Alluvione a Colorno, ecco cosa non ha funzionato

Alluvione a Colorno, ecco cosa non ha funzionato

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L’esondazione dello scorso 12 dicembre che ha colpito duramente il nostro territorio con una quantità d’acqua inaspettata ed una forza inconsueta, ha evidenziato ancora una volta le criticità di un territorio ad alto rischio idrico.

Sebbene vi sia stato un fenomeno naturale insolito, non è tollerabile che ad oggi non ci sia potuta essere una gestione dell’emergenza idonea all’evitare gli oltre 6 milioni di danni che hanno colpito duramente Colorno. Dopo le numerose e giuste recriminazioni da parte di cittadini colpiti dall’alluvione, abbiamo deciso di dar loro voce. Iniziamo col dire che il lunedì precedente al giorno della piena, alle ore 20; sono inziate le prime valutazioni del rischio, e il COC (centro operativo comunale) è stato aperto solamente a notte inoltrata, ossia alle ore 2, quando la piena aveva raggiunto i 6 metri e 50. La macchina dei soccorsi si è mobilitata quindi solo alle 4 di notte dovendo fare i conti con tanti problemi. Durante la preparazione dei sacchetti di sabbia, la macchina insacchettatrice ha avuto un guasto ad una candela, e i sacchetti si sono continuati a fare a mano direttamente in piazza, causando grave ritardo nella preparazione delle barricate.

Il comune aveva già 500 sacchetti pronti in deposito, quota evidentemente insufficiente a gestire tale emergenza. Alcune chiuse hanno faticato ad aprirsi o addirittura non si sono aperte, a causa di problemi ai motori arrugginiti e guasti. L’allarme è stato dato in ritardo, e con una modalità poco consona all’emergenza in corso. Sono state effettuate telefonate ai cittadini, e alcuni volontari si recavano sul posto per citofonare ai residenti (solo in alcune zone). In Via Roma, luogo in cui è avvenuto grave disagio, l’allarme non è stato praticamente mai dato. L’allarme Rosso è stato diramato al comune di Colorno, solo a piena completata. Alle ore 4.40 del giorno della piena, c’erano già circa 8 metri d’acqua e lascia perplesso il fatto che l’idrometro di Ponte Verdi abbia segnalato un livello di acqua inferiore al 2014.

Tutti questi aspetti spero che vengano chiariti al più presto e che si trovi il giusto modo di operare. Intanto noi di Fratelli d’Italia colorno, dopo un capillare confronto con i cittadini, proponiamo quanto segue:

Avere un deposito di pallet con sacchi di sabbia già pronti all’uso. Potrebbe essere utilizzato, in accordo con Trenitalia, il vecchio deposito ex carico/scarico merci della fermata-stazione di Colorno. Un modo utile per rivalutare un area, che tutt’ora risulta degradata.

Avvisare meglio e prima i cittadini. Doverosa è l’auto della protezione civile con gli altoparlanti, e magari realizzare un sistema di SMS automatico da inviare a un preposto per ogni nucleo familiare colornese in caso di allerta. Effettuare periodica pulizia e manutenzione di tutti gli argini e delle aree fognarie; come la costante manutenzione dei mezzi di lavoro, e dei motori delle chiuse doveva essere una prerogativa assoluta!  E’ stata evidente durante questa alluvione l’incuria di certi strumenti di gestione dell’emergenza. Occorre infine effettuare una costante formazione dei cittadini al fine di renderli edotti per queste pericolose situazioni. Utile potrebbe essere anche l’incentivo ai commercianti e ai residenti che vogliano porre delle paratie di sicurezza al fine di evitare l’allagamento delle loro case e attività commerciali.

Il comune di Colorno, sta già vivendo una situazione di continua emergenza, dovuta alla chiusura del ponte di Casalmaggiore, e peggiorare le cose in un territorio già provato, non è assolutamente da fare. Occorre inoltre evitare che in futuro ci si faccia trovare impreparati. Potrebbe andare peggio.

Nicola Scillitani
Coordinatore comunale di Colorno
Fratelli d’Italia

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