11 metri d’acqua: a Sorbolo chiuso il ponte sull’Enza

11 metri d’acqua: a Sorbolo chiuso il ponte sull’Enza

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Raggiunti gli 11 metri d’acqua: e alle 11 è stato chiuso il ponte sull’Enza a Sorbolo. Il rischio chiusura era stato annunciato in mattinata dal sindaco Nicola Cesari nel momento in cui erano stati superati i 10 metri. Le piogge che continuano a scendere in Appennino e le temperature – attorno ai 7 gradi – che hanno favorito lo scioglimento della neve hanno fatto innalzare il livello del fiume.

La chiusura del ponte rende ancora più complicata la vita dei pendolari che si trovano da mesi alle prese con la chiusura del ponte sul Po a Casalmaggiore.

I percorsi alternativi

COME ANDARE OLTR’ENZA

Da Parma verso Brescello, per poi raggiungere eventualmente il ponte sul Po di Boretto e Viadana, un primo percorso per i mezzi leggeri è quello che prevede di passare dal ponte sull’Enza di Coenzo che, per chi parte da Parma città, può essere raggiunto transitando sulla Sp72 Parma-Mezzani, prolungamento di via Burla, o transitando sulla provinciale 62r della Cisa, passando dal centro abitato di Sorbolo. Conviene invece percorrere la via Emilia sino a Sant’Ilario per poi raggiungere Poviglio e da lì la Cispadana per chi è diretto verso la zona orientale della Bassa reggiana. C’è anche l’opzione autostrada con l’uscita al casello Terre di Canossa, idonea soprattutto per i mezzi pesanti che, se autorizzati alla circolazione, dovrebbero comunque essere pochi in un giorno festivo.

DALLA BASSA VERSO PARMA

Percorso inverso dalla Bassa reggiana verso Parma. È possibile percorrere la provinciale 62r della Cisa sino alla rotatoria che precede il passaggio a livello a Sorbolo Levante. Da quel punto è necessario seguire le indicazioni per Gattatico, Campegine e Sant’Ilario in modo da raggiungere la via Emilia tramite la quale dirigersi verso Parma. Per chi arriva dalla Bassa cremonese e mantovana è altresì possibile, una volta raggiunta Boretto, spostarsi in direzione di Brescello e, tramite l’argine maestro del fiume Po, raggiungere il ponte di Coenzo e da lì Parma e il Parmense, soprattutto se si è diretti verso Mezzani, Colorno o in generale l’area ovest della nostra provincia.

 

1 COMMENTO

  1. Piove sul bagnato, anzi, piove sul disastro ed è il risultato della politica attendista e auto deresponsabilizzante della Regione Emilia-Romagna. Ora si può comprendere come la situazione disastrosa dei collegamenti con la Lombardia attraverso i ponti sul Po riguardi non solo i territori rivieraschi del fiume ma anche la viabilità più frequentata della provincia di Parma compresa quella del capoluogo, con buona pace del Sindaco Pizzarotti che di questo enorme problema se ne è assolutamente infischiato.

    È infatti accaduto quello che non doveva ma si sapeva che poteva accadere, una piena dell’Enza, che costringe a chiudere il ponte di Sorbolo e quindi ad interrompere la principale alternativa al tragitto del ponte tra Casalmaggiore e Colorno per i collegamenti stradali con la Lombardia, riversando il traffico su via Emilia e autostrada. Tutto questo avviene perché in Regione Emilia-Romagna da tanti anni non si guarda con la dovuta attenzione a questa parte del territorio regionale. Le infrastrutture stradali di questo territorio sono inadatte perché andavano cambiate già da anni o comunque ristrutturate e meglio mantenute. A Bologna, invece di mettere a disposizione i soldi, li si è tolti con l’assurda riforma delle province rimasta a metà ma che ha svuotato le case degli enti provinciali competenti su quelle e strade e quei ponti.

    È ora che il governatore Bonaccini cambi questa tendenza all’abbandono di Parma e provincia e preveda anche ingenti finanziamenti regionali per fare presto a sistemare questa viabilità disastrata. I soldi statali del decreto fiscale infatti non possono bastare anche perché il problema non può essere risolto solo mettendo delle pezze agli attuali attraversamenti del Po. Servono nuove infrastrutture, come il completamento della TIBRE e la Cispadana. Se ne parla da decenni come necessarie ma poi il PD locale e al governo della Regione si tira sistematicamente indietro dal realizzarle.

    Fabio Rainieri
    Consigliere regionale Lega Nord

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