Cinque parmigiani nel cuore e nella memoria: posate le nuove pietre d’inciampo

Cinque parmigiani nel cuore e nella memoria: posate le nuove pietre d’inciampo

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Giorgio Nullo Foà venne prelevato da militari tedeschi dal negozio di sementi in cui lavorava, in piazza Garibaldi, il 29 settembre 1943 e portato nel carcere di San Vittore a Milano e poi nel campo di sterminio di Birkenau. Renzo Mosè Levi venne arrestato il 27 settembre 1943, prima detenuto nel carcere di San Francesco a Parma, poi deportato prima ad Auschwitz poi a Mauthausen. Ulda Camerini venne arrestata nel dicembre 1943 e deportata nel campo di Birkenau. Giuseppe e Sergio Barbieri, padre e figlio, furono arrestati nel novembre 1944 e deportati a Mauthausen e poi a Gusen. Nessuno di loro ritornò a guerra conclusa, tutti e cinque furono assassinati.

Per ricordarli e perché non vengano mai dimenticati neppure dalle giovani generazioni – in occasione della giornata della Memoria 2018, promossa dal Comune di Parma e dall’Isrec – si è svolta oggi la cerimonia di posa di cinque pietre d’inciampo in Piazza Garibaldi grazie all’artista Gunter Demnig che dagli anni Novanta, in Europa, ha posato più di 64.000 Pietre in 1.200 località: ogni pietra corrisponde a una singola vittima. Il suo progetto consiste nell’incorporare, nel selciato stradale della città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, piccoli blocchi in pietra ricoperti con una piastra di ottone su cui sono incisi il nome della persona, l’anno di nascita, la data, e l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. Sanpietrini d’ottone sistemati in modo da sporgere dall’asfalto. Piccoli quadrati dorati che segnalano i luoghi dove abitavano o lavoravano (e da dove sono state arrestate e deportate) le vittime della persecuzione fascista e nazista.

La cerimonia, alla presenza del sindaco Federico Pizzarotti, dell’assessora alla Partecipazione e Diritti dei Cittadini Nicoletta Paci, del presidente Attilio Ubaldi, della vicepresidente Carmen Motta e del direttore dell’Istituto Storico della Resistenza di Parma Marco Minardi, del presidente dell’Anpi Aldo Montermini, del prefetto Giuseppe Forlani, del Pro Rettore vicario Paolo Martelli, del consigliere Sandro Maria Campanini e dell’artista, ideatore e realizzatore del progetto, Gunter Demnig ha preso inizio da Piazza Garibaldi, con la posa della pietra per Nullo Foà, per proseguire in via Cavallotti 30, davanti all’abitazione di Renzo Mosè Levi, per continuare in viale delle Rimembranze 36 per l’abitazione di Giuseppe e Sergio Barbieri, per concludersi con la posa per Ulda Camerini in via Duca Alessandro 60.

Ricordare fa bene – ha detto Nicoletta Paci -. La scelta della memoria, di una memoria visibile nelle città, è un modo di ricordare le discriminazioni, i morti, il mancato riconoscimento dei diritti delle minoranze e, insieme, di contrastare certe recrudescenze che si sono manifestate negli ultimi tempi”.

Attilio Ubaldi, presidente di Isrec, ha sottolineato come questa seconda iniziativa di Pietre d’Inciampo per la città di Parma “Rappresenti una resistenza contro il nazifascismo in ambito europeo, dove ogni città,  conserva luoghi di dei sacrifici e della memoria delle azioni e degli uomini della resistenza civile e militare”.

Il presidente dell’Anpi Aldo Montermini, nel ricordare la vicenda di Sergio Barbieri, un partigiano ventenne, catturato e deportato dopo un breve ritorno a casa dalle missioni in Appennino ha voluto citare “un episodio apparente marginale, quello dei manifesti apparsi in Oltretorrente ad opera di gruppi studenteschi di estrema destra. E’ la testimonianza della baldanzosità e della sfrontatezza che ricordano atmosfere che credevamo ben chiuse nella “pattumiera della storia”. Siamo vigili a questi segnali e di certo non faranno tanta strada”.

Gunter Demnig l’artista tedesco che, da anni, dal 1995, promuove il suo progetto di memoria urbana nelle città d’Europa ha raccontato alle numerose persone raccolte durante la posa delle pietre come vive questa esperienza: “Ogni pietra è una nuova pietra. Ogni nome inciso una nuova persona conosciuta, una nuova storia che viene raccontata. Il sogno iniziale di mettere pietre in ogni luogo in cui fosse passata la Wehrmacht ha preso vita in 64.000 pietre posate, ma non ho intenzione di fermarmi”.

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