Illegalità e bilancio comunale, il pensiero di Paolo Scarpa

Illegalità e bilancio comunale, il pensiero di Paolo Scarpa

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Esce la nuova classifica del Sole 24 Ore che vede Parma riflettere in negativo i suoi problemi, che sono la coesione sociale, la legalità, il degrado, a fronte di una città che è più ricca della media nazionale, ma che soffre di patologie per lei nuove rispetto anche solo a pochi anni fa. I problemi sono arrivati e non sono stati arginati, come si sarebbe potuto.

Vi sono luoghi simbolo, e penso a piazzale della Pace, a viale vittoria, a via San Leonardo, a piazzale Picelli (ma ne potremmo elencare moltissimi altri), dove la città non ritrova più se stessa, dove lo spazio pubblico è espropriato da illegalità e degrado. I pusher che spacciano liberamente tra i sacchetti di rifiuti sui marciapiedi sono un mix inaccettabile per una comunità civile.

E penso al disagio delle famiglie, di chi ha bambini, degli anziani, della povertà che cresce.

Siamo contenti che la fontana di barriera Repubblica sia tornata a splendere, ma chi è in difficoltà vorrebbe che quella fontana non rappresentasse solo il messaggio elettoralistico di un Comune che si è svegliato all’ultimo, ma fosse il segno di una città che affronta complessivamente le sue patologie, i temi reali di un declino che è nei fatti, al di là di ogni classifica dei giornali.

Serve un’inversione di rotta, urgente, ma non ne vediamo i segnali.

Si discute in questi giorni di bilancio preventivo, di numeri e risorse. Al di là dei numeri, quel bilancio appare un documento freddo, distante da una visione di futuro che rilanci le prospettive di Parma.

Ricorda davvero il bilancio di un condominio che fa quadrare i conti e programma qualche spesa straordinaria a fronte di qualche economia di troppo. Ma Parma non è un condominio, è una comunità complessa, che ha bisogno di riprendere in mano sé stessa, partendo dal controllo delle sue strade e piazze, dalla attenzione prioritaria per le famiglie, per le persone, per la cultura, per i giovani che tendono a vedere prospettive solo andandosene all’estero.

Rilevo anche il mantenimento delle tariffe al massimo, a partire dalle rette degli asili nido, e una previsione esasperata di ricorso alle multe. Anche gli avanzi di gestione rivelano la difficoltà di programmare e agire correttamente, ma la cosa più appariscente di questo documento è la mancanza di una visione per la città, l’assenza totale di un obiettivo alto che restituisca il senso del lavoro amministrativo. Parma ha bisogno di risolvere problemi concreti, ma ha anche bisogno di tornare a guardare al futuro mettendo in atto strategie di largo respiro. Purtroppo questo bilancio non fa né l’una né l’altra cosa.

Paolo Scarpa

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