11-22 Ottobre – Il Paradiso di Lenz Fondazione al Ponte Nord per...

11-22 Ottobre – Il Paradiso di Lenz Fondazione al Ponte Nord per il Festival Verdi

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Sta per vedere la luce la nuova creazione di Lenz Fondazione: “Paradiso. Un Pezzo Sacro”, dai Quattro Pezzi Sacri di Giuseppe Verdi, creata su commissione del Festival Verdi. Prova generale aperta al pubblico mercoledì 11 ottobre alle 21, debutto assoluto giovedì 12 sempre alla stessa ora, cpn repliche dal 13 al 15 e dal 18 al 22 ottobre (sabato e domenica alle 20, altri giorni alle 21). Lo spettacolo, seconda parte di un articolato progetto biennale dedicato alla Divina Commedia di Dante Alighieri, sarà allestito negli imponenti spazi del Ponte Nord di Parma.

In scena cinquanta artisti: venti performer di Lenz Fondazione tra cui il nucleo degli attori sensibili Paolo Maccini, Delfina Rivieri, Franck Berzieri e le attrici Sandra Soncini, Valentina Barbarini, Barbara Voghera, Carlotta Spaggiari, Chiara Garzo, Monica Bianchi, Lara Bonvini, e trenta coriste dell’Associazione Cori Parmensi, dirette da Gabriella Corsaro, appartenenti ai cori Ars Canto G. Verdi, Cantafabula, La Fontana, Laus Vocalis, Sant’Ilario, Renzo Pezzani e Vox Canora.

«Dei Quattro Pezzi Sacri, tre sono dedicati alla Vergine Maria. La figura femminile nel melodramma verdiano rappresenta la salvazione, l’innocenza. Nel nostro Paradiso agiscono, tra una moltitudine femminile, due sole figure maschili: Dante e San Bernardo. Ma il Paradiso che abitano è solo della donna, solo attraverso il corpo di Lei si può vivere, non vedere, la Luce – suggerisce Francesco Pititto, responsabile di drammaturgia e imagoturgia -. Nel canto trentatreesimo della terza delle tre Cantiche, la Trinità come un buco nero gravitazionale, ormai raggiunto il collasso, ingoia l’universo delle terzine e degli incontri precedenti. Gli endecasillabi diventano mondi, pianeti, astri e galassie e tutto esplode nella sfera di Luce come la più potente delle Supernove. Al limite del reale, al limite e oltre il linguaggio. E non c’è più parola, solo canto, visione, pura intuizione, abbandono, silenzio».

«L’installazione riempie lo spazio di involucri-sarcofagi molli sacchi mortuari collocati a terra, all’interno dei quali forme pesanti emettono suoni e movimenti fino a presentarsi progressivamente con forme umane – aggiunge Maria Federica Maestri, che del Paradiso cura installazione site-specific, elementi plastici, costumi e regia -. L’opera scenica realizzata per il Paradiso si innesta sulle figurazioni sacre di Piero della Francesca per farsi pienamente contemporanea secondo la lezione delle ‘pitture’ immaginifiche di Jannis Kounellis. L’innalzamento dal basso all’alto progredisce di pari passo con l’intonazione, prima singola e poi corale, delle Laudi. Altre figure femminili, attrici storiche di Lenz e dei diversi laboratori sensibili, accompagnano la moltitudine verso il piano superiore, attraversando scale e percorsi testuali, visuali, di luce fino a raggiungere la condizione del distacco definitivo, della sparizione dei corpi, di cui rimangono soltanto scie materiche oscillanti».

La drammaturgia musicale di Paradiso, a cura di Andrea Azzali, «si concentra in particolare sulla forma musicale della composizione sacra verdiana con variazioni di tempo e timbro, fluttuazioni e ondulazioni d’altezza e sull’elaborazione degli accordi».

«Il nostro Paradiso – concludono Pititto e Maestri – è un viaggio di progressivo apprendimento estetico, una salita collettiva di coro, attrici e spettatori verso una superiore dimensione etica, una ricerca costante della verità illuminata che solo una particolare sensibilità oltre l’intelletto, uno stato sovrasensibile e misterioso, nella sua estrema debolezza, può raggiungere».

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