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Guttuso e la sua Parma dal 18 gennaio nel libro “Ritratti d’artista” e nel film di Bocchi

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Guttuso 1Il 18 gennaio, in occasione del 30° anniversario della scomparsa di Renato Guttuso usciranno il libro “Ritratti d’artista. Renato Guttuso raccontato da poeti e scrittori” e la nuova edizione del film documentario “La vita è arte. Renato Guttuso, l’artista e il suo tempo” firmato dal regista parmigiano Giancarlo Bocchi. Tutto a 22 euro, ma a Parma, grazie al sostegno dell’Archivio Storico Bocchi, è possibile trovare il libro e il dvd in edicola al prezzo speciale di 16.90 euro.

Renato Guttuso ha lasciato una galleria immensa di ritratti di personaggi della vita culturale, sociale e politica. Nel libro Ritratti d’artista sono invece alcuni dei più importanti scrittori e poeti a raccontarlo in una serie unica di “ritratti”, pubblicati tutti insieme per la prima volta in 208 pagine.

Al centro del dibattito culturale e politico del Novecento, per la vastità della sua produzione, la varietà di influssi artistici, lo sguardo che interrogava incessantemente gli uomini e la storia, la sua “narrazione” colta e insieme popolare, la sua stessa natura di uomo curioso e problematico che non temeva l’azzardo o la contraddizione, la figura di Renato Guttuso è narrata in questo libro in una serie unica di ritratti, finalmente riuniti in un unico volume, tra cui quelli di due premi Nobel per la letteratura e altre testimonianze finora difficilmente reperibili.

Gli scrittori Corrado Alvaro, Giovanni Arpino, Stefano D’Arrigo, Ilja Ehrenburg, Dominique Fernandez, Carlo Levi, Elsa Morante, Alberto Moravia, Giacomo Noventa, Goffredo Parise, Guido Piovene, Enzo Siciliano, Mario Soldati, Giovanni Testori, Elio Vittorini e i poeti Rafael Alberti, Raffaele Carrieri, Pablo Neruda, Pier Paolo Pasolini, Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti, raccontano in Ritratti d’artista non solo l’uomo, ma anche uno spaccato del mondo di idee politiche e di ricerca culturale di un artista al centro delle vicende di un secolo.

Frutto di ricerche durate più di due anni, svolte dal Cile alla Russia, dalla Francia all’Italia, il libro è anche un’importante testimonianza sulla diversità di stili, di approcci all’arte di alcuni grandi autori del Novecento, tra i più conosciuti ed eminenti, che hanno narrato Guttuso come uomo, come pittore e come intellettuale con un’acutezza e una libertà sconosciute anche ai più brillanti storici e critici di professione. Un filo rosso lega segretamente tutti gli interventi letterari dedicati al “ragazzo di Bagheria”: la sensazione, o meglio la consapevolezza di avere come interlocutore il Pittore Civile che l’Italia non aveva mai avuto prima.

Piovene - Guttuso alla mostra di Parma del 1963
Guido Piovene e Renato Guttuso alla mostra antologica di Parma del 1963

Nel libro “Ritratti d’artista” lo scrittore Guido Piovene ricorda i tempi della grande mostra antologica che diede fama e successo all’artista e portò a Parma, allora una delle capitali della cultura, alcuni dei più grandi intellettuali del ‘900. Anche Dominique Fernandez, lo scrittore francese Premio Goncurt nel 1982, uno degli “Immortali” dell’Académie française, ricorda nel libro episodi inediti dell’evento artistico del 1963. Per l’antologica del 1963 presentata dallo storico dell’arte Roberto Longhi e da Franco Russoli e Giovanni Testori vennero restaurati appositamente per l’occasione i grandi ambienti delle Scuderie del Palazzo Pilotta. Ma il rapporto con gli amici e la città di Parma non si esaurì con la mostra del 1963. Guttuso, che aveva avuto rapporti di collaborazione nel 1956 con il compositore parmigiano Ildebrando Pizzetti per l’opera “la Figlia di Iorio” alla Scala, nel 1963 realizzò le scenografie e i costumi per il Macbeth di Giuseppe Verdi messo in scena al Teatro Regio. In quell’occasione l’artista eseguì un ritratto di Giuseppe Verdi (unico caso in cui l’artista effigiò un musicista) che l’Archivio Storico Bocchi nel 2011 ha donato al Teatro Regio ed è diventato il simbolo del Festival Verdi di Parma. Nel 1964 ebbe luogo un importante incontro sull’opera dell’artista al quale parteciparono tra gli altri Francesco Arcangeli, Pier Paolo Pasolni, Giovanni Testori e altri importanti esponenti della cultura italiana. Successivamente l’artista donò alla galleria Nazionale di Parma La Spiaggia, una delle sue più grandi tele, tra le opere più rappresentative mai fatte dall’artista. Guttuso realizzò negli anni ’60 anche l’opera litografica I tetti di Parma e i rapporti con Parma continuarono per decenni, tanto che dopo Roma e Varese dove risiedeva, era la città più frequentata dall’artista. Nel 1983 l’artista espresse un sentito omaggio a Guido Picelli, l’eroe antafascista di Parma, realizzando l’opera Le barricate di Parma.

Guttuso - La spiaggia donata a Parma
“La Spiaggia”, la grande tela che Renato Guttuso ha donato alla Galleria Nazionale di Parma

Nella riedizione del film documentario “La vita è arte, Renato Guttuso e il suo tempo”, che esce allegato al libro Ritratti d’artista sono presenti ampi brani del suo testamento artistico-culturale, l’ultima intervista che Renato Guttuso rilasciò al regista parmigiano Giancarlo Bocchi nel luglio del 1986, alcuni mesi prima della scomparsa. Il film contiene documenti e sequenze inedite, come le pellicole familiari in 8 mm che lo ritraggono a casa di Pablo Picasso o in Olanda con Karel Appel o durante un viaggio in Sicilia alla ricerca delle sue radici, i numerosi scatti fotografici con Pablo Neruda, le immagini tratte dagli archivi russi dell’artista in Unione Sovietica per  ricevere il premio Lenin per la pace. La vita è arte si può avvalere inoltre del corpus di ben 500 pagine dei “Quaderni” di Guttuso, nella quasi totalità inediti, che il regista ha scoperto in vari anni di ricerca per il documentario, cinquecento e più pagine che meriterebbero di essere nuovamente sfogliate e pubblicate nella loro integrità.

Guttuso ritrae Pablo Neruda
Renato Guttuso ritrae Pablo Neruda

Il film racconta non solo il Guttuso artista, ma l’uomo che dal nulla divenne ricco, famoso, conosciuto da tutti, odiato o amato come un simbolo, figlio di un agrimensore di Bagheria liberale e anticlericale che gli insegnò ad amare l’umanità dolente e disperata della loro Sicilia e gli tramandò il senso di giustizia, di uguaglianza sociale, di irrequietezza visionaria che vibrerà in ogni sua pennellata, in ogni tratto di carboncino, in ogni ritratto, in ogni nudo, in ogni natura morta, in ogni martire crocifisso, nei suoi cieli agitati, nelle scene di massa come nei poveri oggetti quotidiani, tutti ugualmente investiti e stravolti da una rara passione artistica e civile. Ma allo stesso tempo una profonda e costante riflessione sulla creazione artistica che fa di Renato Guttuso una figura essenziale della resistenza culturale contro la guerra invisibile che l’umanità ha dichiarato e continua a combattere contro se stessa.

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