Pietro Vignali: Comune di Parma mai stato a rischio default, ecco perché

Pietro Vignali: Comune di Parma mai stato a rischio default, ecco perché

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Pietro Vignali

Tirato in ballo da più parti in occasione della discussione del bilancio di previsione 2017 del Comune di Parma, non poteva non scendere in campo l’ex sindaco Pietro Vignali. Che in 8 punti spiega perché il Comune di Parma non è mai stato a rischio default come invece più volte sostenuto in questi anni.

Ecco la nota di Pietro Vignali:

Quello che sorprende di più fra le dichiarazioni che hanno accompagnato la presentazione al bilancio 2017 è che “questo è il primo bilancio senza rischi di default”. E’ falso. Questa è la piu’ grande montatura nella storia politica della città. Su questo aspetto e piu’ in generale sulla situazione di bilancio del Comune di Parma e sulla relazione dell’ex Commissario Ciclosi si è fatta in passato volutamente molta confusione e disinformazione ed è questa l’occasione per ristabilire alcune verità.

Mi si consenta di essere circostanziato.

1)Innanzitutto e una volta per tutte l’indebitamento di finanziamento del Comune di Parma al momento delle mie dimissioni, risultante dal rendiconto approvato dal collegio sindacale, era di euro 165.001.294,29 (quando sono diventato Sindaco nel 2007 era già di 151 milioni) pari a 883,83 euro per abitante, una cifra di molto inferiore alla media dei Comuni italiani (oltre il 50’ posto nella classifica sull’indebitamento dei Comuni secondo i dati del Ministero dell’Interno pubblicati dal Sole 24 ore) nonostante una media annuale ingente di investimenti in strutture e infrastrutture di oltre 90 milioni all’anno.

2) L’indebitamento operativo a breve, come precisato il 28 luglio 2012 anche dall’ex Assessore al bilancio dell’attuale Giunta, Capelli, “ammontava a euro 71.070.680”. “Si trattava, continua Capelli, di debito commerciale interamente accumulato a causa di inasprimenti progressivi del patto di stabilità a partire dal 2009”. La vera camicia di forza dell’ente infatti era proprio il patto di stabilità che, come avvenuto per tutti i Comuni d’Italia, non ha consentito il pagamento immediato dei debiti nei confronti dei fornitori e non per mancanza di liquidità. Ne è prova il fatto che appena il Governo ha consentito di “sfondare il patto di stabilità” i debiti sono stati interamente pagati . Ergo, le risorse c’erano eccome. Non sono comparse per miracolo. Sempre l’ex Assessore Capelli dichiarava nel 2012 “chi parla di dissesto del Comune di Parma parla a sproposito in modo irresponsabile”.

3) Per quanto riguarda la liquidità al passaggio di consegne avvenuto tra il sottoscritto e l’ex Commissario Prefettizio Anna Maria Cancellieri (poi diventata Ministro dell’Interno) è stata fatta il 3 novembre 2011 la “verifica straordinaria di cassa” alla presenza del responsabile del servizio di tesoreria della Banca del Monte dalla quale è emerso che il saldo di cassa al momento delle mie dimissioni era ampiamente positivo e ammontava a euro 55.132.323,09. Durante quella verifica lo stesso Commissario Cancellieri asserì che si trattava di un “buon punto di partenza se si considera che l’autunno risulta essere uno dei periodi peggiori dell’anno in termini di cassa”.

4) A questa consistenza di cassa inoltre vanno aggiunti gli oltre 70 milioni di euro di fondi della metropolitana. Infatti nel corso del 2010 ho bloccato il progetto della metropolitana di Parma che avrebbe comportato ulteriori 130 milioni (come minimo) di esposizione bancaria per il Comune e più di 170 milioni per lo Stato che invece sono riuscito a riconvertire in 71 milioni di euro in favore della nostra città che ho lasciato in eredità all’attuale Giunta, Quella scelta ha prodotto quindi un differenziale positivo per le casse comunali di oltre 200 milioni di euro.

5) Il raddoppio dell’addizionale Irpef e l’applicazione dell’aliquota massima dell’IMU, deliberate dopo le mie dimissioni hanno garantito all’attuale Amministrazione, maggiori entrate di parte corrente rispetto alla mia (che pur potendo non ha mai alzato le tasse e le tariffe) per circa oltre 45 milioni di euro.

6) Occorre poi tenere presente anche i seguenti elementi risultanti dalla relazione del Collegio dei Revisori dei Conti al rendiconto 2011 che attestano un equilibrio che è stato salvaguardato nel tempo:
– avanzo di cassa all’1/1/2011 di euro 64.028.978,40;
– patto di stabilità sempre rispettato;
– sempre rispettato il limite di indebitamento nel triennio 2009/2011 previsto dall’art 204 e 207 del DL 267/2000;
– sempre rispettati tutti i parametri di deficitarietà, come attestato dalla Corte dei Conti
– infine un patrimonio netto positivo di euro 700.000.000.

7) La relazione dell’ex Commissario Ciclosi era gravemente sbagliata nei numeri e nelle considerazioni. Indicare il totale dei debiti a breve e a lungo termine, di funzionamento e di finanziamento senza citare i crediti, l’attivo immobilizzato e il Patrimonio Netto (che era di centinaia di milioni di euro grazie agli investimenti ingenti in strutture e infrastrutture che abbiamo fatto negli anni) è un informazione fuorviante e distorta che è servita solo per destare allarmismo (lo stesso ex Assessore Capelli aveva dichiarato che “ e’ un dato di comune esperienza che il debito di un qualsiasi soggetto debba essere valutato alla luce del suo patrimonio”). Come è anche fuorviante considerare i residui passivi e non i residui attivi (che superavano i 200 milioni di euro). Inoltre vi erano errori macroscopici (veniva riportato un debito di Parma Gestione Entrate di 21 milioni quando in realtà non era altro che un versamento effettuato nelle casse comunali relativo al saldo ICI; nel bilancio di Stu Authority veniva riportato un debito di 36 milioni quando in realtà era un debito a totale carico di EFSA e inoltre venivano riportati i debiti per intero di società partecipate, come per esempio nel caso dell’Autocamionale della Cisa, nelle quali il Comune aveva una partecipazione del 2/3 per cento!!).

8) Diversa e più complicata era invece la situazione delle società partecipate.
Su questo argomento occorre però rilevare tre cose.
a) Innanzitutto si tratta di investimenti strategici (come nel caso della nuova stazione progettata dall’architetto Bohigas completata anche grazie ai fondi ex metropolitana che ho ottenuto dal Governo) che una volta terminati rimangono nel patrimonio della città.
b) Secondo, per chiarire una volta per tutte, viste le reiterate polemiche su questo punto, oltre il 90% di queste scelte progettuali sono state compiute dall’Amministrazione precedente alla mia.
c) Le principali criticità del debito delle partecipate erano relative soprattutto alle Società di Trasformazione Urbanistica e alla Spip, i cui interventi sono stati decisi quando io non ero ancora Sindaco. La mia Giunta si è trovata con i cantieri già in corso e con imponenti operazioni immobiliari, come nel caso della Spip (proprio mentre scoppiava a livello mondiale la crisi economico-finanziaria-immobiliare nel 2008) già deliberate. E comunque anche in questo caso non sono stati fatti miracoli ma si è proceduto vendendo la Stu Pasubbio, facendo fallire la SPIP e utilizzando le azioni Iren (la società che io ho voluto favorendo la fusione di Enia con Iride, scelta che ha valorizzato la nostra multiutility) per le società che compongono STT.

Pietro Vignali

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