Università: ecco la sala di preghiera per gli studenti islamici

Università: ecco la sala di preghiera per gli studenti islamici

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Nel Plesso D’Azeglio dell’Università di Parma da oggi è aperta la sala di preghiera per gli studenti musulmani, la prima in Emilia-Romagna. Si trova al piano ammezzato, negli spazi già utilizzati come archivio della Biblioteca dell’ex Istituto di Storia. L’apertura alla presenza del Pro Rettore all’Edilizia e Insediamento urbano Carlo Quintelli e di docenti e studenti, preceduta dal seminario “Le sfide di un’Università plurale. I diritti delle persone, l’ampliamento della conoscenza, il valore del dialogo”.

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Nel corso del seminario, introdotto dai saluti istituzionali di Carlo Quintelli e coordinato da Marco Mezzadri, docente di Didattica delle lingue moderne all’Università di Parma, sono intervenuti Sara Mahfoud dell’Associazione studentesca musulmana universitaria dell’Università di Parma (“Uno spazio per la preghiera islamica all’Università di Parma: le ragioni di una richiesta”), Mohamed A. ‘Arafa,docente di “Islamic Law” all’Università di Alessandria d’Egitto e all’Indiana University, e Giancarlo Anello, docente di Antropologia e Istituzioni dell’Islam all’Università di Parma (“Università e moschee nella tradizione islamica e nel mondo arabo”), Bahija Afouzar, consulente legale dell’Alliance for Freedom and Dignity (“I giovani e il senso di appartenenza: quale identità assumere?”), Nadia Monacelli, docente di Psicologia sociale all’Università di Parma (“Elogio della pluralità”), Marco Deriu, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Parma (“Estran-io. Laicità, pluralità e riconoscimento nei percorsi di conoscenza”), Mounia Elfasi dell’Associazione donne di qua e di là (“Con voce di mamme: donne musulmane che costruiscono ponti”), e don Umberto Cocconi, responsabile della Cappella universitaria di Parma.

Il seminario è stato organizzato dal Centro Universitario per la Cooperazione Internazionale dell’Ateneo a cornice dell’apertura della sala di preghiera.

Una decisione, quella del Consiglio di Amministrazione dell’Università, che ha sollevato non poche polemiche anche sul fronte politico, con tanto di interrogazioni in Regione incentrate sul principio di laicità degli Atenei. Secondo l’Università, però, la decisione va inquadrata nell’ottica del pluralismo religioso in una società multiculturale, per questo è stata accolta la richiesta dell’Associazione studentesca musulmana universitaria.

1 COMMENTO

  1. La decisione dell’Università di Parma di creare un’aula riservata alla preghiera per i musulmani ci lascia davvero sbigottiti. Ci chiediamo se l’Università abbiamo pensato a che tipo di controlli effettuare in questa stanza riservata alla preghiera musulmana. Chi può garantire al 100% che il regolamento verrà rispettato? Chi può assicurare che non verranno diffuse idee estremiste? I luoghi per pregare, per i musulmani e per tutte le altre religioni, esistono già. Davvero non vediamo la necessità di creare un nuovo spazio riservato ai musulmani. Forse non tutti lo ricordano, ma l’Università è un’istituzione laica, che deve formare i giovani nella miglior maniera possibile. Questo a prescindere dalla loro condizione sociale o fede religiosa. L’Università di Parma, invece, ha deciso di stabilire che una religione ha più diritti di un’altra. A rigor di logica ora dovrebbero essere riservate sale di preghiera anche alle tante altre religioni esistenti al mondo. Invitiamo perciò i dirigenti dell’Università di Parma a rileggere gli articoli 7 e 8 della Costituzione sui rapporti fra Stato e Chiesa cattolica e fra Stato e altre religioni.

    Nicolas Brigati – Coordinatore provinciale Forza Italia Giovani Parma
    Jacopo Rosa – Coordinatore comunale Forza Italia Giovani Parma

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