Migranti, Alfieri: ecco come la Prefettura di Parma viola accordi col Ministero

Migranti, Alfieri: ecco come la Prefettura di Parma viola accordi col Ministero

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A Parma i numeri sull’accoglienza degli stranieri richiedenti asilo proprio non tornano. A sostenerlo è il candidato sindaco di “Parma non ha paura”, Luigi Alfieri, che – dati alla mano – torna a contestare la Prefettura. Perché l’accordo tra Ministero dell’Interno e Anci prevede che nessun Comune possa accogliere più di 2,5 migranti ogni mille abitanti.

Il bando emesso dalla Prefettura per l’accoglienza di un massimo di 1700 persone tra il 1 febbraio e il 31 dicembre 2017 – spiega Alfieri – dimostra che a Parma il patto è tradito. 1700 è numero che non è compatibile con i 2,5 per mille, visto che, stando ai dati forniti dalla Regione, i residenti in tutta la provincia al 1 gennaio 2016 erano 446.987.  Quindi, tutta la provincia può accogliere poco più di 1100 persone. Le altre 600 sono di troppo. E non solo. Dallo stesso documento si legge che il Distretto di Parma, che comprende anche i Comuni di Sorbolo, Mezzani, Torrile e Colorno, accoglierà 850 migranti. Anche qui la matematica non è dalla parte della Prefettura: le tabelle della Provincia ci dicono che gli abitanti sono 221.321 e quindi la capacità massima di accoglienza è di 555 persone. Riportare i numeri in un alveo di correttezza creerebbe un beneficio anche per i richiedenti asilo che sarebbero seguiti con più attenzione e godrebbero di servizi migliori. Resta poi sempre attuale il concetto secondo cui tutte le province dell’Emilia Romagna e dell’Italia intera, devono distribuirsi in modo equo il carico di richiedenti. Lo stabilisce il patto Minniti-Anci”.

Insomma, a Parma e in provincia c’è più di qualche migrante di troppo. E in queste condizioni salta qualsiasi progetto di integrazione.

Anche oggi la cronaca vede un richiedente asilo nigeriano arrestato per spaccio – ricorda infatti Alfieri, facendo riferimento ai controlli di polizia al parco Martini (leggi) -. E’ ormai palese che il sistema di accoglienza dei CAS, a cui in questi mesi la Prefettura ha delegato la gestione dei migranti nel territorio Parmense, non funziona. I ragazzi delle scuole si sono impegnati a far conoscere ai richiedenti le bellezze della nostra città. Era ora. Perché prima nessuno ha insegnato loro un briciolo della storia e della cultura italiana e parmigiana. So che ci sono progetti per far svolgere ai richiedenti, su base volontaria, piccoli lavoretti, ma in questi vengono occupati per meno di due ore la settimana. Intanto è evidente che esiste in città una sorta di “mafia nigeriana” che avvicina questi ragazzi e, approfittando del loro disagio, li arruola come “cavallini”. Gli altri sono condannati a bighellonare dai tempi lunghi per la valutazione delle domande di asilo. Probabilmente – conclude Luigi Alfieri – questo non avverrebbe se si seguissero le linee guida decise da Anci e dal ministro Marco Minniti le quali stabiliscono che, per favorire l’integrazione, ogni Comune non può ospitare più di 2,5 richiedenti asilo ogni mille abitanti”.

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