Parmacotto verso il concordato. Debiti per 100 milioni, 52 esuberi, chiude Marano

Parmacotto verso il concordato. Debiti per 100 milioni, 52 esuberi, chiude Marano

1677
0
CONDIVIDI

Il futuro di Parmacotto prevede una pesante cura dimagrante. La proposta di concordato che con ogni probabilità stavolta sarà approvata dai creditori (l’alternativa a questo punto è il fallimento) prevede la chiusura dello stabilimento di Marano e ben 52 esuberi su un totale di 194 dipendenti. Dei dipendenti in esubero, ben 28 sono impiegati proprio a Marano. Gli esuberi derivano dalla dismissione dei servizi di logistica, affidati all’esterno così come la produzione dei tramezzini.

Secondo la società questa sarebbe l’unica ricetta possibile per andare avanti, facendo fronte ai propri debiti che dal bilancio 2015 ammontano a quasi 101 milioni di euro. A fronte dei quali, Parmacotto chiede ai creditori “uno sconto” di 46,2 milioni di euro. Insomma, un accordo sulla base di circa il 55% del dovuto. Entrando più nel dettaglio dei contenuti della proposta di concordato presentata a gennaio scorso in tribunale, la società ritiene di avviare un ciclo di cassa integrazione e chiederà l’accesso volontario alla mobilità con un monte incentivi di circa 950mila euro. Inoltre, a pochi anni dall’inaugurazione la Parmacotto della famiglia Rosi vorrebbe liberarsi delle aziende di affettamento avviate negli Stati Uniti, ma dovrebbero cambiare proprietario anche l’Antica salumeria Rosi, lo stabile della Parmacotto Sud e la struttura dell’ex Parmamec. Così, tra ricavi ed economie, verrebbero incamerati i fondi necessari a pagare in creditori.

Ammessa al concordato nel lontano novembre 2014, Parmacotto non ha finora ottenuto il via libera dei creditori sulle proposte avanzate. All’assemblea di oggi, in Corte d’Assise, però, i creditori sono apparsi più possibilisti tanto che a differenza del passato non sono arrivate contestazioni. Anche se ci sono ancora tre settimane di tempo per avanzare opposizioni. Alla lettura del concordato, davanti al giudice Nicola Sinisi, erano presenti anche i due curatori giudiziali della società, Antonella Lunini e Luca Orefici.

 

Nessun commetno

Lascia una risposta: