Chiusura hotel Porro e Valentini, appello di Maestri (Pd) e sindacati

Chiusura hotel Porro e Valentini, appello di Maestri (Pd) e sindacati

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Hotel PorroLa chiusura degli hotel Porro e Valentini di Salsomaggiore, annunciata da Massimo Garibaldi, presidente di Terme Spa, è l’ultima spiaggia possibile per dare un futuro alle due strutture alberghiere. Sindacati e forze politiche ne sono consapevoli, ma la frattura fra Cgil e Cisl da una parte e Uil dall’altra, ferma sulle posizioni di lotta, genera non poche preoccupazioni. Tra l’altro Cgil e Cisl si dicono anche contrarie alla chiusura annunciata da Garibaldi.

Prendo atto con sincera preoccupazione della comunicazione del presidente Garibaldi in merito alla chiusura, che confido essere temporanea e di breve durata, dei due hotel Porro e Valentini di Salsomaggiore – commenta Patrizia Maestri, deputata Pd -. L’affidamento alla società Accentour si è dimostrato essere non all’altezza delle aspettative ma ora, senza perdere ulteriore tempo, è necessario si creino le condizioni per la rapida riapertura delle due strutture e per il loro rilancio”.

In queste settimane – continua Maestri, che ha un lungo trascorso in Cgil – ho tenuto costanti contatti con le organizzazioni sindacali, con il sindaco Fritelli, con il presidente Garibaldi e, insieme alla consigliera Barbara Lori, con l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini. A loro ho già espresso l’opportunità di convocare un tavolo di confronto istituzionale, con il coinvolgimento diretto della Regione, socia delle Terme”.

In attesa di notizie dal fronte politico, intanto, la Maestri ritiene “anzitutto necessario che i lavoratori, in sciopero ormai da diversi giorni, non siano abbandonati, tanto quelli che rientreranno in forza a Terme Spa, quanto quelli di Accentour”.

 

Sul fronte sindacale, invece, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Camera del Lavoro di Salsomaggiore – oltre a spiegare i motivi della rottura del fronte con Uiltucs Uil – lanciano un appello affinché tutte le parti assumano la propria responsabilità.

Le sigle di categoria di Cgil e Cisl sostengono di aver “mantenuto per tutto questo periodo attivo lo stato di agitazione del personale poiché tali rivendicazioni avevano fondamento, in quanto gli intenti condivisi dalle parti, che avrebbero potuto portare ad una risoluzione, son rimasti lettera morta per responsabilità non addebitabili ai lavoratori, dal momento che si ritiene che nessuna soluzione definitiva si possa trovare se non partendo da una discontinuità gestionale degli alberghi termaliTuttavia, una differente chiave di lettura con la Uiltucs Uil su quello che poteva essere un possibile accordo tra tutti gli attori in campo nonché sulle possibili garanzie ai lavoratori in prospettiva futura, ha visto i sindacati di categoria di Cgil e Cisl costretti a intraprendere percorsi differenti, non con l’intento di siglare accordi senza la condivisione dei lavoratori, ma per una impostazione strategica diversa”.

La loro non adesione, poi, da sabato scorso, ad ulteriori iniziative di sciopero – continua la nota sindacale – è motivata sia dalla necessità di stemperare un clima incandescente al fine di riportare tutti ad un tavolo per intraprendere percorsi condivisi, sia perché una differente linea d’azione avrebbe potuto salvaguardare l’intero contesto cittadino da ricadute negative in occasione di un evento di portata internazionale quale è stato Cibus. Filcams e Fisascat sono stati sempre consapevoli di muoversi all’interno di una vicenda già di per sé complicata per il leasing delle banche sul Valentini e per il contratto di affitto che prevede delle clausole ben precise all’interno delle quali si sarebbero dovute trovare le soluzioni per il cambio gestionale nei termini più rapidi possibiliTutto ciò – sostengono ancora i rappresentanti di Cgil e Cisl – porta a considerare per lo meno miope qualsiasi presa di posizione assunta da chiunque si sia interessato, a vario titolo, a questa vicenda senza tenere in considerazione la cornice più ampia delle Terme Spa e del concordato in atto”.

Dal momento che, nonostante ripetuti sforzi, incontri e mediazioni non è stato possibile trovare nessun “punto di caduta”, che avrebbe potuto fornire ai lavoratori le auspicabili garanzie occupazionali sancendo diritti di priorità per tutti coloro che erano alle dipendenze di Accentour – si legge nella nota – ad oggi il risultato ottenuto è la annunciata chiusura degli alberghi termali, cosa da Filcams e Fisascat non condivisa né voluta perché uno dei punti fermi della loro azione é sempre stata la continuità dell’attività, pur riconfermando la necessità della discontinuità gestionale”.

L’obiettivo adesso però è chiaro e non sembrano esserci alternative. “Stante l’annuncio da parte di Terme SpA dell’epilogo della “vicenda Accentour”, è più che mai necessario che tutti si assumano le proprie responsabilità nell’ottica di fare fronte comune perché venga trovato un nuovo gestore e vengano attenuati al massimo gli impatti negativi sulla tenuta occupazionale – conclude la nota di Filcams e Fisascat –. Il tutto, mai dimenticando i riflessi sul percorso del concordato, come già detto, e le ricadute sull’intero territorio e sul sistema ricettivo termale locale già ancora di per sé in sofferenza”.

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