E’ morto mister Eugenio Bersellini, nato 81 anni fa a Borgotaro

E’ morto mister Eugenio Bersellini, nato 81 anni fa a Borgotaro

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Eugenio Bersellini non c’è più. Il “sergente di ferro” se n’è andato per sempre a 81 anni. E’ morto stamane nella sua casa di Prato, dove viveva con la famiglia. Il mondo dello sport, non solo il calcio, è in lutto per la scomparsa di un uomo che ha dato tanto. In lutto anche il Parmense. Eugenio Bersellini era nato a Borgotaro il 10 giugno 1936 ed aveva iniziato a calcare i campi da calcio nella stagione 1954/1955 con la maglia del Fidenza, poi è passato al Brescia dove è rimasto per cinque stagioni prima di approdare al Monza. Ha inoltre vestito le maglie della Pro Patria e del Lecce. Proprio in Salento ha giocato la sua ultima partita nel 1968 quando si è ritirato a soli 32 anni.

Ma Eugenio Bersellini è ricordato soprattutto come allenatore, ruolo che gli è valso anche l’appellativo di “sergente di ferro” per il suo modo particolarmente severo di gestire il lavoro sul campo e lo spogliatoio. Indimenticabili i suoi successi alla guida dell’Inter: lo scudetto numero 12 conquistato dai nerazzurri nella stagione 1979-1980 e le due Coppe Italia del 1977-1978 e del 1981-1982. Ai suoi ordini, in quelle cinque stagioni, c’erano giocatori del calibro di Bordon, Altobelli, Oriali, Muraro, Beccalossi e Beppe Baresi. Proprio l’Inter oggi, attraverso i social ufficiali, lo piange e si stringe alla famiglia in questo momento di dolore.

Il suo debutto come allenatore risale però alla stagione 1968-1969 quando venne chiamato a sedersi sulla panchina del Lecce nelle ultime 9 partite del campionato di Serie C. Dopo altre due stagioni nel Salento, Bersellini passa ad allenare il Como in Serie B. Il debutto in Serie A l’anno successivo a Cesena (1973-1975), poi passa alla Sampdoria (1975-1977). Nel 1977 l’allora presidente dell’Inter Ivanoe Fraizzoli lo chiama ad allenare la sua squadra vincendo così lo scudetto e due Coppe Italia. Dal 1982 al 1984 allena il Torino e nelle due stagioni successive di nuovo la Sampdoria. Con la quale vince la sua terza Coppa Italia nella stagione 1984-85. Poi sempre in massima categoria con Fiorentina (1986-1987), Avellino (1987-1988) e Ascoli. Torna in C1 a Como (1990-1991), in B a Modena (1991-1992), a Bologna (1992-1993), e a Pisa (da febbraio a giugno del 1994) e poi ancora in C1 con due anni al Saronno (1995-1997).

Nel 1998 è chiamato alla guida della nazionale della Libia, che lascia nel 2001 per allenare il club del Al-Ahly, quindi l’Al-Ittihad con cui vince il campionato di calcio libico allenando tra gli altri Al-Sa’adi Gheddafi. Nel 2006 gli viene affidato il compito di salvare la Lavagnese in Serie D, ma questa deve passare per i play-out. Contro la Narnese all’andata gli uomini di Bersellini perdono per 2-0 e la missione salvezza sembra ormai impossibile, ma nel ritorno la Lavagnese compie il miracolo vincendo per 5-1. Il suo ultimo incarico nel mondo del calcio è stato quello di direttore sportivo del Sestri Levante nel 2007 in Serie D.

Conta 490 panchine nella Serie A italiana (148 vittorie, 197 pareggi e 145 sconfitte). In totale si contano però 953 gare da allenatore, con 322 vittorie, 359 pareggi e soltanto 272 sconfitte.

Protagonista di tante battaglie domenicali, di domenica – il 17 settembre – il borgotarese Eugenio Bersellini ha compiuto il suo passo.

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