Ddl Cirinnà, Parma non ha dubbi: “Vada per i pari diritti, ma...

Ddl Cirinnà, Parma non ha dubbi: “Vada per i pari diritti, ma i bambini hanno bisogno di un padre e una madre”

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imagesUnioni civili, figli alle coppie gay, disegno di legge Cirinnà.

Ma Parma da che parte sta? Con le coppie “omo” o con il family day? Tendenzialmente Parma si conferma tradizionalista e bacchettona, anzi, conservatrice. Tollera l’amore unilaterale, ma tira una frecciatina al sindaco Pizzarotti: “Non aveva altro a cui pensare che sposare due gay?”.

Ad ogni fascia d’età i suoi gusti, verrebbe da dire. Si parte da Marta, 33 anni, ucraina, badante: “Io sono single – ammette – una mamma single. E noto la mancanza di un uomo, un padre accanto a me, per la crescita di mio figlio. Non potrei mai immaginare di sostituirlo con una donna. Stessi diritti delle coppie etero a quelle gay? Se parliamo di pensione, casa, ci sta. Ma non di adottare un figlio, quello no”.

Poi c’è Monika, ungherese, personal trainer. Anche lei mamma single, ma di tutt’altro avviso. “Il mio ex marito mi sta facendo una guerra sfinente, e il bambino ne risente. Se due persone si amano, un figlio avrà quello di cui ha bisogno. Non importa se siano maschi o femmine i genitori”.

Se le donne sono tolleranti, gli uomini sono un po più “chiusi”.

Marco Bardini, dirigente d’azienda, 35 anni, è sicuro: “Se vogliono pari diritti, si comportino come le persone “normali”. Non vadano in giro mano nella mano, non sono un bello spettacolo, e non pretendano di adottare figli: la vita è già difficile per chi viene al mondo in una famiglia equilibrata, figuriamoci..”.

Albertina ha trent’anni, un nipotino per mano. Lo allunga all’asilo. Poi sussurra: “Sai come sono cattivi i bimbi? Si prendono in giro per tutto, pensa se uno avesse due papà o due mamme. Già mia sorella, che è separata, fatica a spiegargli che il papà abita in una casa adiacente, gli altri bambini fanno un sacco di domande. Io non discuto che una coppia gay possa avere tanto amore da dare e sappia darlo, ma si devono tutelare per primi i bambini. Poi per carità, se vivono insieme una vita è giusto che abbiano casa, pensione, reversibilità e via dicendo”.

Spostandoci su una fascia d’età più adulta, le opinioni cambiano.

Luigi esce in bicicletta da un circolo ricreativo. “La vede questa? (mi mostra la fede). La porto da 50 anni, ne ho 73. Sa quante volte avrei voluto cambiare moglie, o scappare di casa? Ma abbiamo tre figli e lavorato duro una vita per farli studiare, siamo il nostro tutto. E non posso pensare che due uomini o due donne che siano facciano altrettanto, è contro natura”.

Anche Carlo, avvocato, 73 anni, è radicale. “Vogliono i diritti, se li guadagnino. Lavorino si comportino in modo serio e onesto, se sono un nucleo famigliare è giusto siano equiparati. Ma sui figli non scherziamo, non è questione di laicità dello stato ma di buon senso e di non violare l’infanzia. Vogliamo mettere al mondo degli infelici?”

Più morbida Federica Maldini, psicologa e neo mamma 39enne. “Studi recenti dimostrano come la crescita di un bambino più o meno serena dipende dall’amore che riceve, non a quale sesso. E l’educazione anche, un gay può essere un padre migliore di uno etero che si ubriaca, picchia la moglie o cose del genere. Semplicemente non siamo pronti, fra un secolo sarà normale, e non per questo l’Italia andrà peggio”.

O magari si, e verrà colonizzata da un branco di arabi eterosessuali che usano l’utero della moglie come mitraglietta per sparare cartucce su generazioni che non si riproducono più. Ma questo Nostradamus non l’aveva previsto…

 

 

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