Paolo Scarpa e i suoi 150 lanciano il Manifesto per Parma 2017

Paolo Scarpa e i suoi 150 lanciano il Manifesto per Parma 2017

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Oltre 150 firmatari, nessuna casacca di partito e una richiesta chiara a tutte le forze politiche: poter scegliere il candidato sindaco per il 2017 attraverso una consultazione aperta alla città. Questa la proposta sostenuta da Paolo Scarpa e dai sostenitori del manifesto politico che dovrebbe cambiare il volto di Parma. Un candidato più civico di Scarpa – che nel frattempo si è anche dimesso dalla presidenza del Circolo Il Borgo (leggi) – è difficile da trovare. E potrebbe piacere anche ai vertici del Pd, perché la convinzione generale è che a Parma si vince sono in ambito civico. Ma è presto per parlare di candidature.

È tempo che a Parma la buona politica dia un segnale forte, da subito, e ricominci a parlare di futuro – ha esordito Paolo Scarpa all’incontro tenuto in Galleria Giorgio Mazzocchi per presentare il manifesto civico -. Occorre andare oltre i personalismi, le divisioni, gli steccati. Dobbiamo avere la forza di costruire un progetto politico innovativo che parta dai bisogni delle persone, dalla loro voglia di futuro, come anche dalle loro paure, e che sappia fare leva sulle straordinarie ricchezze morali e culturali che Parma possiede e che devono trovare espressione nei modi di fare politica”.

Al suo fianco alcuni firmatari in rappresentanza degli oltre 150 cittadini – tra cui giovani, imprenditori, professionisti, esponenti della cultura, insegnanti e docenti universitari – che hanno condiviso e sottoscritto l’appello.

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Paolo Scarpa

Parma in questi cinque anni non è migliorata, ma peggiorata – prosegue Scarpa – alcuni fenomeni si sono amplificati, come la povertà, il degrado urbano, l’insicurezza e l’illegalità diffuse, l’inaridimento culturale, la salute. Parma continua ad essere una delle città con il maggiore inquinamento dell’aria. Non è più tempo di aspettare: le elezioni sono domani, non possiamo attendere eventi esterni come il referendum per decidere cosa fare. Questo vorrebbe dire deludere la città. Chiediamo alla politica di dare un segnale di volontà”.

Questo non è un progetto “contro” nessuno – precisa Scarpa – ma “per” un’idea di città che creda nello sviluppo, nella coesione sociale, nella solidarietà, nella sostenibilità, nella cultura come motori per diventare sempre più una comunità e non un insieme conflittuale di particolarismi. Chiediamo a partiti e movimenti democratici di parlarsi tra loro, di costruire da subito un contatto per mettere a frutto anche quel lavoro che, separatamente, hanno realizzato per riattivare un rapporto fertile con le persone. Sarà fondamentale una trasparente scelta delle candidature, che abbia dietro quella necessaria capacità di elaborazione collettiva dei programmi quale condizione indispensabile per uscire da vecchi riti che non portano da nessuna parte”.

Non manca una stoccata al Partito democratico. “Lo strumento di scelta dei programmi e delle candidature deve essere trasparente e vedere i cittadini protagonisti – sottolinea Scarpa -. La parola primarie a Parma evoca uno scontro basato solo su rapporti di forza all’interno di un solo partito. Primarie come quelle viste in passato, bollate solo come “primarie del Pd” sarebbero una sconfitta annunciata e siamo convinti che lo stesso Pd ne sia consapevole. Ma se l’alternativa fosse una mediazione al ribasso, una trattativa segreta basata su personalismi o scambio tra posizioni di forza, sarebbe assai peggio. Ora, invece, occorre pensare a strumenti di consultazione aperti, innovativi, che non siano solo del Pd, ma in cui il Pd voglia esserci senza desiderio di egemonia, e che siano estesi a partiti, movimenti, società civile, volontariato, cultura, imprenditoria illuminata di Parma, in cui tutti abbassino le bandiere, rinuncino a mettere cappelli su qualsiasi scelta per lavorare insieme, disinteressatamente, per un progetto comune attorno ad una condivisa idea di città. Lasciando fuori da questo processo chi non rappresenta una spinta alla novità o è solo recettore di interessi di parte. Strumenti di consultazione che devono essere aperti alla città” .

Anche le regole dovranno essere riscritte insieme, a partire dal metodo della consultazione “con i gazebo nelle pubbliche vie, nelle piazze, nei mercati, non nelle sedi di partito”, chiede Scarpa.

A questo punto i firmatari hanno lanciato la proposta, aspettano una risposta, ma non rinunceranno ad elaborare idee e programmi, cominciando da quell’ascolto della città che è condizione necessaria per aprire una nuova stagione.

LA LETTERA APERTA ALLA CITTA’ DI PARMA

Parma vive un momento particolare, fra energie nuove e problemi che si manifestano nella loro drammaticità. In questi anni abbiamo visto crescere fenomeni negativi come il degrado urbano, il disorientamento dei giovani, l’insicurezza dei quartieri, la povertà (a Parma, secondo la ricerca Caritas, i poveri sono circa 5.000), emergenze che in un passato recente ci erano quasi sconosciute. A una città che manifesta il timore di un possibile declino, si contrappone una città di eccellenze, competenze, valori, una comunità di persone che ogni giorno contribuisce alla crescita collettiva: è la città delle famiglie, del lavoro, della cultura, dell’impresa, del volontariato. Parma ha tutte le carte in regola per lasciarsi alle spalle la crisi e diventare un modello europeo di sviluppo sostenibile, convivenza civile, ricerca, innovazione.

Per farlo le occorre un cambio di passo, e le elezioni del 2017 devono essere l’occasione per investire con decisione sul futuro. Parma è sempre stata laboratorio di avanguardia politica, luogo di esperimenti che hanno anticipato fenomeni nazionali. Anche il 2012 ha segnato un passaggio che fu giudicato clamoroso, ma dopo cinque anni, pur dando atto della buona volontà di chi ha guidato la città, non possiamo nascondere la delusione. Governare è farsi carico della complessità delle esigenze della comunità, non è navigare a vista, non può limitarsi alla gestione del contingente e a interventi frammentati. Per questo siamo convinti che sia necessario avviare una stagione di cambiamento. Dovremo prenderci cura della città. Cura è ascolto delle persone, è monitoraggio delle criticità, è lotta quotidiana al degrado dei luoghi, è impegno concreto per la coesione sociale e l’integrazione. È partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, è anteporre gli interessi collettivi a quelli di pochi, è un atto di coerenza verso la memoria storica e la bellezza di una città, che ha fatto del rispetto per gli altri e dell’amore per la cultura e per la libertà il suo carattere identitario. Nessuno dovrà più sentirsi solo davanti ai suoi problemi, soprattutto se è debole, nessuno dovrà vivere con impotenza il disagio della paura, perché la sicurezza è un diritto che la comunità deve tutelare. Tutti dobbiamo dimostrare di crederci, avendo il coraggio di osare strade nuove e interpretare la democrazia come un esercizio vitale che non può arenarsi nei vecchi riti.

A Parma ci sono risorse e persone disposte a mettersi in gioco. Ciascuno deve fare la sua parte, non per un’insensata scalata a posti di potere, ma per mettere in pratica quei principi di responsabilità che riguardano ognuno di noi. Iniziamo il cammino per una scelta trasparente delle candidature. Non possiamo farci influenzare da eventi esterni, non possiamo permettere che altri pretendano di decidere chi siamo, cosa vogliamo e chi ci dovrà rappresentare. Siamo convinti che Parma possa essere nel 2017 il luogo in cui dare vita alla costruzione di un processo politico non ancora tentato prima, che parta dal basso, in cui si risolvano conflittualità ormai arcaiche e si crei coesione tra partiti democratici, movimenti e società civile, per un futuro sostenibile da costruire insieme, che porti dentro di sé innovazione, sviluppo e che non lasci indietro nessuno.

I FIRMATARI DEL MANIFESTO POLITICO

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