Agricoltura sostenibile, scienziati europei s’incontrano a Parma

Agricoltura sostenibile, scienziati europei s’incontrano a Parma

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Martedì 17 e mercoledì 18 ottobre il progetto europeo Intense, dedicato alla all’agricoltura sostenibile, farà tappa all’Università di Parma – al Centro Sant’Elisabetta, Campus Scienze e Tecnologie, Parco Area delle Scienze – per il suo convegno autunnale, per discutere i risultati del primo anno di lavoro. Cambiamenti climatici, nuove esigenze alimentari, produzione di combustibili da fonti rinnovabili, inquinamento, suoli marginali, siccità: tutte sfide che l’agricoltura moderna si trova ad affrontare e per cui non ci sono soluzioni certe.

L’Unione Europea è il maggior esportatore di alimenti al mondo, e l’agricoltura è per l’Europa uno dei fiori all’occhiello. Parma è un territorio di grande vocazione per le produzioni di qualità e per le eccellenze agroalimentari, ma i sistemi di produzione attuali rischiano di non essere più adeguati alle sfide del presente e del futuro, come cambiamento climatico, inquinanti, carenza idrica, nuovi patogeni, e così via.

È sulla base di queste premesse che i ricercatori dell’Università di Parma partecipano al progetto Intense (“Intensificazione delle produzione, trasformazione di biomassa in energia e nuovi prodotti, e protezione dei suoli in Europa”) finanziato dalla rete di ricerca Facce Surplus, dedicata alla sostenibilità dell’agricoltura intensiva. Al convegno autunnale, ospitato dai professori Nelson Marmiroli, Elena Maestri, Alessio Malcevschi e Marta Marmiroli del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale dell’Università di Parma, si discuteranno i risultati del primo anno di lavoro.

I ricercatori europei partecipanti al progetto provengono da Norvegia (Ås), Francia (Bordeaux), Germania (Monaco), Polonia (Varsavia), Spagna (Madrid) e Belgio (Hasselt). Presente anche l’Azienda Agraria Sperimentale Stuard di Parma, dove si stanno effettuando gli esperimenti di colture con metodi innovativi, e il Consorzio Interuniversitario Nazionale per le Scienze Ambientali (CINSA).

La novità principale nel progetto INTENSE consiste nell’uso dell’agricoltura di precisione e dell’agricoltura di transizione come soluzione per ridurre gli impatti delle coltivazioni intensive, sia per l’uso dei fertilizzanti sia per acqua e fitofarmaci. L’agricoltura di precisione, che si avvale anche dell’utilizzo di droni e sensori, somministra solo quello che serve quando e dove serve, evitando gli sprechi. Strumentale a questo approccio è l’uso di ammendanti organici per migliorare i suoli e stimolarne la vita microbica, come il compost e il biochar, il carbone vegetale che contribuisce a potenziare le prestazioni delle colture. Si valuteranno gli effetti di queste nuove pratiche agronomiche sui servizi ecosistemici che l’agricoltura può offrire, come la protezione della biodiversità, la salvaguardia delle risorse idriche, la depurazione e la fornitura di prodotti alimentari.

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