ControCorrente, nasce un altro comitato per il “no” al referendum

ControCorrente, nasce un altro comitato per il “no” al referendum

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L’associazione ControCorrente di Parma dice “no” al referendum costituzionale di ottobre e da vita a un comitato che parte dall’articolo 1 della Costituzione: “La sovranità appartiene al popolo”. Secondo il neo comitato, “se dovesse malauguratamente vincere il SI al referendum costituzionale, la sovranità apparterà ad un partito che si sceglierà i suoi deputati e i suoi senatori, “scippando” di fatto ai cittadini libertà e democrazia”.

Il comitato ControCorrente per il No è presieduto da Antonella Amore, Giuseppe Comerci è il vicepresidente, Jacopo Rosa, Roberta Papotti e Luca Ziveri sono i componenti. “Ci sentiamo in dovere, come associazione culturale, di dare ai cittadini informazioni corrette, e non propagandistiche come fanno i renziani. Questa è la premessa indispensabile per un voto consapevole – dichiarano i soci del comitato -. Altro che tempi certi per l’approvazione di leggi, altro che tagli ai costi alla politica (quel poco che forse si risparmierà, sarà speso per rimborsare le spese di viaggio dei senatori che dovranno raggiungere Roma da tutta Italia, dalla Sardegna alla Valle d’Aosta)! Il nostro è un no deciso ad un Senato non eletto che non è espressione del territorio. E’ un No deciso a una Camera, che grazie a un premio di maggioranza garantito dall’Italicum, concentrerà tutti i poteri dello Stato nelle mani di una sola forza politica e del suo capo. Diciamo no ad una riforma scritta male, a tratti incomprensibile ed ambigua, come dicono tanti esperti costituzionalisti, che risulterà inefficiente e complicherà l’iter delle leggi. Ci appelliamo ai cittadini alla loro voglia di comprendere e approfondire i contenuti di questo enorme pasticcio della coppia Renzi Boschi – conclude il comitato ControCorrente -. La Riforma Costituzionale così come voluta da questo governo, peraltro non eletto da nessuno e sostenuto da un Parlamento eletto con una legge incostituzionale, segnerà la fine della storia politica e culturale del nostro Paese”.

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