Cibus, nasce il primo Osservatorio Internazionale sull’Italian Sounding Alimentare

Cibus, nasce il primo Osservatorio Internazionale sull’Italian Sounding Alimentare

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L’Ad di Fiere di Parma, Antonio Cellie, e Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare

Prodotti spacciati per italiani quando in realtà la loro origine proviene da tutt’altro posto, false evocazione di italianità mediante bandiere, foto, nomi posti su prodotti in verità non fabbricati nel Bel Paese. Questo è il fenomeno dell’Italian Sounding, un grave danno per il vero Made in Italy che da oggi verrà combattuto dal primo Osservatorio Internazionale sull’Italian Sounding Alimentare, nato proprio in chiusura al Cibus.

L’Osservatorio – sorto dall’impegno di Federalimentare e Fiere di Parma – è il primo atto concreto volto al potenziamento del Salone internazionale dell’alimentazione, previsto anche nel rinnovo del contratto fra Federalimentare e Fiere di Parma per il decennio 2016-2026, che vedrà sempre più Cibus come piattaforma per la promozione e la salvaguardia del Made in Italy nel mondo.

“Se pensiamo che solo in America il fenomeno vale circa 23 miliardi (7 prodotti su 8 sono venduti come italiani ma non lo sono) – dice Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare e coordinatore dell’Osservatorio – ecco che il valore complessivo e quindi il danno economico per l’industria alimentare italiana è ben più alto”.

Obiettivo dell’’Osservatorio sull’Italian Sounding è studiare il fenomeno avvalendosi della consulenza scientifica di un advisor di livello in ambito studi/osservatori, e a dati di fonti accreditate. Analizzare le modalità e le tipologie del fenomeno e soprattutto monitorare i mercati geografici e i canali, dove e attraverso cui l’Italian Sounding  prolifera, per tutelare i nostri prodotti, favorendo interventi repressivi e legali mirati a fermare il dilagare del finto prodotto italiano. Un primo rapporto dell’Osservatorio verrà presentato in occasione di Cibus Connect 2017.

“Questa è una battaglia di tutto il sistema Italia e di tutta la filiera agroalimentare e l’industria alimentare del nostro Paese vuole essere in prima fila a combatterla” continua Scordamaglia.

L’industria alimentare italiana auspica da tempo che Bruxelles intervenga contro il fenomeno. In tal senso è positivo che il Parlamento europeo abbia approvato una risoluzione finalizzata a fermare l’inganno dei prodotti alimentari stranieri spacciati per Made in Italy.  “E’ questa la strada – dichiara Scordamaglia – una norma comunitaria valida per tutti a cui non possono sfuggire i furbetti degli altri paesi mentre una norma nazionale solo italiana non raggiungerebbe lo scopo anzi sarebbe controproducente”

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