Professore ad honorem dell’Università di Parma: Paolo Conte sale in cattedra

Professore ad honorem dell’Università di Parma: Paolo Conte sale in cattedra

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Paolo Conte è il nuovo professore ad honorem dell’Università di Parma. Il grande cantautore astigiano che proprio a Parma si è laureato in giurisprudenza nel lontano 1962, è stato insignito dal rettore Paolo Andrei del titolo di professore ad honorem in “Linguaggi musicali della contemporaneità”.

Credo caro maestro, caro professor Conte – ha detto tra l’altro Paolo Andreiche la presenza di tante persone qui oggi, in particolare di tanti giovani studenti, sia il segno tangibile dell’ammirazione e della profonda stima che la comunità accademica parmense desidera dimostrarle per tutto ciò che ha fatto in tutti questi anni di straordinaria carriera artistica, per ciò che ha saputo donarci, per le straordinarie opere che ha regalato al mondo intero. Per noi è davvero un privilegio averla qui e gliene siamo molto riconoscenti“.

Dopo l’introduzione del rettore Andrei, è seguita la lettura della motivazione del conferimento da parte del direttore del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali Diego Saglia.

Conte – ha sostenuto tra l’altro il professor Sagliatrasforma il ruolo del cantautore o almeno ne impone una nuova definizione legata a un canto che sconfina e sfuma nel declamato e rimanda alla cura musicale timbrica nonché alla capacità di fondere linguaggi sonori e poetici diversi in un gioco combinatorio il cui esito è un mondo originale non solo la somma degli elementi che lo costituiscono”.

“La sua carriera è stata una continua ricerca verso l’integrazione tra la musica e la poesia che ne scaturisce, dai pittoreschi quadri di provincia delle prime canzoni all’intimismo elegiaco degli ultimi anni – ha aggiunto Saglia, sottolineando poi che «le suggestioni musicali gli provengono da ogni parte, dal jazz come dai suoni del sud America, dalla canzone italiana come dalle declamazioni musicali francesi, per trasformarsi in parole che si radicano nelle onomatopee futuriste, nelle tinte sfumate dei crepuscolari, nell’immagine sintetica dell’ermetismo. Nelle sue canzoni si dipana un universo novecentesco – musicale e letterario – ma senza rimpianti nostalgici, perché, di esso, Conte esplora piuttosto le potenzialità poetiche”.

Paolo Conte ha quindi ricevuto nell’aula magna la pergamena di professore ad honorem, appositamente realizzata per l’evento dall’artista Giorgio Tentolini. Subito dopo la sua attesa lectio magistralis, che ha ripercorso la storia della musica dell’ultimo mezzo secolo e insieme la sua. A partire dal successo raccolto in Francia nel 1985 che ha aperto le porte del mondo alla sua musica.

Avrei sperato in questa lectio di non dover parlare di me stesso perché è una cosa che mi mette sempre in agitazione. Ma siccome nella lettera con cui il rettore mi annunciava questa onorificenza, si capiva che soprattutto gli studenti avevano bisogno una testimonianza, faccio questo discorso nell’illusione e nella speranza di essere un po’ utile agli studenti“, ha detto il cantautore introducendo la sua lezione condita di simpatiche battute.

 

 

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