Il prof Galli a Busseto: troppi rischi, ecco perché votare “no” al...

Il prof Galli a Busseto: troppi rischi, ecco perché votare “no” al referendum

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Perchè votare no al referendum costituzionale del 4 dicembre? Lo ha spiegato a Busseto il professor Stefano Bruno Galli, docente di Dottrine politiche all’Università di Milano, ospite nella sala della Carozze delle scuderie di Palazzo Pallavicino. L’incontro è stato promosso dal Comitato per il No Parma per l’Italia, presieduto da Lupo Barral e composto da Alice Brambilla, Francesca Gambarini, Nicolas Brigati e Beatrice Peronaci.

Galli, rispondendo alle domande di Nicolas Brigati, ha ribaltato i contenuti proposti dai sostenitori della riforma costituzionale. “La Costituzione non si può utilizzare come strumento di lotta politica. Questa riforma rende il sistema più farraginoso e quindi più costoso per via dei costi del malfunzionamento della istituzioni. I costi si abbatteranno sul debito pubblico che crescerà ancora. Chi grava davvero sulla spesa pubblica è lo Stato centrale con i suoi baracconi. Questa riforma non lo tocca”, ha sottolineato il professor Stefano Bruno Galli. Quindi nessun risparmio per le casse pubbliche.

E neppure l’abolizione del bicameralismo. “Non viene abolito – ha ribadito Galli senza mezzi termini o giri di parole -. Ci sono ancora 16 materie di competenza bicamerale quindi se vorrà il Senato potrà bloccare il processo legislativo. Inoltre, ci saranno 9 procedure legislative diverse con il rischio di tantissimi rinvii alla Corte costituzionale”.

Poi il professore si è soffermato anche sul rischio di una deriva autoritaria che sarebbe insito in questa riforma della Costituzione. “Se da un lato i consiglieri regionali diventano senatori, dall’altro la riforma porta via le competenze alle Regioni e verticalizza il potere sulla Camera, facendo venir meno quel sistema di pesi e contrappesi su cui si basa ogni democrazia – ha spiegato il professor Galli -. Le province, le città metropolitane, le aree vaste e, se passasse la riforma, anche il Senato sono enti di secondo livello. Vale a dire: sarà la classe politica ad autonominarsi, come se i cittadini non fossero in grado di scegliere i propri amministratori. Ci viene tirata via una fetta di democrazia. È inaccettabile”.

“Se passa la riforma il Paese va a sbattere perché non funzionerà più nulla. Un Presidente della Repubblica responsabile non avrebbe dovuto lasciare che un Parlamento che secondo la Consulta avrebbe dovuto fare solo ordinaria amministrazione mettesse mano alla Costituzione”, ha concluso il professor Galli. Presenti all’incontro anche il sindaco di Busseto Giancarlo Contini.

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