Denuncia di Rainieri (Ln): “Profughi sfruttati nelle aziende di Parma”

Denuncia di Rainieri (Ln): “Profughi sfruttati nelle aziende di Parma”

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Anche a Parma va di moda far lavorare i richiedenti asilo al posto dei giovani italiani, pagandoli con i soldi dei cittadini. Proprio sul nostro territorio, infatti, già dal 2016 sono partiti progetti di questo genere e diverse decine di sedicenti profughi risultano all’opera, stipendiati con i nostri soldi, mentre per questo magari altri giovani italiani sono rimasti senza la possibilità di inserirsi lavorativamente. Una situazione inaccettabile in un momento di crisi economica come quella che stiamo ancora affrontando”.

Il consigliere regionale della Lega Nord, Fabio Rainieri, autore di un’interrogazione inviata alla Giunta Bonaccini sulla questione dei tirocini formativi finanziati dagli enti pubblici e rivolti ai richiedenti asilo, non usa mezzi termini e continua la sua battaglia contro l’accoglienza a ogni costo.

L’interrogazione è stata depositata questa mattina dal gruppo consiliare della Lega Nord, dopo che “da tutto il territorio regionale sono arrivate segnalazioni del fatto che alcune cooperative sociali, operanti nel settore dell’accoglienza, propongono un inserimento lavorativo per i richiedenti asilo garantendo il pagamento degli emolumenti al posto dell’azienda, con evidente e grave danno per i giovani italiani che, a contrario, se assunti anche in forma di tirocinio dovrebbero essere remunerati dal datore di lavoro”.

Le formule utilizzate per favorire nelle assunzioni i richiedenti asilo sono diverse sul territorio nazionale. A Parma per esempio dalla collaborazione di Svoltare e di Forma Futuro, dal dicembre 2016 sono partiti percorsi formativi nell’ambito dell’agricoltura, dell’artigianato e dell’industria metalmeccanica, destinati ai richiedenti asilo, che prevedono un tirocinio di tre mesi in azienda, completamente finanziato. “In pratica offrono alle aziende manodopera gratis”, conclude Rainieri “mettendo in atto una vera e propria concorrenza sleale nei confronti dei giovani italiani che vorrebbero accedere alla medesima formazione”.

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