Polizia locale Pedemontana: oltre 4.500 sanzioni in un anno

Polizia locale Pedemontana: oltre 4.500 sanzioni in un anno

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viewIl Corpo unico di Polizia locale dell’Unione Pedemontana Parmense dà i numeri di un anno di lavoro all’insegna della sicurezza e dell’efficienza. Ben 4.559 le violazioni al Codice della Strada (+2% sul 2015), per un totale di sanzioni pari a 656.282 euro, di cui 3.061 non per divieti di sosta, a testimoniare quanto sia prioritaria la sicurezza della circolazione. Violazioni che hanno portato al ritiro di 56 patenti e alla cancellazione di 4.076 punti.

Salgono anche gli incidenti stradali rilevati (181 contro i 158 del 2015), servizio che ormai viene svolto quasi esclusivamente dai vigili, «permettendo alle altre forze dell’ordine di dedicare più tempo alle altre attività investigative», ha spiegato il comandante Franco Drigani sottolineando la stretta collaborazione con i Carabinieri. I controlli a seguito di segnalazioni arrivate dai cittadini sono stati 470, 141 in più rispetto a quelli del 2015, mentre nell’attività di polizia giudiziaria si registrano 32 violazioni penali al Codice della Strada, 7 nell’edilizia e una nel commercio. Raddoppiano, infine, le denunce e le querele, che passano dalle 9 del 2015 alle 18 del 2016, così come i veicoli sequestrati, 13 contro i 7 dell’anno scorso.

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Numeri importanti resi noti durante le celebrazioni del patrono degli agenti San Sebastiano, alla Corte di Giarola, realizzati nonostante la forte carenza di organico. Un problema ormai cronico per il Corpo che, dovendo coprire i 231 chilometri quadrati dei comuni di Collecchio, Felino, Montechiarugolo, Sala Baganza e Traversetolo, in cui vivono 50mila abitanti, dovrebbe avere 42 operatori invece dei 25 attualmente in servizio.

«Non potendo assumere personale a causa dei vincoli posti dal quadro normativo nazionale – ha spiegato il sindaco di Felino Elisa Leoni, assessore alla Sicurezza dell’Unione – ci siamo concentrati nel cercare altre sinergie, con le altre forze dell’ordine e la Polizia dell’Unione Appennino Parma Est, e altri servizi, come il sistema di videosorveglianza».

Un sistema sul quale l’ente sovracomunale ha investito ben 400 mila euro per aggiungere 23 varchi elettronici, in grado di leggere le targhe delle auto, alle 51 telecamere già in funzione. Altro importante investimento, la nuova centrale operativa che entro l’estate verrà inaugurata a Felino, costata 150.000 euro finanziati dalla Regione. Lì troverà posto anche la cabina di regia del sistema di videosorveglianza, sia dell’Unione Pedemontana, sia dell’Unione Montana Appennino Parma Est, e il quartier generale della Protezione Civile, che opera insieme alla Polizia Municipale, tanto che il responsabile è sempre Drigani. Ma l’obiettivo di assumere nuovi vigili per Leoni rimane una priorità: «La tecnologia ci dà una mano, ma avere più agenti sul territorio è importante, anche per la percezione della sicurezza da parte della gente».

Franco Drigani
Il comandante Franco Drigani

Il comandante Drigani ha voluto poi sottolineare il «ruolo centrale» della Polizia locale, «che nel tempo si è professionalizzata e rimane un punto di riferimento per tutti i cittadini e per le forze dell’ordine dello Stato, con le quali si devono sviluppare sinergie per svolgere attività congiunte. Quest’anno – rivendica Drigani – lo abbiamo fatto, e continuiamo a garantire la nostra disponibilità. Certo che portare a casa questi numeri non è stato facile, merito degli operatori che hanno dedicato del loro tempo privato. Il loro impegno ha fatto la differenza».

Il comandante si è soffermato infine sul sistema di Protezione civile. «La sinergia con la Polizia Municipale ha fatto la differenza proprio in occasione del terremoto del 2012», ha detto aprendo il libro dei ricordi, di quando partì per Mirandola per prestare soccorso, dove nacque l’amicizia con il sindaco Maino Benatti, ospite d’onore delle celebrazioni. «Ho un debito con tutti quelli che sono venuti ad aiutarci e non potevo mancare – ha detto il primo cittadino – abbiamo avuto la consapevolezza di non essere soli e il mio pensiero oggi va alle popolazioni dell’Italia Centrale e alle persone che sono impegnate nei soccorsi. Al di là delle polemiche, stiamo dando una grande immagine, anche ad altri Paesi che molto spesso ci sottovalutano. In questo campo siamo tra i primi al mondo». Benatti ha spiegato poi quanto sia difficile indossare la fascia Tricolore in quei momenti: «Non sei più soltanto un amministratore, ma un punto di riferimento. Non bisogna farsi prendere dai sentimenti e non è facile. Le decisioni vanno prese in fretta – ha aggiunto – e tutta la comunità deve trovare le motivazioni per stare insieme. Il senso di comunità, purtroppo, lo si percepisce quando non c’è, ed è per questo che la Protezione Civile deve essere una cultura. Serve poi una legge per affrontare le calamità naturali», ha concluso il sindaco di Mirandola passando la parola a Gian Luca Albertazzi, responsabile Area Polizia Locale della Regione Emilia-Romagna, che si è soffermato su quanto sia oggi necessaria una «visione più ampia nell’erogazione dei servizi». Visione in linea con la filosofia delle Unioni, come quella Pedemontana. «Voi siete stati tra i primi a fare questo passo – ha detto agli amministratori dei cinque Comuni seduti in platea –. Siete stati un modello per gli altri. In Italia ci sono 341 comuni e il 60 per cento ha una popolazione al di sotto dei 5mila abitanti. Una dimensione che non è più in grado di produrre efficienza e qualità dei servizi».

Luigi Buriola
Luigi Buriola

A concludere gli interventi ufficiali è stato Luigi Buriola, sindaco di Montechiarugolo e presidente dell’Unione Pedemontana Parmense. «Un amministratore deve darsi degli obiettivi, deve prevedere il futuro. E per quel che ci riguarda, con il corpo unico della Polizia Pedemontana che lavorava già in forma associata tra i cinque comuni quando ancora non c’era l’Unione, avevamo visto giusto. Con la scarsità di risorse che c’è, l’unico modo per essere efficienti è fare le cose insieme. La nascita del Corpo unico non fu facile – ha ricordato il presidente – ma ci stava che non fossero tutti contenti. Oggi però abbiamo dimostrato che se si lavora in rete i risultati arrivano. C’è poi la possibilità di una specializzazione, attraverso la formazione, che è fondamentale e che aiuta a crescere».

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