Coppia di domestici filippini “ripuliva” l’argenteria di casa. Al via il processo

Coppia di domestici filippini “ripuliva” l’argenteria di casa. Al via il processo

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tribunale-parma-fallimento-620x400Coppia di filippini ripuliva così bene la casa che… spariva anche l’argenteria. E’ iniziato ieri il processo a carico degli ex domestici di una coppia di professionisti parmigiani che, dopo anni di onesto lavoro, secondo l’accusa, hanno iniziato a portare via da casa posate, vassoi e altri oggetto in argento. E perfino coppe e trofei che il figlio dei padroni di casa aveva vinto nei tornei di golf.

Il giudice Giuseppe Monaco, dopo aver assolto ai preliminari del procedimento, in cui la pubblica accusa è affidata al pm Rino Massari, ha rinviato il processo al prossimo 22 aprile. Della refurtiva sparita pian piano nel tempo, sono state recuperate soltanto delle posate, una quindicina di pezzi per un peso di circa 3 chilogrammi. Il resto è stato fuso, pertanto si è persa ogni traccia.

Il filippino, che nel corso delle indagini della polizia si è poi assunto tutte le responsabilità scagionando la moglie, portava gli oggetti rubati a un “compro oro” cittadino per incassare i soldi. Poi il responsabile del negozio mandava il metallo prezioso ad Arezzo, dove tutto finiva fuso in lingotti. Tanto che la perquisizione operata dagli agenti della polizia non ha portato a nulla. Non così nel negozio parmigiano, però, dove gli uomini di Borgo della Posta hanno trovato alcuni pezzi ancora in attesa di essere spediti in Toscana.

La vicenda risale al marzo 2012, dopo la denuncia della padrona di casa, una avvocatessa parmigiana, insospettiva dai continui ammanchi di oggetti preziosi, i sospetti della polizia si erano subito concentrati sui due filippini che nel frattempo non lavoravano più per quella famiglia. I due, poi, posti di fronte all’evidenza dei fatti ammettevano le proprie responsabilità.

Ma facevano di più: indicavano anche il “compro oro” al quale avevano venduto l’argenteria rubata. Per i due domestici era quindi partita la denuncia in stato di libertà per il reato di furto aggravato continuato in concorso; per il titolare del “compro oro” quella per ricettazione. Adesso, per quella vicenda di 4 anni fa, è iniziato il processo che proseguirà il prossimo 22 aprile.

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