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7 Ottobre – “Invito a Palazzo” anche alla Fondazione Cariparma. A via mostra sulla Cisa romana

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Fondazione Cariparma partecipa alla XVI edizione dell’iniziativa “Invito a Palazzo. Arte e storia nelle banche e nelle fondazioni di origine bancaria”, la manifestazione promossa dall’Abi (Associazione Bancaria italiana) che ogni anno, per un’intera giornata, mette in mostra opere d’arte e capolavori conservati nelle sedi storiche delle banche italiane e, su invito dell’Acri (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa) anche di numerose Fondazioni di origine bancaria: sabato 7 ottobre, dalle 10 alle 19 (orario continuato) anche Palazzo Bossi Bocchi, sede della Fondazione Cariparma, sarà infatti aperto al pubblico, con la possibilità di visitare il notevole patrimonio delle Collezioni d’Arte ivi conservate.

In occasione della XVI edizione di “Invito a Palazzo” a Palazzo Bossi Bocchi, alle 17.30, sarà inaugurata la mostra archeologica “Alla scoperta della Cisa romana. La Sella del Valoria”, inserita tra le manifestazioni per la ricorrenza dei 2200 anni di storia della città di Parma. L’esposizione rimarrà aperta fino al 17 dicembre martedì e giovedì dalle 15.30 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.

Nel 2011 il ritrovamento di una minuscola tessera da mosaico ha rivoluzionato la storia parmense d’età romana: si tratta dell’individuazione di un antico punto di valico della via romana da Parma a Luni (sul mar Ligure) in località Sella del Valoria (metri 1224 sul livello del mare). Prima le ipotesi storiche vedevano nel passo della Cisa l’unico valico transappenninico tra Parmense e Lunigiana.

Successivamente tre campagne di scavi in regime di concessione ministeriale, sostenute da Fondazione Cariparma e dirette dall’archeologo Angelo Ghiretti, hanno permesso di ritrovare, direttamente sulla sella di valico del Valoria (2 km più ad est della Cisa), altre 17 tessere di mosaico, probabilmente perse da un carico in transito.

Ma le ricerche hanno svelato ben altro: un’area sacra con doni votivi cronologicamente estesi fra la tarda Età del Ferro ed il Tardoantico, dove l’epoca romana è certamente la meglio rappresentata, con centinaia di offerte monetali pro itu et reditu, per garantirsi cioè la protezione del dio all’andata e al ritorno del viaggio.

Molto numerosi sono anche i militaria, reperti quali punte di giavellotto, borchie di calzari militari, frecce d’arco d’età tardo-repubblicana, testimonianze del passaggio di armati, in alcuni casi utilizzate come doni votivi alla divinità a cui, al colmo del valico, era dedicato un piccolo sacello, aedicula, eretto negli anni della romanizzazione del territorio tra 190 e 180 a.C. Proprio attorno ad esso, segno della consacrazione romana del valico, furono poste nei secoli centinaia di fossette votive con all’interno un dono al dio, in genere una moneta.

Dall’esame delle 316 monete d’età romana rinvenute è possibile risalire ai tempi, più o meno intensi, di frequentazione del percorso: si è così accertato, in base a circa 200 di esse, come grandi traffici dovettero scorrere nei decenni successivi alla fondazione di Parma (183 a.C.); le rimanenti appartengono al periodo Tardoromano (IV-V secolo), mentre sono assenti monete per i secoli del periodo imperiale. La circostanza si spiegherebbe con lo spostamento della strada dal Valoria alla Cisa tra I e III secolo d.C., forse a causa di una frana intervenuta nel versante lunigianese; la realizzazione di questo nuovo asse, come suggerisce l’interpretazione dei reperti, avvenne sotto l’auctoritas di Augusto imperatore, patrono probabilmente di Parma come di Luni.

Dopo il III secolo la crisi economico-militare determinò l’abbandono del nuovo percorsoe la ripresa della pista di crinale del Valoria, priva di infrastrutture e quindi sempre efficiente, come dimostrano le ultime offerte monetali, assegnabili ai secoli IV e V.

La frequentazione del valico si chiuse con l’invasione longobarda (anno 568) avvenuta almeno in parte forse attraverso il Valoria, come indicano alcuni reperti datati appunto alla seconda metà del VI secolo. Con la fondazione dell’abbazia bercetese ad opera del re longobardo Liutprando (anno 712) la strada della Cisa riaprì il suo percorso dotandolo di xenodochi (S. Benedetto di Montelungo) e il Valoria si ridusse allora a un ruolo solo locale.

E proprio in occasione dei 2200 anni dalla fondazione della colonia romana di Parma ad opera del console Emilio Lepido l’avventura archeologica della Sella del Valoria è raccontata dalla mostra “Alla scoperta della Cisa romana. La Sella del Valoria” organizzata da Fondazione Cariparma presso la propria sede di Palazzo Bossi Bocchi.

L’esposizione si articola in quattro sezioni: un’introduzione dedicata alla romanizzazione del territorio parmense (con il bellissimo ritratto in marmo del console Lepido da Luni),la strada per Luni e la conquista militare del territorio, la frequentazione del valico dalla Preistoria all’Altomedioevo, l’area sacra romana con le sue testimonianze. Due filmati documentari ed un’animazione didattica accompagnano il visitatore lungo il percorso, dove sono espostii reperti più significativi.

Eventi collaterali alla mostra saranno: la conferenza del curatore, Angelo Ghiretti (martedì 24 ottobre alle 17) e le visite guidate del giovedì pomeriggio alle 16. La mostra è inserita nel calendario di eventi del protocollo regionale “2200 anni lungo la via Emilia”.

Palazzo Bossi Bocchi è sede espositiva delle Collezioni d’Arte di Fondazione Cariparma. Si trovano opere che raccontano la storia del ducato. Importanti lasciti hanno ampliato i confini della raccolta oltre l’ambito locale, rivelando la raffinatezza di alcune collezioni private, tra cui la donazione Bruson (straordinaria testimonianza dell’800 italiano) e l’ultima sala allestita con gli oggetti della donazione dei coniugi Ennio e Egle Marani, nella quale si possono ammirare pittori contemporanei locali, mobili legati alla storia del mobile parmigiano e collezioni di porcellane settecentesche e di vetri art déco. Suggestiva, infine, la sezione dedicata alla storia della moneta e della cartamoneta nei sotterranei del Palazzo.

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