Pressione fiscale al 63,1%, Cna: a Parma si lavora fino al 17...

Pressione fiscale al 63,1%, Cna: a Parma si lavora fino al 17 agosto per pagare tasse

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Un imprenditore di Parma lavora 230 giorni l’anno per pagare le imposte varie e soltanto 135 per mandare avanti la propria azienda e guadagnare. La pressione fiscale è infatti al 63,1%, più alta di quasi due punti rispetto alla media nazionale che è al 61,2%. In termini più semplici, un imprenditore parmigiano comincerà a guadagnare per sé soltanto a partire dal 17 agosto. Quello che viene definito il Tax Free Day.

I dati sono contenuti nel rapporto 2017 dell’Osservatorio Tax della Cna, l’organizzazione che riunisce le imprese artigiane. Secondo lo studio, Parma si colloca al 100° posto su un totale di 135 città esaminate. La tassazione risulta più leggera a Trento, saldamente al 1° posto, con il 54,1% di pressione fiscale. Ben 9 punti meno di Parma. Che in soldoni vuol dire che un imprenditore trentino finisce di pagare le tasse il 16 luglio, ovvero un mese prima del suo collega parmigiano.

In Emilia Romagna la più virtuosa risulta Imola, inserita addirittura nella top ten nazionale – quarto posto – con una pressione fiscale sulle imprese pari al 54,8%. Al 25° posto figura Reggio Emilia con il 57,8%, seguita da Ferrara al 53° posto con il 59.7%, quindi da Modena al 56° posto con il 59,8% e da Ravenna 57esima con 59,9%. Rimini è al 61° posto con il 60%, Piacenza è 84esima con il 61,7%, e Cesena è al 98° posto con il 63%.

Più tartassati degli imprenditori parmigiani, invece, sono i loro colleghi di Forlì, al 103° posto con il 63,2%, di Castel San Pietro, al 115° posto con il 64,8%, e di Bologna che è addirittura la seconda città più tassata d’Italia, al 134° posto con il 72,1%. Peggio ha fatto soltanto Reggio Calabria (73,4%).

 

 

 

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