Centro Antiviolenza: 249 donne accolte in un anno, al via “mobilitazione femminista”

Centro Antiviolenza: 249 donne accolte in un anno, al via “mobilitazione femminista”

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Sarà un 8 Marzo all’insegna della lotta e della riflessione quello proposto dal Centro Antiviolenza di Parma, che aderisce allo sciopero globale delle donne indetto in occasione della Giornata internazionale della donna in oltre 40 Paesi nel mondo al grido di “Se le nostre vite non valgono, non produciamo”. L’obiettivo dello sciopero è quello di  garantire un’astensione reale dal lavoro produttivo e riproduttivo e il coinvolgimento delle donne dentro e fuori i luoghi di lavoro. Sarà uno sciopero anche per ribadire che i Centri Antiviolenza non sono luoghi di lavoro, non sono servizi, ma sono spazi autonomi di elaborazione politica femminista attivi sul territorio, volti a costruire insieme alle donne percorsi di consapevolezza e libertà.

Per questo motivo, nella giornata dell’8 marzo, l’Associazione garantirà esclusivamente l’apertura della propria sede e le attività di relazione diretta con le donne che chiedono aiuto per uscire da una situazione di violenza. Sospese, invece, tutte le attività collaterali di formazione, sensibilizzazione, comunicazione e partecipazione ad eventi, istituzionali e non. Le attiviste del centro parteciperanno soltanto alla “mobilitazione femminista” che prenderà il via alle 18 da Piazzale Santa Croce. Un momento di riflessione anche sulle uccisioni di Elisa, Gabriela, Kelly e Arianna, avvenute negli ultimi mesi a Parma.

Per contrastare la violenza maschile contro le donne – sostengono al Centro antiviolenza – ci vuole un lungo, costante e paziente lavoro che vada a fondo nei sentimenti e nelle relazioni tra i generi e ci vuole un impegno capillare nell’educazione dei più giovani, un lavoro a 360° su ogni ambito della vita quotidiana. Nasce quindi il progetto “Sulla mia pelle”, con il quale si chiede a tutte le donne di Parma e provincia di raccontare – anche in forma anonima – le discriminazioni, le molestie, le violenze e le violazioni subite ogni giorno. Materiale informativo che sarà oggetto di riflessione in vista del prossimo 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, quando si terrà un convegno in materia. Sarà possibile inviare le testimonianze tramite i messaggi alla pagina facebook dell’Associazione o all’indirizzo mail sullamiapelle2017@gmail.com.

Al 31 dicembre 2016, sono 249 le donne accolte al Centro Antiviolenza di Parma, di cui 237 hanno subito violenza. Di queste, 225 sono nuovi contatti, mentre 24 sono le donne che hanno continuato a seguire un percorso di uscita dalla violenza iniziato negli anni passati. La maggior parte delle donne, 131, sono italiane, mentre le straniere sono state 95, per lo più dell’Europa dell’Est, Maghreb, Africa, America Meridionale e Balcani. La maggioranza della donne accolte risiede a Parma  (61%), mentre il 32% risiede in uno dei Comuni della Provincia, ed ha un’età compresa tra i 40 e i 49 anni (36%) e tra i 30 ed i 39 anni (24%). Seguono le donne con età compresa tra i 18 e i 29 anni (20%), quelle tra i 50 ed i 59 anni (15%), oltre i 60 anni (5%). Il 60% delle donne accolte ha un’occupazione, anche se spesso il reddito percepito può non essere sufficiente per intraprendere un percorso di autonomia. Molto alta resta la percentuale di donne disoccupate o in cerca di prima occupazione (28%).

L’autore delle violenze nella maggioranza dei casi è il coniuge (50%), seguito dal convivente (22%), dall’ex partner (9%) e dal fidanzato (4%), per la maggior parte italiani. La violenza più diffusa è quella psicologica (217 casi), seguita da quella fisica (171), e quella economica (102). Il 18% delle donne (42) ha subito violenza sessuale che può comprendere violenza da sconosciuto ma più frequentemente rapporti sessuali subiti o richiesta di atti sessuali umilianti all’interno della relazione con il partner, molestie sessuali o l’essere costretta ad avere rapporti sessuali con altri. Il 26% delle donne accolte è stata vittima di stalking. Le donne, comunque, molto spesso subiscono contemporaneamente diverse forme di violenza.

Per quanto riguarda le case rifugio, nel corso del 2016 sono state ospitate 48 donne, spesso insieme ai figli (40) per un totale di 88 persone. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne straniere (36), che fanno più fatica a trovare ospitalità quando decidono di abbandonare la propria casa per uscire da una situazione di violenza.

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