Forbice ridotta a 2 punti, Pizzarotti e Scarpa al duello finale: analisi...

Forbice ridotta a 2 punti, Pizzarotti e Scarpa al duello finale: analisi del voto a Parma

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Federico Pizzarotti non stravince (34,78%), Paolo Scarpa va oltre le attese (32,73%) e sarà un appassionante testa a testa tra il sindaco uscente e il candidato civico del centrosinistra. Circa 2 punti di differenza fanno pendere per ora la bilancia dalla parte di Pizzarotti. Due settimane ancora di appassionante campagna elettorale prima di conoscere il nome del nuovo sindaco di Parma.

Il sindaco di Parma ha comunque superato senza il M5S il risultato del 2012, quando aveva ottenuto 17.103 voti, pari al 19,47%. Un piccolo patrimonio con il quale al ballottaggio è riuscito poi ad annullare il 39,21% di partenza del candidato del centrosinistra Vincenzo Bernazzoli. Paolo Scarpa si ferma circa 7 punti dietro il suo predecessore, che però poteva contare su una coalizione di ben 7 liste collegate.

Effetto Parma si conferma la lista più votata con un 34,59% che ricalca nella sostanza il risultato del suo candidato sindaco Pizzarotti. Al 32,79% le tre liste di Scarpa, ma con il Pd che subisce un’emorragia di consensi passando in 5 anni dal 25% al 14,85%.

Ma comunque vada a finire, una cosa appare certa: la metà dei parmigiani non è più interessata a questa politica. A vincere in questa tornata elettorale è l’astensione che ha raggiunto il 46,32%. Mai un’affluenza così bassa: appena il 53,68%.

Per il resto, tutto secondo programma: Laura Cavandoli (19,28%), candidata del centrodestra, rimane fuori dai giochi per il ballottaggio, giungendo terza in questa speciale corsa. Oltre all’elevata astensione, la Cavandoli – che ha potuto contare sul buon apporto della Lega Nord al 12,06% (cinque anni fa al 2,97%) – paga a caro prezzo l’inconsistenza di Forza Italia (2,7%), i pochi consensi arrivati da Fratelli d’Italia (2,24%) e il quasi nulla di Insieme per il futuro (1,71%). Ininfluente, invece, il consenso sottratto dal candidato Filippo Greci, sostenuto tra l’altro da “Fare! Con Tosi”, che si è fermato al 2,14%.

Allo stuolo di candidati a capo di liste civiche e dei partiti della sinistra, così come di Casa Pound, è stato riservato il ruolo delle comparse (soltanto Luigi Alfieri è riuscito a varcare la soglia dei 2 punti, fermandosi al 2,57%). Con qualche risultato addirittura imbarazzante. Ma può bastare per portare diversi di questi candidati sindaco tra i banchi dei consiglieri comunali. Ed è stato un bagno di sangue anche per il Movimento 5 Stelle, ridotto ai minimi termini al seguito di Daniele Ghirarduzzi. Non sembra esserci più molto spazio a Parma per gli uomini di Beppe Grillo, a dimostrazione ulteriore che forse il Movimento non aveva vinto neppure nel 2012. Quando è stato spinto verso la vittoria, con Federico Pizzarotti, anche grazie al travaso di voti dal centrodestra al ballottaggio. La storia si ripete? Lo scopriremo solo vivendo, citando un noto cantautore.

CANDIDATI CONSIGLIERI: SORPRESE E DELUSIONI

Dando un rapido sguardo alle preferenze dei candidati al consiglio comunale, c’è subito da registrare qualche sorpresa nella lista Parma Unita Centristi a sostegno di Paolo Scarpa. La più evidente è la sesta posizione del consigliere uscente Roberto Ghiretti (169 voti) che, in caso di vittoria al ballottaggio, potrebbe rischiare di non tornare tra i banchi del consiglio comunale. Non male Giuseppe Pellacini (312), il secondo più votato dopo il capolista Fabrizio Pezzuto, ma da uno che si era candidato con convinzione a sindaco sarebbe stato lecito attendersi qualcosa di più. Delude la straordinaria arpista Carla They con sole 18 preferenze.

Buona la performance del listino civico dello stesso Scarpa, con numerosi candidati a tre cifre, nel quale però spicca la posizione defilata dell’ex procuratore della Repubblica, Gerardo Laguardia, che ha ottenuto soltanto 70 preferenze.

Il più votato in assoluto è il segretario cittadino del Pd, Lorenzo Lavagetto, che ha portato alla causa 1268 voti. L’unico ad andare in quarta cifra. Il secondo più votato è sempre del Pd, Sandro Maria Campanini (626), seguito dalla compagna di partito Daroa Jacopozzi (624). Ai piedi del podio il capogruppo di Effetto Parma, Marco Bosi (554), che supera Caterina Bonetti del Pd (516). Sesto posto per l’assessore Michele Alinovi (474), seguito dal candidato della lista di Scarpa, Bruno Agnetti (425).

Tra i più giovani candidati c’è sicuramente Leonardo Spadi di Effetto Parma, che ha ottenuto un ottimo 305, mentre nella stessa lista sorprende l’ultima piazza del consigliere uscente Lucio Attilio De Lorenzi con soli 35 voti all’attivo.

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