Dimissioni Loris Borghi, il plauso della politica

Dimissioni Loris Borghi, il plauso della politica

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“Un gesto di grande responsabilità nei confronti della città intera e dell’istituzione che Borghi ha guidato fino ad oggi”. Così il sindaco Federico Pizzarotti ha accolto la notizia delle dimissioni del rettore Loris Borghi in seguito al terremoto scatenato dall’inchiesta Pasimafi. “Alla luce della gravità dei fatti emersi, maturati all’interno di un sistema che ha messo da parte i principi etici e morali della sanità per far largo a interessi e tornaconti personali, chiediamo che sia fatta chiarezza e che i responsabili paghino – sottolinea il sindaco uscente di Parma -. Anche questa volta l’amministrazione in carica sarà pronta a costituirsi parte civile nell’interesse di Parma, come ha sempre fatto in tutte le cause che hanno toccato la nostra città”. Pizzarotti ribadisce che non è che “tutto il sistema sia marcio ed è proprio per la tutela nei confronti di quella stragrande maggioranza di professionisti e lavoratori onesti che consideriamo questo passo indietro del rettore un gesto di responsabilità per non lasciare ombre sull’istituzione”. Pizzarotti riconosce inoltre al rettore Borghi il merito del “cambio di passo dell’Università cittadina”, ricordando le tante iniziative che hanno rilanciato l’Ateneo anche sul piano internazionale.

“Questa non è una vittoria nostra ma dei cittadini, è il primo segnale di una riscossa etica di cui questa città ha bisogno come dell’aria per respirare”. Così Daniele Ghirarduzzi, candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle di Parma, commenta le recenti dimissioni del Rettore dell’Università di Parma Loris Borghi, coinvolto nell’inchiesta “Pasimafi”. “Sia chiaro: noi non siamo giustizialisti e ci auguriamo che
l’ormai ex Rettore riesca a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati” continua Ghirarduzzi, “ma queste dimissioni erano un atto dovuto che non potrà che facilitare l’andamento delle indagini e tutelare l’Università di Parma”. Stessa linea di pensiero dello stesso Loris Borghi che, nella lettera in cui dichiara i motivi delle sue dimissioni, afferma che il suo obiettivo primario è quello di “evitare che un attacco scomposto, viscerale e violento a me stesso danneggi l’Istituzione che rappresento”.

Un gesto di tutela nei confronti dell’Università, dunque, sostenuto anche da Luigi Alfieri, candidato sindaco a Parma. “Apprezziamo il senso di responsabilità di Borghi, serviva un segnale di discontinuità” afferma Alfieri, sottolineando inoltre che “bisognerà essere prudenti nella scelta del successore di Borghi, che auspichiamo possa confermare la volontà dell’ateneo di voler tagliare definitivamente i legami con il passato”.

Poco accomodante è invece l’intervento della candidata sindaco del centro destra Laura Cavandoli. “Gli studenti hanno tutte le ragioni per sentirsi offesi nei confronti di chi avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di educatore” dichiara Cavandoli, “non solo in ambito accademico ma anche umano, e invece si vede coinvolto nella seconda indagine per abuso d’ufficio negli ultimi due anni”. Ancora meno clementi le parole del segretario della Lega Nord Parma e candidato consigliere Maurizio Campari, che inoltre punta il dito contro il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, chiedendo: “cosa pensa lui dell’intera vicenda, che dovrebbe essere, ancora per qualche giorno, la prima autorità locale in materia di sanità? Perché, se ha parlato, lo ha fatto con un filo di voce e noi non abbiamo sentito parole ferme e decise di condanna nei confronti di niente e nessuno”.

Dello stesso avviso un altro leghista, Fabio Rainieri, Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. “Nei giorni scorsi avevo chiesto le dimissioni di Borghi perché, come sottolineato nell’interrogazione che ho presentato in Regione, buona parte dei fatti contestati in questa inchiesta giudiziaria riguardano atti da riferire all’attività universitaria” dichiara. Priorità: proteggere l’immagine dell’Ospedale. “Se si concorda che ora ci si dovrebbe concentrare sul rilancio dell’Ospedale, il fatto che non avrà più un ruolo determinante nel programmarne il futuro un personaggio che aveva compiti direttivi fondamentali e sulla cui attività sono calate ombre, peraltro anche per fatti oggetto di altre indagini, non può che costituire un buon presupposto”.

Una richiesta di approfondimento e di chiarezza arriva anche da Nicolas Brigati, Coordinatore provinciale Forza Italia Giovani. “Ci aspettiamo che anche i vertici della azienda ospedaliera di nomina Pd, sulle cui responsabilità è stata stesa una cortina fumogena per evidenti ragioni politiche, prendano atto di una situazione gravissima rispetto alla quale vi sono
responsabilità quantomeno di mancata vigilanza o di ossequiosa
accondiscendenza ne prendano atto e si facciano da parte.”

Sulla vicenda interviene anche la Cgil di Parma, con il segretario generale Massimo Bussandri, che definisce quella del rettore Borghi “una decisione doverosa e coerente con quanto accaduto, che per questo merita apprezzamento. Non possiamo tuttavia nasconderci che le dimissioni in quanto tali non risolvono il problema della messa in trasparenza di quella zona opaca tra Università e sanità nella quale si infilano favoritismi e baronie, che così tanto sanno nuocere al bene comune”. Bussandri ritiene infatti “che occorre mettere quanto prima in sicurezza tutta una serie di procedure che riguardano la sanità e il rapporto fra sanità e Università, in particolare per quanto concerne le gare di appalto, le nomine, i concorsi e i rapporti con le aziende farmaceutiche. Ma dobbiamo anche dire con forza che ciò che sta emergendo da questo terremoto non può cancellare il fatto che in questi settori, nella sanità, negli ospedali e nello stesso Ateneo, ci sono centinaia di operatori che ogni giorno lavorano con abnegazione e professionalità per tutelare la salute di noi cittadini, la salute pubblica, la sanità pubblica: un bene preziosissimo. Per questo occorre che si faccia al più presto la massima chiarezza, evitando di far tutto di tutta l’erba un fascio”.

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