Pubblicata ricerca della Nefrologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

Pubblicata ricerca della Nefrologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

2299
0
CONDIVIDI

0411_Vaglio pubblicazionePubblicati sulla più prestigiosa rivista di nefrologia, The Journal of the American Society of Nephrology (JASN), i risultati di una ricerca condotta dall’Unità Operativa di Nefrologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma diretta da Salvatore David. L’articolo, firmato da Augusto Vaglio e Federica Maritati, tratta dei principali aspetti clinici e patogenetici della fibrosi retroperitoneale idiopatica, una malattia rara della quale il gruppo parmigiano si occupa da più di 10 anni contando oltre 200 pazienti in cura affetti dalla patologia o da forme ad essa correlate.

La fibrosi retroperitoneale è una malattia caratterizzata dalla formazione di tessuto intorno all’aorta addominale che, sostituendosi al tessuto sano, può determinare compressione di strutture circostanti quali gli ureteri e la vena cava inferiore, causando complicanze quali la stenosi ureterale con conseguente insufficienza renale e le trombosi venose profonde.

L’Unità Operativa di Nefrologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma è il centro di riferimento nazionale per la fibrosi retroperitoneale e uno dei centri al mondo con più casi trattati. Gli studi condotti negli ultimi anni dal gruppo coordinato da Augusto Vaglio hanno portato a definire i principali aspetti genetici, i fattori di rischio ambientali, le caratteristiche istologiche e cliniche, i meccanismi patogenetici ed il trattamento di questa malattia.

Le caratteristiche cliniche di quest’ampia casistica sono stati riportati nella review pubblicata su JASN. I pazienti, provenienti da tutto il territorio nazionale, sono seguiti presso l’Ambulatorio Malattie Rare dell’Unità Operativa di Nefrologia, e ricoverati nel reparto di degenza per procedure diagnostiche o nel caso di complicanze. Questa gestione ha consentito di migliorare significativamente la prognosi di questa patologia e di ridurre l’incidenza, in questi pazienti, di insufficienza renale terminale.

Nessun commetno

Lascia una risposta: