Omicidio Guarino: una storia noir con i tre accusati condannati all’ergastolo

Omicidio Guarino: una storia noir con i tre accusati condannati all’ergastolo

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omicidio-guarinoModalità efferate e spregiudicate” si legge nelle motivazioni depositate dalla Cassazione nei giorni scorsi per l’omicidio di Raffaele Guarino soprannominato Lellino

I tre accusati, Mario Illuminato, Massimiliano Sinatra e Graziano Acampa sono stati definitivamente condannati all’ergastolo lo scorso 14 giugno perché considerati “assassini spietati” con “allarmante capacità criminale” che non meritano nessuna attenuante . I tre hanno premeditato e organizzato nei minimi dettagli il piano per uccidere il boss che stava dominando nel giro dell’usura nel parmense.

Guarino fu barbaramente ucciso con due colpi di pistola in faccia mentre dormiva anche, soprattutto, perché aveva conquistato il cuore di Nunzia Visconti, cognata di Illuminato per cui lui nutriva forte passione.

Illuminato,  è accusato anche di aver tentato di progettare l’omicidio di un altro uomo, il teste Gennaro Visconti.

Gelosia e rivalità negli “affari” mafiosi sono state le cause scatenanti per l’omicidio di Guarino avvenuto nella notte tra il 28 e il 29 ottobre del 2010 a Medesano. I tre condannati in via definitiva avevano ruoli ben precisi. Illuminato era il mandante, Sinatra l’esecutore, Acampa l’uomo che procurò l’arma, una pistola 7,65. Tutti con posizione aggravata dalla premeditazione.

Illuminato fu il primo ad essere arrestato, il 17 marzo 2011, dopo che i Carabinieri del nucleo investigativo scoprirono in casa sua un orologio Rolex Daytona appartenente alla collezione catalogata di Guarino.

A sparare infatti è stato Sinatra, come confessò alla compagna di essere stato lui a sparare in faccia a Guarino. La donna non lo ammetterà durante il processo ma i giudici ritengono ci sia stato un “pesante condizionamento” che ha spinto la Granata a ritrattare.

Infine Acampa, napoletano trasferitosi a Collecchio, che si è procurato l’arma grazie all’amico Gennaro Trambarulo.

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