Tito Tebaldi, un nocetano in Azzurro: “Voglio giocare il Mondiale del 2019”

Tito Tebaldi, un nocetano in Azzurro: “Voglio giocare il Mondiale del 2019”

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A 29 anni ha ritrovato la maglia dell’Italia del rugby e con quella vuole andare anche a dormire. Non se la vuole più togliere, almeno fino ai Mondiali del 2019 in Giappone. Lui è Tito Tebaldi, 29 anni, nocetano cresciuto nel Rugby Noceto, mediano di mischia oggi in forza alla Benetton Treviso in Guinness Pro12, ma con alle spalle una carriera molto importante che lo ha visto già al fianco di Conor O’Shea ai tempi degli Harlequins.

Il suo esordio in Nazionale arriva a Canberra, il 13 giugno 2009, quando Pablo Canavosio, mediano di mischia titolare schierato dal ct Nick Mallett, deve abbandonare il campo pochi minuti dopo il calcio d’inizio della prima sfida con i Wallabies. Tebaldi ha 22 anni, gioca in Eccellenza, e subito impressiona per voglia e per estro, tanto da meritare la maglia numero 9 in altre due sfide del tour, una delle quali con gli All Blacks.

Subito dopo il mediano nocetano approda agli Aironi, gioca poco e Mallett lo esclude dal gruppo per i Mondiali neozelandesi del 2011, Brunel lo prova in tre finestre internazionali ma la sconfitta di Tokyo con il Giappone, nel giugno 2014, gli è fatale. Lui intanto ha lasciato l’Italia per accasarsi agli Ospreys, in Galles, quindi arriva a Londra, sponda Harlequins, dove trova come Director of Rugby proprio Conor O’Shea. Che due anni dopo, da ct dell’Italia e con Tebaldi protagonista nel Benetton di Treviso, lo inserisce nel gruppo per l’attuale tour estivo.

E’ stato strano tornare in Nazionale, non lo nascondo – spiega Tebaldi da Suva, dove sabato gli Azzurri affrontano Fiji nel secondo test-match del tour e dove potrebbe tornare ad indossare l’azzurro – anche perché ho trovato un gruppo nuovo, molto giovane, con un’energia diversa. Sono felice di esserci, mi ripaga di un anno dove penso di aver fatto bene con Treviso anche se solo nel finale di stagione abbiamo iniziato a raccogliere quanto abbiamo seminato. Sono molto, molto felice”.

E’ stato interessante ritrovare Conor, che è stato mio Director of Rugby agli Harlequins: qui oggi il suo ruolo è molto diverso, come è diversa la quotidianità rispetto al Club. So come lavora, e non ho dubbi che sia l’uomo giusto per far muovere al rugby italiano un grande passo avanti. C’è un progetto a medio-lungo termine, che porta ai Mondiali del 2019 ed alla crescita di tutto il nostro sport: poterne fare parte mi affascina”, ha sottolineato Tito Tebaldi.

Una stagione e mezza agli Ospreys, altrettanto tempo passato con gli Harlequins nella Premiership inglese. Un’esperienza importante “perché credo che mi abbia maturato molto, ed adesso a trent’anni sento di dover trasmettere ai più giovani tutto quello che ho imparato. Essere a Treviso, uno dei Club più prestigiosi e vincenti nella storia del rugby italiano, mi da un grande possibilità in questo senso”.

La voglia di mettersi a disposizione da un lato, quella di dimostrare il proprio valore dall’altro sono i due aspetti che sembrano alla base delle motivazioni di Tebaldi: “Sì, c’è voglia di rivalsa, ma soprattutto voglia di far capire che si può crescere, maturare, essere un giocatore migliore anche a 26, 27, 29 anni. Questo è un grande stimolo”.

L’obiettivo, per Tito, è il Mondiale giapponese del 2019: a 32 anni, potrebbe essere l’ultima opportunità. “Ci sono andato molto vicino una volta e rappresentare l’Italia ai Mondiali è il mio obiettivo personale: se sono ancora qui, è perché ho dimostrato di poterci stare”.

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