anche Stefano Carosino, candidato di Potere al Popolo nel collegio uninominale Fidenza per la Camera dei deputati.

Potere al Popolo esprime la propria solidarietà ai lavoratori dello stabilimento Lampogas di Bianconese di Fontevivo, che stanno lottando per difendere i loro diritti e il loro posto di lavoro – dice Carosino -. Questa inaccettabile procedura di licenziamento collettivo segue i tagli già operati al personale nella zona negli ultimi anni, in un copione che conosciamo bene e in cui è rappresentato tutto l’atteggiamento predatorio e speculativo dei fondi di investimento: alle acquisizioni seguono, dopo poco tempo, le esternalizzazioni e i tagli al personale. Le ripercussioni negative dei licenziamenti non interessano soltanto i licenziati e il tessuto sociale locale, ma anche i lavoratori che conserveranno il posto di lavoro. Un posto di lavoro che in questo modo sarà sempre più precario, in condizioni di maggiore ricattabilità e minore sicurezza. Occorre invertire la tendenza, dal pacchetto Treu in poi sempre più marcata – conclude Carosino – della precarizzazione: l’abolizione del Jobs Act e il ripristino dell’articolo 18 sono il primo passo sulla strada verso il diritto a un lavoro stabile e sicuro”.

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