Omicidio Leporace a Torrile, Cassazione conferma 30 anni a Scalise e Pallone

Omicidio Leporace a Torrile, Cassazione conferma 30 anni a Scalise e Pallone

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Luciano Scalise e Giuseppe Pallone hanno ucciso Antonio Leporace e devono scontare la condanna a 30 anni di reclusione inflitta il 30 ottobre 2014 dal gup di Parma Maria Cristina Sarli con il rito abbreviato e confermata dalla Corte d’Assise d’appello di Bologna il 18 novembre 2015. Lo ha detto la Corte di Cassazione rigettando il ricorso proposto dai difensori dei due imputati, condannati dalla Suprema Corte anche al pagamento delle spese processuali. Così come richiesto dallo stesso procuratore generale Luigi Giuseppe Birritteri.

Niente da fare neppure sul fronte psichiatrico. Già in primo grado a Parma erano stati esclusi vizi della volontà per Scalise, che aveva dichiarato di aver assunto cocaina prima dell’omicidio. Situazione confermata in appello e ora in Cassazione, dove i supremi giudici hanno ribadito che è “esclusa la esistenza di uno stato di alterazione psichica giuridicamente rilevante ad attenuare o escludere la capacità di intendere e volere di Scalise“.

Antonio Leporace, 45 anni, è stato massacrato con inaudita violenza nella notte del 31 ottobre 2013 e il suo cadavere è stato ritrovato nella golena di Sant’Andrea, a Torrile. Ad ucciderlo sono stati Luciano Scalise, 35 anni, e Giuseppe Pallone, 41, entrambi calabresi, che con lui condividevano un appartamento a Milano. Secondo l’accusa, Leporace avrebbe pagato con la vita un furto di droga. A Scalise e Pallone è stata contestata anche l’aggravante della crudeltà proprio per le modalità con le quali l’assassinio è stato commesso.

Come scrive la Cassazione, infatti, l’autopsia eseguita sul cadavere ritrovato a Torrile ha evidenziato che “la morte era stata determinata da una azione lesiva, concentrata sulla testa della vittima, di più corpi contundenti usati verosimilmente da due persone, azione seguita – quando ormai la vittima giaceva gravemente ferita a terra – da una reiterata azione di arrotamento per mezzo di un veicolo che ne aveva definitivamente fracassato il cranio”.

Le indagini seguite all’omicidio hanno portato subito i Carabinieri di Parma all’arresto dei due, fermati il 2 novembre successivo alla folle notte dell’omicidio. Sembra che i due fossero intenzionati a fuggire in Svizzera, ma sulla loro strada hanno incontrato di militari.

 

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